Nadal, Marta Belmonte regina della tv in Spagna: "Ha rotto barriere mentali per i giovani"

L'intervista

Barbara Grassi

L’attrice spagnola, su Netflix nelle serie tv I favoriti di Mida e Mano di Ferro, ha conquistato tutti con la sua Marta De La Reina in Sueños de libertad. Un successo che ha superato i confini nazionali, grazie soprattutto alla storia d’amore tra due donne. Marta e Fina, interpretata da Alba Brunet. Marta Belmonte, appassionata di sport, ha paragonato Nadal ad Antonio Banderas e Penelope Cruz “Prima Hollywood era impossibile. Grazie a Nadal per i bambini spagnoli non ci sono barriere mentali”.

Sono appena iniziate le vacanze per Marta Belmonte dopo mesi intensi trascorsi quasi sempre sul set di Sueños de libertad. Mesi in cui tanti fan si sono innamorati della sua Doña Marta De La Reina. Elegante e sofisticata, con vestiti, borse e accessori da far invidia. Determinata, capace di trovare il suo spazio in un mondo di uomini (siamo nel 1958), anche nell’impresa di famiglia. La Belmonte ha dato al suo personaggio l'arte di fare emozionare. E la simpatia, anche in una storia drammatica, che si vede con misura in qualche  smorfia o gesto, riuscendo ad offrire ai “Mafin” (così si chiamano i fan) materiale in abbondanza per riempire i social di video e meme. Marta, nelle sue prime ore “di libertà” ha voluto dedicare un po’ del suo tempo a Sky. Più di quello previsto. “Fermami perché io parlo tanto”. “Non ti preoccupare, siamo in vacanza, domani non lavoro” sono frasi che fanno capire la natura dolce e gentile di una donna innamorata del suo lavoro e del suo personaggio. In questa chiacchierata ha sfoggiato un ottimo italiano, anche se all’inizio ci aveva detto che non era in grado di fare una conversazione nella nostra lingua. Invece sì e mischiando anche un po’ di spagnolo, ne è uscita una chiacchierata molto interessante. Partendo naturalmente dalla serie e dal bisogno per la comunità LGBTQ+ di avere dei punti di riferimento, di essere rappresentati.  Ci ha dato anche  un'interessante sguardo sullo sport spagnolo. Concentrando l'attenzione in particolare sul tennis e su Rafa Nadal. A proposito di riferimenti.

Sueños de libertad sta avendo grande successo, è la serie pomeridiana più vista in Spagna

È piaciuta. La gente la sta seguendo. È un formato che tradizionalmente ha un tempo e un pubblico molto concreto. Ma noi abbiamo fatto un’altra cosa, abbiamo dato ritmo, abbiamo cambiato la qualità dell’immagine e della sceneggiatura. Non stiamo facendo una telenovela per le mamme, anche se ci guardano anche loro. Stiamo facendo qualcosa più giovane, più globale. Penso che sia interessante, per questo la gente ci guarda ogni giorno.

 

Come è cominciato per te questo progetto?

Quando abbiamo cominciato mi hanno detto che c’era una famiglia al centro della serie. La trama principale è con il papà, due fratelli e una sorella. In questa famiglia ci sono tanti conflitti. Il conflitto principale è tra i due fratelli che condividono un amore per una ragazza. E io sono la sorella di mezzo.

 

E sei una donna in mezzo a tanti uomini

Come l’Italia, anche la Spagna era sotto una dittatura. Le leggi erano più dure. Inoltre questa donna è un’imprenditrice, lavora. Affronta delle complicazioni per poter essere una donna che lavora, perché è una donna, per essere presa sul serio. E all’improvviso si innamora di qualcuno e questo qualcuno è un’altra donna. Ha molta paura, nel ’58 era illegale, potevi andare in prigione. Comincia questa relazione con questa donna che lavora per lei. Non sa cosa fare, se riesce ad accettare quello che sente e avere una relazione clandestina. E questa relazione ha scatenato un grande interesse. Perché non c’è una rappresentazione propriamente normale alla tv o al cinema. Soprattutto i fan di Mafin, nome creato per la mia storia con Fina Valero, con Alba Brunet, sono molto attivi in rete. Penso sia arrivata ovunque, anche in Perù e Pakistan. È incredibile. Ho letto mail e messaggi anche di ragazzi italiani che mi parlano della serie.

 

Cosa vi scrivono i fan?

Ci dicono “abbiamo parlato con la famiglia e gli amici. Ci avete dato la forza di capire cosa mi succede. Non volevo vederlo ma è evidente quando guardo la serie”. E ci ringraziano. Questo è bellissimo, è la cosa più bella del nostro lavoro.

 

Ti piace lo sport?

Mi piace lo sport anche se mi piace più praticarlo che guardarlo. Tennis, surf, atletica, mi piace correre.

 

Nel tennis, dopo Nadal era difficile avere un altro campione come Alcaraz.

 

Vale lo stesso discorso della serie. Quando ci sono dei punti di riferimento si apre un mondo. Prima andare a Hollywood era impossibile. Dopo di Javier Bardem e Penelope Cruz non è più impossibile. Nadal è uno sportivo interstellare,  dopo di lui non ci più state barriere mentali per i bambini spagnoli per arrivare lì. Quello che fanno queste persone è rompere barriere mentali su quello che è possibile. Nello sport spagnolo è stata esponenziale questa crescita. Hai la sensazione che possiamo essere i migliori in tutto. Nella pallanuoto, nella ginnastica ritmica, sincronizzata, nell’atletica, salto in alto, nel calcio. In quasi tutti gli sport la Spagna è ad altissimi livelli. E penso perché si è rotta una barriera mentale e crediamo di essere i migliori. Però è una convinzione. Abbiamo rotto una barriera. Lo ha fatto Nadal, lo ha fatto Alonso, hanno rotto barriere mentali su quello che è possibile.