Come il PSG paga la clausola di Neymar con il Fair play finanziario?

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Neymar Jr., protagonista assoluto dell'estate del calciomercato (Foto Getty)

Il trasferimento del fuoriclasse brasiliano al club parigino è l’affare dell’anno. Ma come si giustifica un esborso del genere davanti al Fair Play Finanziario della UEFA? Ecco la strategia del PSG e le possibili ripercussioni

Da Barcellona, nei giorni scorsi, erano sicuri: Neymar non si muove “al 200%”, anche per i vincoli imposti dal Financial Fair Play. Le ultime notizie che arrivano dagli Stati Uniti, però, raccontano un’altra storia: il fuoriclasse brasiliano sembra davvero intenzionato a lasciare la Catalogna per trasferirsi a Parigi per una somma record di 222 milioni di euro, quelli della sua clausola rescissoria con i blaugrana. Ma come può fare il club parigino a giustificare una spesa talmente esorbitante con i limiti imposti dal Fair Play Finanziario a cui tutte le squadre della UEFA devono sottostare per partecipare alle competizioni europee? I 222 milioni della clausola rescissoria, infatti, sarebbero più del doppio del trasferimento più costoso della storia del calcio, quello che nella scorsa estate ha portato Paul Pogba dalla Juventus al Manchester United per 105 milioni di euro. E il fatturato dei francesi, per quanto alto, non è in grado di far rientrare nei paletti una spesa del genere.

La strategia del PSG: come pagare nonostante il Fair play finanziario?

L’idea dei parigini, o meglio della proprietà qatariota del Oryz Qatar Sports Investment, sarebbe di aggirare il FFP senza coinvolgere direttamente o ufficialmente il PSG. Quando viene pagata una clausola rescissoria, infatti, tecnicamente è il giocatore stesso in prima persona che paga la “penale” al club con cui è sotto contratto per potersi liberare, andando poi a firmare per qualsiasi squadra egli voglia. Ovviamente Neymar non possiede i 222 milioni per liberarsi dal Barcellona: quei soldi devono essere “investiti” dalla squadra che intende poi metterlo sotto contratto, in questo caso il PSG (che, secondo quanto riportato da Marca, pare abbia raggiunto un accordo verbale per un contratto di sei anni da 30 milioni a lui e una commissione da 40 milioni al padre-agente). La proprietà qatariota vorrebbe consegnare quei soldi a Neymar attraverso un accordo di sponsorizzazione personale, che sia con una delle tante aziende controllate o con un partner commerciale. Così i 222 milioni non verrebbero contabilizzati sui libri del club francese, il quale sarebbe libero di firmare Neymar come se fosse svincolato e mettere a bilancio “solo” il costo del suo ingaggio – pari a quello dell’attuale compagno Lionel Messi, ma senza considerare un sostanzioso bonus al momento della firma.

Gli occhi aperti della Uefa

La proprietà qatariota potrebbe giustificare la cifra monstre data a Neymar davanti alla UEFA sostenendo che il prezzo è congruo al profilo internazionale di un personaggio del calibro del brasiliano, senza alcun dubbio uno degli sportivi più famosi del mondo. Ciò nonostante, è improbabile che l’organo di controllo si faccia “fregare” in questo modo: il PSG notoriamente aveva già provato una manovra del genere nel 2013, gonfiando a dismisura il contratto di sponsorizzazione del Qatar Tourism per 200 milioni di euro. La UEFA aveva utilizzato proprio questo episodio per inserire un aggiornamento del FFP in cui chiaramente veniva scritto che casi come questi sarebbero stati presi in considerazione, smascherando la triangolazione del PSG e quindi sanzionandolo per la violazione del FFP con una multa 22 milioni di euro, limitando poi la possibile spesa a 54,5 milioni di euro per il mercato 2014-15 (investiti quasi tutti su David Luiz) e la rosa in Champions League a soli 21 giocatori invece di 25.

Un Neymar val bene la spesa

Nel caso in cui l’escamotage non vada a buon fine, il club parigino potrebbe decidere semplicemente che il gioco vale la candela: la UEFA, infatti, non avrebbe il potere di bloccare il trasferimento di Neymar, ma può sanzionare il club (sia con multe che con limitazioni sulla rosa o sul mercato, arrivando fino al blocco) e imporgli misure “correttive” per rientrare dagli eccessi in un dato periodo di tempo. Il PSG può accettare volontariamente le sanzioni con l’idea, semplicemente, che Neymar è un talento tale da valere qualsiasi multa o limitazione futura, per quanto sia pesante (e probabilmente saranno le massime possibili). L’allenatore Unai Emery nelle scorse settimane ha parlato apertamente della necessità di prendere un giocatore top-5 per poter competere con i migliori: Neymar, dopo averli eliminati quasi da solo nel leggendario 6-1 della scorsa Champions e aver segnato contro di loro ben 7 gol in 6 incontri, è esattamente quel tipo di giocatore. E vale qualsiasi cifra, per quanto assurda.