Julio Velasco a Sky Sport: "L'arte di allenare è trovare equilibrio". VIDEO

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Nel giorno del suo 70° compleanno Julio Velasco è stato ospite di Sky Sport 24: "Cosa dissi alla nazionale italiana prima di vincere tutto? Quello che pensavo veramente, cioè che potevamo essere campioni del mondo. L'arte di allenare è trovare equilibrio tra sistema e creatività individuale. Ogni giocatore ha un tasto giusto. Noi allenatori dobbiamo gestire, insegnare, convincere e comunicare". E il sui sogni per il futuro: "Fare del settore giovanile italiano il migliore del mondo"

Julio Velasco, basterebbe solo il nome per racchiuderne la grandezza. Quella di una leggenda dello sport e dello sport italiano. Ct della nazionale di volley che poi divenne la generazione di fenomeni. Tre Europei, due Mondiali, un argento olimpico. Tantissimo altro, fuori dai numeri e trofei: passione, dedizione, comunicazione. Motivatore e innovatore. Oggi dirige le nazionali giovanili. Ma che valore ha questo tempo della sua vita? "Il tempo lo occupo molto nel lavoro - dice proprio Julio Velasco, nel giorno dei suoi settant'anni a Sky Sport -, anche perché il mio lavoro è una grande passione. No, non voglio andare in pensione, ho sempre pensato che il paradiso sia una noia mortale". Oggi i giovani, in passato la storia del volley. Come ci è riuscito? "La prima cosa è sempre crederci, dare fiducia. Anche i nostri figli se ne accorgono quando non parliamo seriamente. Io a quella squadra (la nazionale italiana presa nel 1989 e poi portata ai vertici, ndr) dissi quello che pensavo veramente: 'Possiamo essere campioni del mondo'. E ci credevo davvero. Vedevo in quei ragazzi la parte positiva. Non ci credeva nessuno, perché spesso tendiamo a vedere il lato negativo delle cose".

L'arte dell'allenare

Tra i massimi esponenti dell'allenamento. Su ogni livello. A questo proposito Velasco traccia il rapporto che si crea tra il sistema ("o chiamiamola tattica") e la creatività individuale: "Quando il sistema prende troppo il sopravvento, riduciamo la creatività. Quando la creatività non ha un sistema, allora ha meno possibilità di svilupparsi. Bilanciare, trovare l'equilibrio. Questa è l'arte di allenare. E non è una formula esatta. Ed è proprio questo il fascino di questo lavoro". E ancora: "Sentivo dire a un premio Nobel che formiche e api hanno un'organizzazione perfetta perché il loro sistema nervoso è uguale per tutti, ma noi umani siamo diversi - dice Velasco -. Ogni organizzazione, da uno stato a una squadra, ha lo scopo di mettere ordine nel caos. Ma questo non vuol subordinare le caratteristiche individuali alla squadra, ma puntare proprio sulla loro diversità. Si tratta di trovare un tasto giusto. Ogni giocatore ne ha uno. Non sempre ci riusciamo, ma noi dobbiamo cercarlo. Perché i Ronaldo e i Messi, invece di andare in vacanza, vanno in nazionale? Hanno tutto, hanno una certa età. Ma loro vogliono entrare nella storia. Altri non giocano per la gloria, ma solo per obiettivi più piccoli. C'è anche chi gioca solo per i soldi. Altri si sono trovati a fare i professionisti senza sapere perché".

"Noi allenatori dobbiamo fare questo: gestire, insegnare, convincere"

Una delle massime dello sport è la possibilità di migliorarsi ancora di più quando l'insegnamento è rivolto a chi non è ancora un campione: "Sì, è così - risponde Velasco -, quando uno ha un fenomeno in squadra, non impara niente. Basta dirgli cosa fare. È quando invece si sbaglia che si sviluppano capacità didattiche, come accade coi giovani. Ma poi quelle capacità servono anche per i grandi campioni quando commettono errori a cui non sono abituati. Noi allenatori dobbiamo fare questo: gestire, insegnare, convincere. Noi allenatori, in realtà, non facciamo niente, facciamo fare ai giocatori. E se non siamo credibili non possiamo farlo. Serve autorevolezza, sapere quello che diciamo, coerenza. Se non credono in noi non funziona".

Campioni, leader e i sogni del futuro

Infine altri tre grandi temi, in primis: chi sono i grandi campioni? "Quelli che dopo aver mangiato molto continuano ad avere fame - risponde Julio Velasco - Perché vogliono vincere, avere nuove soddisfazioni, avere un nome. E continuano come se non avessero mai mangiato". Chi è un vero leader oggi? "Leader è quello che guida. E serve che sappia dove andare, come arrivarci e come insegnare a farlo. Deve essere autorevole. Deve sapere davvero, non usare frasi fatte. Sapere vuol dire conoscere i dettagli, e saperli comunicare". Per ultimo capitolo sogni del futuro: "Ne ho tanti, sicuramente uno è fare del settore giovanile italiano il migliore del mondo. Già siamo vicini ma possiamo fare molto meglio. Ho il sogno di vedere una pallavolo che cresce e di vivere ancora per vedere un mondo più giusto".