Calcio e criminalità, Agnelli andrà all'Antimafia

Serie A

La conferma arriva dal presidente della commissione, Rosy Bindi, che oggi ha ascoltato in audizione il legale dei bianconeri Chiappero: "C'è la totale e piena disponibilità del nostro presidente a essere qui e a dare il suo contributo", ha detto prima di precisare: "Non c'è alcuna intercettazione che riguardi il presidente della Juventus, mai un riferimento ad un incontro"

Il presidente della Juventus Andrea Agnelli verrà ascoltato dalla Commissione parlamentare antimafia per rispondere alle domande in merito alle indagini sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel calcio professionistico. "Abbiamo chiarito che il presidente della Juventus verrà, non lo avevamo mai dato per certo", le parole del presidente della commissione, Rosy Bindi, al termine dell'audizione nella quale è stato ascoltato l'avvocato dei bianconeri, Luigi Chiappero, che proprio all'inizio della stessa audizione aveva confermato la disponibilità del presidente della Juve ad essere interrogato dalla commissione in merito a quei presunti favori che la società torinese avrebbe fatto ad alcuni ultras legati agli ambienti della criminalità organizzata grazie a biglietti omaggio o fortemente scontati. Un'ipotesi, quella di un coinvolgimento diretto di Agnelli, già smentita nei giorni scorsi dallo stesso presidente della Juventus e dalle trascrizioni delle telefonate agli atti dell'inchiesta, come ribadito anche oggi dall'avvocato dei bianconeri, secondo la ricostruzione dell'audizione fatta dall'ANSA: "Non c'è una sola intercettazione che riguardi il presidente della Juventus - ha detto - mai un riferimento ad un incontro, mai. Ci sono due telefonate tra il presidente e D'Angelo, il security manager, e sei telefonate in cui terze persone parlano del presidente in modo irrilevante relativamente ai biglietti". Immediata la replica di Rosy Bindi, il presidente della commissione: "Ci preoccupa che venga negato il fenomeno, che voi lo neghiate. Il fenomeno c'è, esiste: i biglietti continuate a darglieli?" ha incalzato la Bindi, che come risposta ha ottenuto da Chiappero un "Certo che no". "La strada di assegnare pacchetti di biglietti non assicura la sicurezza dello stadio", ha replicato Bindi all'avvocato della società. "Dominello Rocco si e' presentato come figura che aveva un tratto piu' affidabile, piu' semplice rispetto ai capi delle curve", ha spiegato Chiappero. "Il presidente ha cambiato il modo di comportarsi della società rispetto al passato: qualunque biglietto che esce dalla Juve, tranne qualche eccezione, viene acquistato dai gruppi. Noi pensavamo che passando dagli omaggi al tutto pagato si fosse fatto un salto enorme nella gestione della curva; questo ci consentiva di dire alle curve che non usciva niente di gratis", ha aggiunto. 

Quadro preoccupante - Agnelli a parte, quello che emerge dalle parole di Rosy Bindi è una forte preoccupazione in merito al fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata nei confronti delle società e delle manifestazioni sportive: "L'inchiesta parlamentare è incentrata non su condotte di singoli soggetti ma sul fenomeno nel suo complesso. L'interessamento da parte di soggetti criminali mafiosi nei confronti delle manifestazioni sportive e delle attività economiche ad esse connesse può riguardare tutte le società sportive, professionistiche e non. E' fin qui emerso infatti un quadro che presenta elementi di preoccupazione da molti punti di vista, da cui si evince che nessuno puo' ritenersi immune da tentativi di infiltrazione e condizionamento da parte di poteri criminali: dall'ordine pubblico ai rapporti con i tifosi, al bagarinaggio, al riciclaggio del danaro sporco fino alle scommesse. Occorre pertanto trovare gli opportuni strumenti - ha proseguito Rosy Bindi - per rendere tutti i soggetti della filiera sportiva consapevoli del rischio, e quindi attrezzati per fronteggiarlo insieme alle Istituzioni, a tutela dell'intero sistema del calcio professionistico, che comprende società sportive, ormai anche quotate in Borsa, le quali costituiscono parte rilevante della storia sociale e imprenditoriale del nostro Paese, e che sono pertanto una risorsa nazionale da preservare contro ogni rischio di aggressione illegale".

Non si patteggia - Riguardo un eventuale deferimento in sede di giustizia sportiva "oggi come oggi, per come ci viene formulata, non c'è nessuna possibilità di fare patteggiamenti, perché noi rimandiamo al mittente qualunque tipo di accusa che ci venga rivolta come una conoscenza anche solo indiretta di quello che c'era dietro le curve". Lo dice l'avvocato della Juventus, Luigi Chiappero, al termine dell'audizione in commissione parlamentare Antimafia. "Non può mai essere detto che la Juventus era a conoscenza di questa situazione. Non c'è un elemento che possa portare a dirlo", ha ribadito l'avvocato, preferendo non rivelare se Pecoraro ha chiesto di ascoltare anche il presidente della Juventus, Andrea Agnelli: "Sull'indagine sportiva - ha concluso il legale bianconero - preferirei non dire nulla perché siamo in una fase in cui stiamo aspettando gli esiti".