Perché le 4 italiane possono vincere la Champions: pregi, difetti e strategie

E se la finale del 2026 fosse di nuovo tutta italiana? Nulla di più probabile per la Champions League di volley femminile 2025/26, pronta a scattare dai blocchi di partenza martedì 25 novembre: anche perché per la prima volta saranno ben quattro le squadre italiane ai nastri di partenza. Le corazzate tricolori sono tra le grandi favorite e si sono pure rinforzate rispetto alla passata stagione che vide, appunto, la finale tutta italiana tra Milano e Conegliano. Conosciamole meglio, dunque, le nostre squadre analizzandone pregi e difetti . Conegliano Campione d’Europa e d’Italia in carica, la pattuglia delle Pantere guidate in panchina da Daniele Santarelli non teme rivali. “Squadra che vince non si cambia” recita un proverbio e nella Marca Trevigiana, fedeli a un passato prossimo di trionfi, non si sono discostati molto dall’antico detto. E come dargli torto? Il roster delle campionesse è un copia e incolla della stagione 2024/25 con la diagonale alzatrice/opposta Wolosz-Haak, Gabi e Zhu Ting in banda , Fahr e Chirichella al centro , e l’eterna Moky De Gennaro libero. Le principali novità stanno in panchina: la palleggiatrice statunitense Ewert , la 19enne opposta Adigwe e la 23enne schiacciatrice slovena Sillah, campionessa d’Ungheria nel 2025 con il Vasas di Budapest e capace di mettere a terra ben 18 punti nel big match contro Scandicci in campionato. Pregi: qualità altissima e continuità. Difetti: le tante vittorie che possono riempire la pancia di atlete che sono umane e non dei robot. Strategia: Dovrà essere più bravo del solito Coach Santarelli a stimolare le sue giocatrici a lavorare più del solito, anche perché la concorrenza ha accorciato le distanze. Milano Abbiamo già scritto tempo fa del paradosso Orro/Sylla. Con loro in campo Milano ha perso contro Conegliano la finale di Champions League 2025. Senza di loro ha vinto la Supercoppa Italiana lo scorso settembre dopo i Mondiali. In una partita secca può succedere di tutto e si possono compensare persino le partenze di due campionesse olimpiche e mondiali. Detto questo Milano ha realizzato un mercato 'importante', colmando le partenza di Orro e Sylla con gli arrivi tra le altre della alzatrice Bosio, della schiacciatrice Lanier proprio da Conegliano, della centrale Sartori da Busto Arsizio , dell’opposta Akimova da Novara e della schiacciatrice Cagnin dal Paris dove ha vinto il titolo francese. Un roster molto lungo quello a disposizione di Coach Lavarini, che ha già dimostrato di saper utilizzare bene proprio nella finale succitata di Supercoppa, dove l’ingresso dalla panchina di Cagnin ha rotto gli equilibri consentendo a Milano di alzare il primo trofeo stagionale. Gira che ti rigira, però, il destino dello squadrone meneghino passerà dalla testa e dalle mani di Paola Egonu: chi vince un Mondiale o una Champions League, come ha fatto lei, mettendo a terra 10 palloni in un tie break può tranquillamente cambiare gli equilibri di un torneo e di una partita. Pregi: Egonu, roster lungo e versatile Difetti: tante novità Strategia: Coach Lavarini dovrà realizzare un lavoro importante nella costruzione dell’alchimia di squadra ma, detto questo, in partita secca Milano può battere chiunque. Scandicci Intoccabile l’asse palleggiatrice/opposta composto da Ognjenovic e Antropova, la società toscana ha inserito in rosa elementi di esperienza e personalità per colmare le lacune emerse in posto 4 nella passata stagione. Questo spiega gli arrivi di Caterina Bosetti e Skinner in banda: due giocatrici che hanno tra le mani punti pesanti in modo da togliere qualche responsabilità nello score ad Antropova, troppo spesso unica bocca da fuoco di Scandicci nella passata stagione. Al centro si è proseguito nel solco della 'tradizione' con la novità importante della tedesca Weitzel, altra giocatrice che ha punti nelle mani. Il libero Castillo non ha certo bisogni di presentazioni. Pregi: asse alzatrice/opposta Difetti: la rivoluzione in banda Strategia: coach Gaspari dovrà lavorare molto sulla distribuzione offensiva del palleggio per consentire a Bosetti e Avery di supportare Antropova. Novara La concessione di una wild card da parte della CEV ha consentito a Novara di partecipare alla nuova Champions League allargata. Giusto riconoscimento ad una società tornata protagonista anche in Europa grazie alle vittorie in Challenge Cup nel 2024 ed in CEV Cup nel 2025. Anche la squadra piemontese è cambiata molto rispetto alla scorsa stagione, con l’inserimento di 3 pedine fondamentali nel sestetto titolare. Carlotta Cambi al palleggio, Baijens al centro ed Herbots in banda: per quest’ultima si tratta del ritorno a Novara dopo il biennio 2020/22. Squadra solida, esperta il giusto, guidata da un guru del volley come Lorenzo Bernardi che se trova la chiave giusta per entrare nella testa delle sue giocatrici può raggiungere vette inesplorate, come dimostra il 3-2 contro Milano in campionato, anche contro avversarie sulla carta più attrezzate. Attenzione a Tolok, quando starà bene ed entrerà in forma potrebbe essere un fattore decisivo. Pregi: la fame di vittorie Difetti: l’ansia da prestazione Strategia: Coach Lollo Bernardi dovrà dare equilibrio ad una squadra che può battere chiunque ma che ogni tanto finisce fuori giri se caricata di aspettative eccessive.

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Perché le 4 italiane possono vincere la Champions: pregi, difetti e strategie

Roberto Prini