Atalanta, c’è l’Empoli: i convocati di Gasperini

Serie A
Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta (Getty)
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Il tecnico nerazzurro ha chiamato 24 calciatori e nella lista comunicata dal club non è presente Berisha; il portiere ha parlato così della stagione della squadra: "All’inizio c’era delusione perché non riuscivamo a vincere, ma il gruppo è sempre stato forte"

Nella gara contro il Milan è arrivata la certezza di giocare la prossima Europa League, contro l’Empoli i nerazzurri vogliono portare a casa gli ultimi punti disponibili per chiudere nella maniera migliore la stagione in corso che rimarrà comunque storica. Gian Piero Gasperini - che ancora una volta non ha parlato nella conferenza stampa della vigilia prima della partenza per la Toscana - ha diramato l’elenco dei 24 calciatori convocati per il match del Castellani, in programma contro la formazione di Martusciello domani alle 15. Questo l’elenco completo: Bastoni Alessandro, Caldara Mattia, Conti Andrea, Cristante Byan, D’Alessandro Marco, Freuler Remo, Gollini Pierluigi, Gomez Alejandro - convocato per la prima volta anche dalla nazionale argentina -, Grassi Alberto, Hateboer Hans, Kessie Franck, Kurtic  Jasmin, Masiello Andrea, Migliaccio Giulio, Mounier Anthony, Paloschi Alberto, Pesic Aleksandar, Petagna Andrea, Raimondi Cristian, Rossi Francesco, Spinazzola Leonardo, Taliento Roberto, Toloi Rafael, Zukanovic Ervin.

Parla Berisha

Dopo aver lavorato a parte nella giornata di ieri Etrit Berisha non è stato inserito nella lista dei giocatori a disposizione di Gasperini; il portiere albanese, però, ha rilasciato un’intervista al sito ufficiale del club nerazzurro, ripercorrendo così la stagione che sta per finire: "Sono felice sia a livello personale che per quello che ha fatto la squadra. Fin dal primo giorno, da quando sono venuto a Bergamo, ho visto e capito le capacità di questo gruppo. Ho visto una squadra che aveva tanta voglia di fare qualcosa del genere e io ero convinto fin dall’inizio che ce la potevamo fare, anche dopo l’inizio difficoltoso. C’era delusione perché non riuscivamo a vincere, ma la cosa più importante era vedere che c’era un gruppo forte. E soprattutto c’era un allenatore, un uomo, che ha fatto la differenza e ci ha fatto fare tante cose buone".

Sul suo rendimento personale

"Quando entravamo in campo sapevamo tutti cosa doveva fare. La parata più bella? Me ne è piaciuta una in modo particolare, quella sul colpo di testa di Khedira con la Juventus nel match di ritorno. Eravamo in difficoltà e quella parata è stata importante. A me piacciono gli interventi che servono a qualcosa, che risultano decisivi, perché ti fanno vincere le gare. Non è la stessa cosa se fai una parata quando vinci 3-0 o perdi. Ma dopo le partite, nei video visti con il preparatore dei portieri, più che le parate riguardiamo dove e cosa posso migliorare. Questo per me è molto importante perché ti aiuta a crescere e a puntare a livelli sempre più alti", ha concluso.