Secondo 1-0 di fila per la squadra di Spalletti, diventata "cazzutissima". Un risultato magari non bello esteticamente ma concreto, che denota maturità. Dal Milan di Capello al Leicester, chi vince ne fa sempre largo uso
La cazzutissima Roma l’ha fatto di nuovo. Ancora un 1-0, un’altra vittoria di quelle che magari non esaltano i tifosi, amanti delle forme (e quindi dei risultati rotondi), ma gli allenatori sì. Loro, che guardano alla sostanza, di fronte all’1-0 godono. Perché è la storia del calcio che lo insegna: se vuoi imparare a vincere devi prima imparare a vincere 1-0.
Brutto “esteticamente”, perché chi vince così raramente può dire di aver dato spettacolo, l’1-0 viene riabilitato nel momento in cui porta al risultato tangibile. Non è un caso che Fabio Capello ci abbia fondato su l’invincibilità del suo Milan, arrivando a collezionarne 9 nella stagione scudettata 1993-94; o che ne abbia fatto largo uso anche Antonio Conte, un altro che quando c’è da andare sul concreto non si tira indietro: addirittura 11 nel 2013-2014 e scudetto, ovviamente. O ancora: furono 7 quelli del Leicester (non a caso di Ranieri) alla fine della stagione dei miracoli. Di questi, 4 consecutivi a cavallo tra marzo e aprile, quando le Foxes piazzarono l’allungo decisivo. L’unico che non riuscì a coglierne i frutti fu Roberto Mancini, che dopo averne infilati 9 nel girone d’andata della scorsa stagione, issandosi in cima alla classifica con l’Inter, smise all’improvviso di collezionarli (solo 2 in quello di ritorno), e crollò.
Tornando alla Roma, che aspira a raccogliere risultati concreti, ecco perché la strada sembra quella giusta. Alla ripresa del campionato, l’8 gennaio, passa 1-0 contro il Genoa, merito addirittura di un’autorete, e la cosa esalta Spalletti che nel dopopartita loda gli attributi della sua squadra. Bisogna infatti fare attenzione a non peccare di superficialità: dietro a un 1-0 su autorete possono nascondersi tante cose che non finiscono nel tabellino. Tenuta mentale, cinismo, sicurezza, capacità di controllare la partita: qualità da grande, grandissima squadra.
Sette giorni dopo, contro l’Udinese, l’ennesima prova di forza: ancora 1-0 e se Dzeko venisse a raccontarci di aver calciato apposta quel rigore in cielo, per non rovinare il “risultato perfetto”, forse saremmo anche disposti a credergli. È il terzo 1-0 stagionale della Roma (l’altro contro il Milan), e curiosamente sono giunti tutti nell’ultimo mese. Segno che forse la squadra è veramente maturata: non c’è più quella che spazzava gli avversari 4-0 quando era in giornata e poi magari capitolava malamente quando le veniva chiesta una conferma. La Roma di oggi amministra, calcola, dosa gol e forze perché sa che il campionato è ancora lungo, adesso più che mai. Il gap con la Juve è quasi colmato, per averne la dimostrazione basta vedere come è finito lo scontro diretto: perso “solo” 1-0.