Juantorena, l'eroe di Trento che per Cuba è un nemico

Volley
Osmany Juantorena, schiacciatore italo-cubano della Itas Diatec Trentino
volley_storia_osmany_juantorena_visore

IL PERSONAGGIO. Dissidente politico per il governo di L'Avana, ha lasciato il suo Paese per diventare professionista. Fermato da una squalifica fino al 2009, in Italia è rinato: 2 Champions, 2 Mondiali e ora è arrivato anche lo scudetto. FOTO E VIDEO

Vai sotto rete con il Grande Album del volley

LA STORIA - Brasile, orgoglio gay: Michael è la bandiera del Futuro


( nel video in basso le fasi di un allenamento dell'Itas Diatc Trentino. Le indicazioni del tecnico Radostin Stoichev, gli attacchi "micidiali" di Osmany Juantorena )

di ALFREDO ALBERICO
da Trento


Osmany Juantorena ha negli occhi una voglia matta di Cuba , l'isola dove è nato 25 anni fa. Da due stagioni schiacciatore dell' Itas Diatc Trentino , bi-campione del Mondo e d'Europa , per il governo di Fidel Castro è un dissidente politico. Una storia in parte simile a quella della connazionale Taismary Agüero , altra pallavolista. Osmany paga il tentativo (riuscito) di voler diventare un professionista. E' per inseguire questo sogno che nel 2004 si è trasferito in Russia, per poi arrivare a Trento nel 2006. L'hanno considerata una fuga a Cuba, eppure lui, da quella che è una delle ultime roccaforti del comunismo, non è mai scappato.

Doppio passaporto da quando ha sposato un'italiana, la vicenda del ragazzo di Santiago è, suo malgrado, un intreccio di contraddizioni e misteri. A partire dal legame con un altro Juantorena, Alberto. Ministro dello sport sulla Isla , a differenza del nipote lì è considerato un eroe. El Caballo , come fu soprannominato nel 1976, ancora oggi è l'unico atleta ad aver vinto sia i 400 che gli 800 metri piani nella stessa edizione delle Olimpiadi (Montreal). In molti lo considerano la chiave in grado di riaprire le porte di Cuba al giovane Juantorena.

"Situazione strana - spiega Osmany - perché abbiamo lo stesso cognome e lui ha fatto la storia dello sport cubano. Io invece sto iniziando a fare la mia. Sono un dissidente, dicono, ma non ho fatto del male a nessuno per diventarlo. Non ho problemi con la mia terra e ogni anno torno ( la doppia nazionalità glielo permette, ndr ) per salutare gli amici. Sento molti giocatori della nazionale, Simon su tutti, ciò che manca è il rapporto con la Federazione. E' una questione politica. Negli ultimi tempi si sono rincorse voci su una mia possibile convocazione. Prima nessuno mi voleva, ora mi cercano perché posso dare una mano alla squadra. E' tutto così complicato".

Un alone di mistero resta invece sulla squalifica per doping arrivata alla fine del 2006 (era in Russia con l' Ural Ufa ). Stop di due anni prolungato dal rifiuto di Cuba di concedere il transfer per giocare in Trentino: "Mi sono svegliato un giorno ed è stato come vivere un incubo. Non so se c'è un legame con le vicende politiche che mi separano dal mio Paese. In testa ho tante ipotesi, tanta confusione e una sola certezza: non ho mai preso sostanze proibite, non ne ho bisogno. E' per questo che ho chiesto subito le controanalisi. Due stagioni però le ho perse lo stesso e nessuno potrà ridarmele. Provo a non pensarci più e vado avanti".

Dinamite pura tra le mani, specialista nel servizio, miglior giocatore delle ultime due Champions e del Mondiale per club 2010, la prossima tappa del viaggio di Juantorena potrebbe portarlo in azzurro: "E' una possibilità di cui parlano soprattutto i giornalisti. Voglio andare alle prossime Olimpiadi e spero di farlo con Cuba".

Intanto è arrivato anche lo scudetto, grazie al 3-0 contro la Bre Banca Lannutti Cuneo nella finale di Roma vinta 3-0 (25-13/25-22/25-9) . E' il titolo che mancava a Juantorena per entare definitivamente nella storia della pallavolo trentina: "Qui ci sono tutti gli ingredienti  per vincere ancora. Il futuro? Ho un contratto fino al 2015, ma se Cuba mi chiamasse, se a Cuba fosse possibile sopravvivere con questa professione, beh, non ci penseri due volte a tornare a casa. C'è un regime e non posso dire che funziona tutto. Però viviamo così da 52 anni, siamo abituati". 



Itas Diatec Trentino
- La squadra del presidente Diego Mosna, reduce dai trionfi-bis al Mondiale per Club e in Champions League, ha chiuso la stagione regolare in A/1 con 72 punti, 25 vittorie (24 consecutive) ed una sola sconfitta. Ben 18 i successi ottenuti con il risultato di 3-0.
Ai playoff, i ragazzi di Rado Stoichev, hanno eliminato San Giustino e Modena. Cuneo, l'avversario affrontato in finale al PalaLottomatica, aveva sempre vinto nelle gare "secche" di questa stagione (Supercoppa di Lega e Coppa Italia).

Guarda anche:
Habemus volley ma non solo. Quanto sport nei film di Moretti

La strana storia di Osmany Juantorena: parlane nel Forum del Volley