Lo Monaco: "Clima distruttivo attorno al Catania"

Serie C - Lega Pro
Pietro Lo Monaco, ad del Catania (Getty)
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"Dal punto di vista tecnico siamo in una fase critica - ha detto l’ad rossazzurro in conferenza stampa - ma ci sono troppi giudici. La squadra è piena di paura e si vede e nessuno sta aiutando i calciatori. Fosse l’unica cosa che faccio, non farò fallire questo club"

Momento complicato per il Catania, in crisi di risultati dopo i due campi in panchina nel giro di poche settimane: prima l’allontanamento di Pino Rigoli, poi le dimissioni di Mario Petrone e la scelta di puntare su Giovanni Pulvirenti fino al termine della stagione. La sconfitta nell’ultimo turno contro la Paganesi ha allontanato i rossazzurri (ora dodicesimi a 39 punti) dalla zona playoff, obiettivo fissato dall’amministratore delegato del club siciliano sin da inizio stagione. Proprio del momento del gruppo e delle sensazioni del momento ha parlato lo stesso Pietro Lo Monaco, in occasione di una conferenza stampa a Torre del Grifo. Queste le sue parole.

Sul momento del gruppo -
"Oltre a questa conferenza stampa non ce ne saranno altre da qui a domenica prossima contro il Foggia - ha iniziato dicendo - nelle ultime tre settimane la situazione è cambiata. Questo è un momento negativo, è chiaro, come lo hanno avuto anche altre squadre come Lecce, Juve Stabia, Fondi o Foggia. Dal punto di vista tecnico siamo in una fase critica, non lo nascondiamo. Grave perdere in casa contro il Melfi, la squadra ha paura e la gara di domenica è lampante. Però ci sono troppi giudici, come se tutto fosse dovuto al fatto che ci chiamiamo Catania. Siamo in Lega Pro, tante squadre provano da anni a salire in B e non ci riescono anche con investimenti importanti. I playoff non saranno semplici, non sempre vince la migliore squadra. Il Catania otto mesi fa era quasi fallito, il nostro vero campionato è quello dei conti. Il Catania deve vivere e deve tornare ad essere una società affidabile per rilanciarsi nel calcio che conta".

Sull’ultima sconfitta - "Ho letto analisi molto dura dopo la gara contro la Paganese e non sono d’accordo. Abbiamo preso due gol da calcio d’angolo che nemmeno i bambini li prendono, solo una squadra piena di paura. Anche a Marchese, che ha fatto 250 partite in A, può capitare di sbagliare. Ora abbiamo tutti gli scontri diretti in casa con Cosenza, Virtus Francavilla e Siracusa. Fosse l’unica cosa che faccio, il Calcio Catania non lo farò fallire. Questo clima però non aiuta alla squadra. Domenica prossima arriva il Foggia, la capolista, che ha una qualità tecnica notevole. Questo non è il momento della critica, ma della costruzione. C’è bisogno del pubblico dei tempi migliori, possiamo promettere che lotteremo fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. La squadra però è tesa, ha paura e non riesce a reagire; la gara di domenica è l’esatto ritratto della situazione".

Presente e futuro -
Dopo avere parlato di bilancio, di conti e della situazione debitoria, Lo Monaco è poi tornato a parlare della squadra: "Nelle ultime due gare ho visto qualcosa di diverso, un certo miglioramento dal punto di vista della condizione fisica. Non mi sento di biasimare i tifosi per il loro ‘disamore’. Non è solo la sconfitta di Melfi ma è un periodo che ormai dura da anni in cui si è mangiata un po’ di spazzatura. E’ un momentaneo disappunto per questa squadra, ma sono convinto che ai playoff ci saranno 20mila spettatori allo stadio. Porte aperte per gli allenamenti? Per me non è un problema, a volte dipende dal campo nel quale ci alleniamo. Fino a fine stagione continueremo con Pulvirenti e Russo in panchina. Il tecnico conosce l’ambiente, il problema è della squadra che deve invertire la tendenza. Vendere la società? Bisognerebbe chiedere a Finaria che è maggiore azionista", ha concluso.