Jannik Sinner ma non solo: il 2024 'esagerato' del tennis italiano

Incredibile, meraviglioso, esaltante, esagerato. A noi appassionati ‘boomer’ in questo indimenticabile 2024 non mancano gli aggettivi per descrivere i risultati del tennis italiano. Si tratta solo di scegliere, in base alla propria sensibilità. Perché non tutti hanno un ricordo chiaro e vivido delle vittorie a cavallo tra gli anni ‘70/’80. Da lì in poi le gioie sono arrivate con continuità dalle ragazze che progressivamente, generazione dopo generazione, sono salite di rendimento fino all’ingresso in top 10, ai successi in nazionale, ai trionfi negli Slam, all’apoteosi della finale di Flushing Meadows tra Pennetta e Vinci. Ma chissà perché, o meglio purtroppo, il tutto è rimasto una soddisfazione quasi intima, da condividere tra i soliti pochi. E quando l’eco rimbalzava un po’ più in là, ben presto si spegneva. Siamo un Paese in cui la cultura sportiva fatica ancora a dare pari dignità alle imprese al femminile, anche se stiamo progredendo. E visto che sono i ragazzi a fare rumore, per tanti anni c’è stato quasi il silenzio, interrotto qua e là da sporadici exploit di pur bravissimi giocatori. Tra l’altro il tennis è sport crudele, per cui chi arriva tra i primi 100/200 in classifica rappresenta l’élite mondiale della propria disciplina. E invece a volte persino chi è stato capace di entrare tra i primi 10 del mondo non viene considerato un campione. Mah… Comunque, per anni un quarto Slam o perfino un quarto in un Masters 1000 sono stati vissuti dagli appassionati come il massimo della soddisfazione possibile. La bellissima semifinale di Cecchinato al Roland Garros 2018 è stata insieme l’ultima impresa ‘a sorpresa’ e la prima di una serie travolgente e continua di risultati eccellenti. Perché il 2019 è stato l’anno di Berrettini in semi a New York e qualificato alle ATP Finals, per cui fino all’ultimo è stato in corsa anche Fognini che era diventato il primo italiano a vincere un Masters 1000 . L’anno in cui l’Italia del tennis maschile è rientrata tra i primi 10 del mondo. L’anno del successo di Sinner alle Next Gen. L’anno in cui abbiamo capito che si poteva sognare anche da svegli, che si poteva desiderare senza restare delusi. Da lì in avanti è stato un crescendo in cui i risultati di uno ispiravano gli altri, in cui gli esperti hanno perso l’esuberanza dai giovani e messo a disposizione le loro conoscenze. Il 2023 concluso con Sinner in finale a Torino e 4 del mondo e soprattutto la riconquista della Coppa Davis dopo 47 anni è stato esaltante, ma 12 mesi dopo ci ritroviamo alla fine di una stagione per cui scegliere un solo aggettivo è impossibile. Il 2024 è stato semplicemente l’anno in cui l’Italia ha dominato il tennis mondiale, con un leader straordinario come Jannik Sinner ha addirittura amplificato, non oscurato, le imprese dei compagni. L’altoatesino ha catalizzato un’attenzione clamorosa sul tennis. Grazie a lui si è appassionato anche chi seguiva il tennis distrattamente o per nulla o che era rimasto a Berrettini in finale a Wimbledon. Ed è stato testimone di un’esaltante staffetta in cui quasi non c’è stata settimana in cui un nostro giocatore o giocatrice non sia stato protagonista nei circuiti ATP e WTA e nelle gare a squadre. Più il calendario era importante, più l’Italia è stata presente. C’è stata l’apoteosi finale, sette giorni da capogiro a novembre. Il 17 a Torino Sinner ha vinto le ATP Finals. Poi a Malaga il 20 le ragazze sono tornate a vincere la gara a squadre che ora si chiama Billie Jean King Cup e il 24 i ragazzi hanno confermato il successo in Coppa Davis. Breve sintesi del resto: Uno: la classifica con cui ha chiuso la stagione Jannik Sinner. Due: le medaglie olimpiche conquistate a Parigi. L’indimenticabile oro nel doppio di Sara Errani e Jasmine Paolini. E l’altrettanto memorabile bronzo di Lorenzo Musetti, considerato che sul podio c’erano anche Novak Djokovic e Carlos Alcaraz. Tre: i successi nei tornei del Grande Slam. Sinner vincitore all’Open d’Australia e all’Open degli Stati Uniti, dove Sara Errani e Andrea Vavassori hanno conquistato il misto. Quattro: la classifica a fine anno di Jasmine Paolini. Cinque: le altre finali Slam con italiani. Jasmine Paolini ha disputato in singolare a poche settimane di distanza quelle del Roland Garros e di Wimbledon e a Parigi era in finale anche in doppio con Sara Errani; Simone Bolelli e Andrea Vavassori finalisti prima a Melbourne poi anche loro alla Porte d’Auteuil. Otto: i titoli vinti nell’anno da Sinner, di cui 3 Masters 1000, con un record di 73 – 6 reso ancor più strabiliante dalle circostanze con cui è stato anche costretto a convivere. Quattrodici: i titoli complessivamente vinti, 13 dai ragazzi e il 1000 di Dubai da Paolini. Trentaquattro: le finali disputate tra singolari doppi e misti, con un record di 22-12. Sono numeri che fanno girare la testa. Sono stati mesi di emozioni travolgenti, in cui ciò che per anni sembrava difficilissimo si è concretizzato con una continuità esilarante. L’incredulità settimana dopo settimana si è sgretolata per lasciare spazio alla meraviglia. Grazie a tutte le nostre campionesse e ai nostri campioni. È stato bellissimo.

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