Cobolli: "Lavoro per raggiungere Sinner e Alcaraz"

Dopo un inizio di stagione difficile, il 2025 di Flavio Cobolli si è trasformato in un sogno. Il tennista italiano, attuale numero 25 al mondo, si è preso la scena in particolare a Wimbledon, dove il suo incredibile cammino si è interrotto solamente ai quarti di finale contro Djokovic. Ma per il classe 2002 non finisce qui, anzi questo è appena l'inizio. E a dirlo è lui stesso. Ospite di Pulsee Luce e Gas, suo sponsor, al Park Tennis Training di Genova, Cobolli ha incontrato clienti e dipendenti dell’azienda, ma anche i tanti giovanissimi talenti del circolo. Al termine della giornata, il tennista azzurro si è raccontato a Sky Sport, facendo un bilancio della sua stagione e svelando i suoi obiettivi per il futuro. Flavio, partiamo dalla domanda più semplice: come stai? Come ti senti? “Bene, mi sento bene. È stata una trasferta molto lunga in America, ho accusato un po’ le tante ore in campo ma ora mi sento bene. Sto riprendendo piano piano e poi sarò pronto per San Francisco, per andare a giocare la Laver Cup” Cosa ti ha lasciato questa trasferta americana? “Mi ha lasciato la sensazione di essere un giocatore forte. Un giocatore che può giocare su tutte le superfici. Quest’anno sono partito male con un po’ di infortuni e un po’ di sconfitte, che però mi hanno insegnato a cercare di migliorarmi sempre e ad ascoltare le persone che ho vicino. Sono contento di come ho reagito e di come ho interpretato il prosieguo della stagione. Adesso siamo arrivati quasi alla fine, è ancora un po’ lunga, però credo che sia stata una bella stagione e che può portarmi tante cose nuove per iniziarne poi un’altra” L’hai detto ‘stagione lunga ma non è ancora finita’, fai in tempo a prepararti per i tornei in Asia? “Ho due tre giorni di allenamento dove proverò a mettere un po’ di benzina in corpo per poi giocare la Laver Cup al 100%. Da lì andrò direttamente in Cina per giocare lo Swing Asiatico” Puoi fare un tuo bilancio di questa stagione negli Slam? “Sono partito abbastanza male. In Australia venivo da un infortunio e non ho fatto la preparazione che volevo e che ritenevo giusta da fare, quindi malissimo. Poi siamo andati a Parigi, prima ho giocato a Bucarest e Amburgo dove avevo ritrovato il mio miglior tennis, e credo di aver giocato un buonissimo Roland Garros. Ho perso con Zverev, che è un giocatore molto forte. Poi Wimbledon è stata un po’ la ciliegina sulla torta di quest’anno. Dopo i due tornei vinti, Wimbledon mi ha dato quella motivazione in più per continuare a voler crescere, a non accontentarmi di questi quarti ma a sognare qualcosa di più. E poi in America ho perso con il mio migliore amico nel Tour, quindi sono contento sia per me che per lui ma la prossima volta ovviamente spero di vincere io. È sempre bello giocare con Lorenzo” Quindi che voto ti dai? “I quarti a Wimbledon fanno tanto… quindi direi un otto” Anche agli US Open abbiamo visto in finale Sinner contro Alcaraz, cosa ti lascia questo dualismo? “È spettacolare. Sono fantastici tutti e due. Sono due ragazzi magnifici, che mi insegnano tanto ogni giorno. Ogni partita è diversa e ogni partita posso imparare qualcosa e farlo un po’ mio” Tipo? “La cosa più interessante è che ogni volta che giocano contro cambiano tattica rispetto alla sfida precedente. Una volta uno più è aggressivo e l’altro più attendista, poi però uno fa serve & volley e l’altro prende le misure… è tutto sempre molto diverso. Sono due ragazzi che provano a migliorarsi ogni giorno per sfidarsi nelle partite più grandi. Questo mi sta dando molta forza ed energia per metterli in difficoltà un giorno. Ovviamente è molto difficile e al momento sembra quasi impossibile ma alla fine lavoriamo per questo. Lavoriamo per giocare contro i migliori, per giocare le partite più belle e nei campi più grandi. Un giorno proverò anche io a mettermi dentro questi grandi giocatori” In Coppa Davis puoi vedere da vicino Sinner, come è quando sta con voi in Davis, cosa dà alla squadra e cosa date voi a lui? “Non l’ho mai vissuto da vicinissmo in Davis, perché io ho giocato a Bologna e lui non c’era. Ma è venuto a farci il tifo ed è stato molto di aiuto. Prima di entrare mi ha dato una spinta enorme dicendomi ‘divertiti e gioca come sai’. Averlo in panchina è stata una fonte di energia incredibile. Spero di poterlo aiutare anche io un giorno. Non in campo, più fuori. Io sono un po’ un ‘ultras’ essendo stato tanto allo stadio. Sono un po’ ‘l’uomo spogliatoio’ della squadra. Mi piace giocare le competizioni di squadra e spero un giorno di giocare con lui la Davis” A proposito di squadra, con il successo a Genova di Darderi ci sono 4 italiani tra i primi 30 al mondo, cosa significa? Vi gasate un po’ a vicenda? “Siamo un bel gruppo. In primis un gruppo di amici, ma anche un gruppo di rivali. Ma ci tifiamo sempre l’uno con l’altro e ci spingiamo dove neanche pensavamo di arrivare. Faccio i complimenti a Luciano per essere entrato tra i primi 30 e per il Challenger che ha vinto. Sta avendo anche lui una stagione incredibile. Questa volta ha vinto lui, la prossima magari vince un altro, quest’anno va così, arriviamo sempre in fondo e questo ci dà una carica enorme per continuare a giocare così tanto”

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Riccardo Re