L'allenatore della SIR Safety è una leggenda del volley e dello sport italiano. A 50 anni appena compiuti non si stanca mai di sognare: "Mi piacerebbe vincere un'Olimpiade, quando giocavo è stata l'unica cosa che non abbiamo vinto con la Nazionale". Poi svela un lato conosciuto a pochi, quello squisitamente umano
Cinquant'anni e una vita di successi, prima da giocatore e poi da allenatore. Lorenzo Bernardi non guarda al passato ma pensa al futuro intervistato telefonicamente da Sky Sport 24: "Insaziabile mi definisce? E' la caratteristica che ho portato dietro tutti questi anni - ha spiegato l'allenatore della SIR Safety Perugia - Non mi piace però commentare quello che ho fatto, ma sono orgoglioso di aver lasciato bellissimi ricordi sia da giocatore sia come allenatore". Allenatore, il ruolo che ricopre con altrettanta soddisfazione dopo aver smesso con il volley giocato: "Ho preso coscienza di quello che potevo fare, mi sono reso conto che quello che dovevo fare era allenare. Cerco sempre di spiegare come ho realizzato certe cose, non cosa ho fatto. E' un sogno realizzato, perché abbiamo vinto supercoppa, coppa Italia e Scudetto".
Emblematici i festeggiamente sempre molto sentti: "Festeggiare sul seggiolone era una mia caratteristica, un mio modo di festeggiare. I festeggiamenti sono una cosa spontanea. Perugia è straordinaria, hanno un amore viscerale nei nostri confronti. E' una cosa sentita e volevo regalare loro uno Scudetto. Questo sogno ha fatto sì che l'emozione finale fosse stata grandissima. Poi con i figli grandi è ancora meglio, una gioia più grande". A cinquant'anni non è troppo tardi per sognare, nonostante l'aver militato nella "squadra del secolo", quella Nazionale allenata da Julio Velasco: "Vorrei rivincere un'Olimpiade, ce lo meritavamo. Abbiamo vinto tutti gli anni gli europei, le world league e i mondiali, quindi penso che qualcosa abbiamo lasciato perché siamo stati votati come la squadra del secolo". Magari abbinando il colore azzurro alla panchina, trasformando un'altra strada in un percorso.
Bernardi si è prestato infine a un giochino finale rispondendo al questionario (riadattato) di Proust, che ha permesso di scoprire un lato diverso da quello di giocatore e allenatore:
Qual è il tuo peggior difetto?
Testardo.
Qual è la qualità che più apprezzi in un uomo?
La sincerità.
E in una donna?
La sincerità, ugualmente.
Che superpotere vorresti avere?
Essere sempre me stesso.
Qual è la tua impresa sportiva che più hai apprezzato?
La vittoria del Campionato del mondo del novanta.
Chi è l'atleta che apprezzi di più?
Usain Bolt.
Qual è l'ultimo pensiero o gesto prima di entrare in campo?
Una telefonata a mia moglie.
Quale consiglio dei tuoi genitori non dimentichi mai?
Rimanere con i piedi per terra.
Qual è il tuo motto nella vita?
Finché non vinco non mi arrendo.
Il messaggio più bello?
Riceverne così tanti, perché so che ho lasciato in loro anche un piccolo ricordo.