Giocare a tennis sulla sabbia si può: l’incredibile storia del Torneo Tenis Playa

Dimenticate i campi da tennis in cemento, in terra o in erba. C'è un torneo unico nel suo genere che si gioca su una superficie particolare: la sabbia. È il Torneo Tenis Playa, un’esibizione che ogni anno ha luogo in Spagna a Luanco, un villaggio di pescatori con poco più di 5.000 abitanti nelle Asturie, affacciato sul golfo di Biscaglia. E proprio in riva al mare del Cantabrico, a Playa de La Ribera, c’è un appuntamento storico, una tradizione che va avanti nel 1971, tanto da essere stato dichiarato nel 2006 un evento di interesse turistico dal Principato delle Asturie. Non si tratta di beach tennis, ma vero e proprio tennis. Ma com’è possibile giocare un torneo di tennis sulla sabbia? Grazie alle condizioni particolari della sabbia locali, molto argillosa e fine, che consente di poter giocare a tennis in condizioni più che accettabili. L’allestimento è unico al mondo, con l’arena che si trova proprio sulla spiaggia. A dettare le tempistiche in questo caso ci pensa… il mare. Già perché è possibile giocare gli incontri la sera, quando c’è la bassa marea e il mare si ritira. Di giorno il campo si trova sott’acqua , di sera si riempie e regala spettacolo. Tribune sempre sold-out e biglietti praticamente introvabili. La storia del Tenis Playa L’idea del Torneo Tenis Playa risale a 55 anni fa, all’estate 1970. Un gruppo di amici si appassionarono al tennis e, a causa della mancanza di strutture specifiche, dovettero ricorrere alle spiagge locali per poter giocare, utilizzando mezzi rudimentali. La rete di metà campo era fatta da pezzi di rete da pesca appesi a delle assi di legno. Il campo delimitato con dei solchi sulla sabbia. Il giudice arbitro arrampicato su una scala a forbice che fungeva da sedia. Nel 1971 la prima edizione: tabellone composto da quattro squadre di due giocatori. Tre provenivano da Luanco e una dalla vicina località di Candas. In singolare vinse José Antonio Fernandez Badalla, in doppio i fratelli Artime, Francisco e Carlos. Il torneo è cresciuto sempre più con il passare degli anni. Dall’evoluzione del campo , all’introduzione dei giudici di linea e i raccattapalle. Uomo di riferimento è stato Juan Avendaño che ha vissuto questo torneo prima da giocatore , poi da tecnico e infine da dirigente. Dal 1995, dopo nove anni senza il torneo per mancanza di sostegno istituzionale, il Torneo Tenis Playa ha vissuto la sua seconda vita, con l’arrivo dei primi giocatori professionisti a Luanco. Da Alex Corretja a Carlos Moya, passando per Juan Carlos Ferrero, Sergi Bruguera, Fernando Verdasco e non solo. Nomi di rilievo che, uniti all’unicità della location, hanno aumentato la popolarità della manifestazione. Un torneo dagli aneddoti unici Un torneo unico ha anche degli aneddoti unici. Nel 1974 Guillermo Ocio, medico in attività all’epoca, aiutò in finale l’avversario Juan Avendaño, allora 13enne, rallentato da un sovraccarico muscolare. L’epilogo fu clamoroso: Avendaño – che leggenda narra aveva trascorso l’intero pomeriggio in bici, dimenticandosi della partita – si riprese e vinse il primo dei nove titoli a Luanco. Nel 1983, invece, la finale venne rinviata di una settimana: il sabato non smise di piovere ed entrambi i finalisti avrebbero dovuto giocare un torneo a Vigo. Di comune accordo, dunque, decisero di giocare la finale sette giorni dopo. Pioggia protagonista anche nella finale 2009, tra David Ferrer e Guillermo Canas. L’organizzazione decise che il match si sarebbe disputato in un solo set ai dieci giochi, per non prolungare troppo la serata . I tennisti, in un gesto di grande professionalità e rispetto per il pubblico, finirono per trasformare la partita in una delle migliori finali della storia. Thiem, Gasquet e l’edizione 2025 Nei giorni scorsi si è giocata l’edizione 2025 che ha visto al via alcuni giocatori ancora nel circuito Atp, come Bernabé Zapata-Miralles, Benoit Paire e Pedro Cachin. L’attenzione, però, era tutta sulle due stelle, da poco usciti dalla scena del tennis professionistico: Dominic Thiem e Richard Gasquet. Entrambi hanno regalato spettacolo e raggiunto la finale, vinta da Gasquet con un doppio 6-4. Il premio? Una riproduzione della Torre dell’Orologio di Luanco, simbolo rappresentativo della vittoria del torneo dal 1997, quando il gioielliere Pedro Alvarez de Benito accettò la sfida di realizzare una replica in argento di uno dei simboli della città. “Un torneo di questo tipo può funzionare solo a Luanco – ha raccontato Gasquet a Tennis TourTalk – Il pomeriggio vedi l’acqua nel campo, poi c’è un’atmosfera fantastica la sera. Tutte le persone coinvolte sono molto gentili e trattano i giocatori in modo molto amichevole. È semplicemente meraviglioso”. L’appuntamento è già per il 2026, con nuovi tennisti pronti ad accettare la sfida di Luanco. E chissà se prima o poi anche un italiano giocherà in riva al Cantabrico.

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Giovanni Mazzola