Serie A, Juventus-Genoa 4-0: gol e highlights

Serie A

Dopo l'euforia per la fantastica prova del Camp Nou, i bianconeri non si distraggono, travolgono i rossoblù di Juric e volano a +11 per ora sulla Roma. Autogol di Munoz, reti di Dybala e Mandzukic nel primo tempo. Poker nella ripresa di Bonucci

JUVENTUS-GENOA 4-0

17' aut. Munoz, 19' Dybala, 41' Mandzukic, 64' Bonucci

 

Cambiano gli interpreti, la Juventus no. Dopo la fantastica prova del Camp Nou e l’euforia per aver raggiunto la seconda semifinale di Champions negli ultimi quattro anni, i bianconeri non si lasciano distrarre e travolgono 4-0 il Genoa nel posticipo domenicale della 33^ giornata. Per piegare i rossoblù di Juric, vittoriosi nello scontro dell’andata, ai ragazzi di Allegri basta un tempo. Anzi 73 secondi tra il 17’ e il 19’. Prima un’autorete di Munoz, dopo un bell’inserimento di Marchisio in area, poi un tiro da fuori di Dybala hanno spianato una gara poi facile da controllare. Sul finire dei primi 45’ arriva il tris di Mandzukic. Nella ripresa Bonucci cala il poker, con una grande azione in solitaria al 64’. In attesa del posticipo del lunedì tra Roma e Pescara, la Juve vola a +11 sui giallorossi. Un altro passettino in avanti verso il sesto scudetto consecutivo. E allo Stadium le partite consecutive vinte diventano 33.

 

 

Dopo le vittorie di Empoli e Crotone, il Genoa di Juric è costretta a guardarsi ora alle spalle: il vantaggio sui toscani è di una sola lunghezza. Sulla terz’ultima posizione, occupata ora dai calabresi, la squadra di Juric ha sei punti di vantaggio. La gara, per Burdisso e compagni non era partita neanche male. Nei primi 17 minuti, i rossoblù erano riusciti a sporcare il palleggio della capolista, rendendo difficile il dominio della squadra di Allegri. L'uno-due tra l’autorete di Munoz e la rete di Dybala (il settimo nelle ultime sei gare allo Stadium in tutte le competizioni) hanno indirizzato la gara.

Le scelte

A questo punto della stagione, privo di Pjanic squalificato, Allegri decide di fare un ampio turnover. A Dybala, Higuain e Mandzukic, però, non rinuncia mai. Buffon resta a casa, gioca Neto. A riposo restano anche Chiellini, Alex Sandro, Dani Alves. Quando arrivano le formazioni ufficiali, sembra arrivato il momento di cambiare modulo dal 4-2-3-1 al 3-4-1-2. In realtà, Allegri stupisce con una mossa tattica inaspettata: Cuadrado è in panchina? Al suo posto, in posizione di ala va Lichtsteiner. Barzagli gioca a destra, con Benatia e Bonucci al centro. A sinistra c'è Asamoah. Senza Pinilla e Rigoni squalificati, Juric conferma la difesa a tre con Gentiletti e Munoz accanto a Burdisso. Davanti Ntcham e Palladino a supporto del Cholito Simeone, autore di una doppietta all’andata.

Primo tempo dominato

La gara è cominciata con il minuto di silenzio per ricordare Michele Scarponi, lo sfortunato scalatore dell’Astana, rimasto vittima sabato di un incidente stradale mentre si allenava. Poi è stato il momento della gara. Dopo primi minuti difficili, la gara è stata indirizzata dall’autorete di Munoz e Dybala. Sul 2-0 i bianconeri hanno controllato facilmente, prima di segnare ancora. Al 41’ il tris: giocata incredibile di Mandzukic, che recupera palla in difesa, vola sulla sinistra, entra in area e fulmina Lamanna. Per il croato è il sesto gol stagionale in campionato: 4 sono arrivati allo Stadium.

Gol di Bonucci, e tre pali

Colpito dal 3-0, il Genoa prova ad accorciare al 47’ con Simeone, che non riesce a indirizzare verso la porta un pallone di Veloso. Al 53’, il primo gol di Bonucci, annullato dall’arbitro per un fallo di confusione in area di rigore. Poi, la rete è buona al 64’. Azione in solitaria del difensore bianconero che penetra centralmente, e dai 20 metri lascia partire un tiro imparabile per Lamanna. Bonucci è l’unico difensore ad aver segnato almeno due gol negli ultimi quattro campionati. La Juve però non si accontenta e preme ancora sull’acceleratore. Arrivano due legni nella stessa azione con Marchisio e Higuain. Uno di Asamoah. La Juve non colpiva almeno tre pali nella stessa gara dal derby contro il Torino dell’aprile 2015. La gara finisce qui. Un altro passettino verso un altro titolo.