Il tennis non è mai stato così italiano

Una lunga risalita che parte da lontano. Dalla Serie C di Davis in cui l'Italia era sprofondata poco più di un ventennio fa, quando avevamo un solo giocatore nei primi 100. Un Everest scalato con programmazione da un sistema tennis che in Italia ha scavato un solco rispetto alle carenze organizzative e strutturali nel calcio. Tra Mondiali falliti da una parte e invece tre titoli da campioni del mondo centrati nel tennis, compresi due di fila nel femminile. Portando nel maschile sette giocatori nei primi 50 e undici nei primi 100. Soluzioni e profondità di scelte per trionfare a Bologna anche senza i due migliori giocatori: Sinner e Musetti. Lasciando a casa per scelta il n.26 al mondo Luciano Darderi, in grado di vincere nel 2025 tre tornei Atp: uno che sulla carta sarebbe stato il n.1 in Davis della Spagna scesa in campo in finale a Bologna con Munar, n.36 Atp. Tra continuità e ricambi, tanti cambiamenti rispetto alle due Davis che avevamo seguito nei due trionfi a Malaga nel 2023 e 2024. Una costante c'è sempre: coesione e senso di appartenenza alla nazionale. Ognuno tira la volata agli altri. "The golden era", così ci guardano ammirate le squadre straniere. Una generazione che rappresenta la migliore era di sempre del tennis italiano. Evoluzione e crescita destinata a durare molti anni. L'ascesa di Cobolli è l'ultimo manifesto. Come nasce e cosa c'è dietro la metamorfosi di Flavio? Tanto sacrificio e tanta programmazione. Pochi soldi a casa e tanta gavetta partendo dai tornei minori. Papà Stefano, ex n.250, pronto a dedicarsi a tempo pieno per plasmare un piccolo Flavio e farlo crescere con più repertorio tecnico di lui. Programmazione volutamente sul veloce per farlo uscire dalla confort zone della terra rossa. Formazione e basi sempre più solide con applicazione condivisa anche con i tecnici della federazione. Talento maneggiato con cura. Senza perderlo per strada, come è successo in passato tante volte in Italia prima della Golden Age. Qualche numero di Flavio: un anno fa ha chiuso al n.32 la stagione 2024 ed era fuori dalla squadra dei 5 che hanno vinto la Davis a Malaga. Un anno dopo ha chiuso al n.22 il 2025 e un best ranking di n.17. Centrare l'obiettivo Top Ten nel 2026 non è presunzione, ma realismo. I sogni che si possono realizzare esistono. Bergs e Munar non sono tappe arrivate per caso. Ci sono sacrifici da quando aveva 11-12 anni e cresceva portando la borsa in campo all'amico Matteo Berrettini. Matteo è un campione. Appartiene a quella categoria dei top class. 11 match vinti di fila in Davis. A Bologna tre match vinti su tre senza perdere un set. Quando sta bene può ancora battere chiunque nella partita secca. Tra i motivi del suo ritorno ad alto livello c'è la serenità ritrovata anche fuori dal campo. La vicinanza e il feeling con una squadra giovane intorno, a partire dal suo coach Alessandro Bega, ex n.250 al mondo, e oggi uno degli allenatori giovani più preparati e motivati in un ruolo tecnico fondamentale. Dall'alto la benedizione è arrivata anche dai nostri due migliori giocatori: Sinner e Musetti. Reduci da una stagione strepitosa, per motivi diversi hanno saltato Bologna. Erano convinti, vedi l'intervista del Direttore di Sky Sport Federico Ferri a Sinner, che l'Italia avrebbe avuto la possibilità di vincere anche senza i nostri due Top Ten. In uno sport individuale non si era mai vista in Italia una squadra di Davis così coesa. Un grande merito anche per questo va a Filippo Volandri. Le tre coppe di fila portano anche la sua firma. Il capitano è un ruolo delicato e fondamentale in Davis. Lo svolge in modo impeccabile aggrappandosi sempre alla forza delle idee. Lo sguardo di Cobolli rivolto sempre verso Filippo nelle due sfide epiche contro Bergs e Munar era lo sguardo di tutti noi. C'era una tempesta emotiva e serviva uno scoglio a cui aggrapparsi. C'erano da annullare 7 match point e serviva uno scudo. C'era un'atmosfera di Davis unica da fare tremare le gambe e il braccio. Filippo non ha tremato, Flavio non ha tremato, Matteo non ha tremato, tutta la squadra ha gridato come abbiamo fatto noi. Grazie ragazzi per questo ennesimo capitolo storico per lo sport italiano. Vi aspetta anche il Presidente Mattarella. Vi aspetta per sempre l'abbraccio dell'Italia.

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Il tennis non è mai stato così italiano

Angelo Mangiante