Scudetto Juventus 2017, le pagelle di Matteo Marani

Serie A

Matteo Marani

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Dal 9 di Gianluigi Buffon al 10 di Massimiliano Allegri. I bianconeri vincono il sesto titolo consecutivo, e il responsabile di Sky Sport24 dà i voti al campionato

JUVE 6 NELLA STORIA: LO SPECIALE SCUDETTO 

BUFFON 9

Passano gli anni e Gigi continua a pararle tutte: in campo, nello spogliatoio, con i tifosi. Un capitano al quadrato. Ha confezionato una delle migliori stagioni della sua già straordinaria carriera, senza errori e con parate spesso decisive. Una leggenda vivente che non finisce di emozionare.

DANI ALVES 7,5

Ha capito in fretta che più del samba, a Torino serviva la marcia militare. Quella pretesa da Massimiliano Allegri. E sulla fascia destra, una volta rientrato dall’infortunio, ha iniziato a costruire la sua leadership. La seconda parte dell’anno l’ha visto al livello della sua storia.

ALEX SANDRO 7

Ha solcato in lungo e in largo la fascia sinistra, con la sua potenza fisica e il suo spirito offensivo. Ha fatto la fortuna di Higuain e degli altri attaccanti coi suoi cross. E’ stato uno degli investimenti maggiori degli ultimi anni, in un mercato che offre pochissimi laterali difensivi di questo livello.

BARZAGLI 7

Dei tre moschettieri bianconeri, quelli su cui si è costruito il ciclo di questi anni, è quello che ha giocato di meno. Una ventina di presenze in tutto, accompagnate però della solita, granitica solidità. L’esperienza dei 36 anni sono un radar speciale per leggere sempre in anticipo le azioni.

CHIELLINI 8

Eroico in Champions, in campionato è stato la diga difensiva assieme a Bonucci, con cui si integra in modo totale. Uomo di lotta e di governo: corsa, petto in fuori, spallate quando serve, continuità di rendimento. Funzionale come nessuno nella Juve e una doppietta di testa contro la Samp come suggello.

BONUCCI 8

Se il capitano è Buffon, il trascinatore è lui. Duro e tenace al punto tale da scontrarsi con il suo allenatore, ma di una forza e di una puntualità impressionante nelle chiusure difensive. E’ il leader indiscusso di un reparto difensivo che ha ormai scritto un’intera epoca bianconera.

PJANIC 7

Ha iniziato da trequartista, ruolo per il quale era stato prelevato dalla Roma, ma dopo la rivoluzione tattica di Allegri ha agito da centrocampista puro, dialogando al meglio con Khedira. Alcune punizioni e qualche assist, anche se il talento del Piccolo Principe può fare cose ancora più grandi.

KHEDIRA 8,5

Un anno intero in campo, tutto e finalmente a disposizione della Juve. Su di lui, più ancora che su Pjanic, si è costruita la tenuta di un centrocampo ridotto numericamente di un’unità. Geometrie precise, sostanza nel cuore del gioco, unito a un’esperienza con pochi pari. Poco visibile, ma decisivo.

CUADRADO 8

Lo voleva Conte, ma una volta arrivato al Chelsea non l’ha più avuto. Se l’è goduto così Allegri, esaltandolo in un modulo che l’ha visto dominare sulla fascia destra. Abbiamo potuto finalmente ammirare il Cuadrado migliore: accelerazioni, dribbling, assist, fantasia.

DYBALA 9

Ha segnato meno gol di un anno fa, quando si prese la Juve appena arrivato, ma alla fine ha inciso persino di più. Gli è stato chiesto il sacrificio di allontanarsi dalla porta, per giocare da trequartista, e lui si è subito messo a disposizione, accendendo con le sue invenzioni il gioco offensivo. La luce è lui.

MANDZUKIC 9

Il senso di questa stagione juventina sta tutta nell’attaccante croato. Uno che ha vinto tutto, in carriera, che ha segnato valanghe di gol da prima punta. E che invece ha accettato di defilarsi sulla fascia per permettere alla squadra di farsi complessivamente più offensiva. Cosa significa essere un campione.

HIGUAIN 9

Il colpo del calciomercato estivo. Con una domanda sospesa nell’aria: erano eccessivi i 90 milioni di euro spesi per un giocatore vicino ai 30 anni? La risposta l’ha data lui sul campo: 24 reti, pesantissime nell’economia del campionato, con 7 doppiette. E’ stato un Pipita d’oro.

MARCHISIO 6

Il più juventino degli juventini, perché lì è nato, cresciuto e diventato Principe. Ha vissuto una stagione senza comparire in prima linea come in altre stagione. E’ ripartito dopo l’infortunio gravissimo di un anno fa, cedendo poi il passo a Khedira e Pjanic come titolare dell’anno.

LICHTSTEINER 6,5

Dopo anni da protagonista, ha dovuto lasciare strada a Dani Alves, salvo farsi trovare pronto nelle occasioni in cui è stato chiamato in causa. E lui, anche di fronte al fatto di non essere molto coinvolto a inizio stagione, ha risposto con impegno, tenacia, polmoni ed entuasiamo.

ALLEGRI 10

E’ stato il suo anno. Se nei primi due scudetti in bianconero aveva puntato sull’orgoglio dei senatori, nel terzo ha rivoluzionato la squadra, varando il modulo con le cinque stelle dell’attacco, e garantendo al contempo un perfetto equilibrio difensivo. E’ arrivato in fondo in tutte le manifestazioni. Un capolavoro.