L'agente del portiere rossonero ha raccontato la sua verità sul mancato rinnovo di contratto con il Milan: "Inizialmente Gigio voleva rinnovare, ma poi ci siamo sentiti minacciati e poco difesi dal club: lo hanno perso loro. In ogni caso mi prendo tutte le responsabilità". Sul futuro non esclude nulla, nemmeno che possa riaprirsi tutto
E dopo tre giorni Mino Raiola parlò. L'argomento, ovviamente, il più chiacchierato del calcio mercato, ovvero il no del suo assistito Donnarumma alla proposta di rinnovo di contratto fatta arrivare sul tavolo dell'agente nella sua casa di Montecarlo. Quello che avrebbe dovuto legare Gigio alla squadra del suo cuore, che però, alla fine, il portierone rossonero ha deciso di rifiutare. E allora, dopo tre giorni di congetture, insulti dei tifosi, ipotesi di mercato e ragionamenti sulle motivazioni di Donnarumma ecco che il procuratore più famoso del mondo ha voluto raccontare in una mini conferenza stampa le ragioni del rifiuto rossonero.
"Minacciati e non difesi"
"Inizialmente Gigio era disposto a rinnovare con il Milan, la sua idea era quella. E anche per questo motivo io ho sempre detto che non sarebbe mai andato via a parametro zero, anche perchè lui non aveva nessun dubbio. Poi, però, sono cambiate alcune cose e di fatto il Milan ci ha forzato a non rinnovare. Prima di tutto è mancato l'appoggio della società nei suoi confronti in alcune situazioni spiacevoli, come in occasione dello striscione esposto dai tifosi contro di lui sotto la sede del Milan e che una società seria come il Milan avrebbe dovuto far rimuovere. Poi l'atteggiamento dei dirigenti rossoneri durante le trattative sul rinnovo, nelle quali di fatto ci hanno minacciato dicendoci che non lo avrebbero fatto giocare e avrebbero provato a stroncargli la carriera in caso di mancato rinnovo: non credo che questa sia la politica migliore da intraprendere se una società vuole rinnovare il contratto a un proprio giocatore. In ogni caso io mi assumo al 100 per cento le responsabilità di questa mancata firma, ma oggi anche lui si è convinto che questa fosse la cosa migliore per lui, soprattutto per l'atteggiamento dei dirigenti rossoneri nei suoi confronti, ripeto. Tra me e Mirabelli non c'è feeling, siamo su due lunghezze d'onda completamente diverse: il suo atteggiamento da dirigente non lo condivido e soprattutto non posso permetterlo. Per me siamo già al mobbing".
Il futuro
Sul futuro invece l'agente di Donnarumma non si sbilancia: "Non ho parlato ancora con nessuna altra squadra, non abbiamo alcun accordo e di certo non ci metteremo a breve a cercare un'altra destinazione per Gigio". Non è esclusa nemmeno una clamorosa riapertura ai rossoneri: "Se mi chiamano ho l’obbligo di ascoltare perché il Milan è il datore di lavoro di Gigio. Credo non sia la soluzione migliore, ma non escludo nulla. Dovrebbero cambiare i toni e i modi di qualcuno".