Benvenuti in F1nlandia, la culla dei campioni

Formula 1
Valtteri Bottas, (GP Russia 2017) - Foto: Getty Images
GettyImages-675132166

Dopo esser salito per la prima volta sul gradino più alto del podio, Vallteri Bottas sogna di essere il quarto pilota finlandese a diventare campione del mondo di Formula Uno. In Finlandia, appunto, il Paese che vanta la densità più alta di campioni per abitante

77 miliardi di alberi, due milioni di saune, tre campioni del mondo di Formula Uno. La Finlandia è il regno delle quattro ruote. E ora con Vallteri Bottas un’intera nazione può sognare il quarto titolo mondiale. Ironico, per un Paese in cui le multe per eccesso di velocità possono costare anche migliaia di Euro.

Non è una questione di qualità tecniche al volante né di comuni statistiche: molto più semplicemente di densità di popolazione. O meglio, di campioni pro capite. Curiosamente, la Finlandia stravince questa speciale classifica. Un Paese che conta meno di sei milioni di abitanti, infatti, ha avuto tanti campioni del mondo quanti ne sono nati in Brasile, che però vanta una popolazione 40 volte superiore a quella finlandese.

“Voglio essere il prossimo campione del mondo finlandese”, ha dichiarato Bottas al termine del Gran Premio di Sochi, gara in cui ha festeggiato la sua prima vittoria in carriera. Ma che cos’è che rende la Finlandia una culla naturale per giovani aspiranti fenomeni sulle quattro ruote?

Aveva provato a dare una risposta Mika Salo parlando del carattere nordico che contraddistingue i suoi connazionali, notoriamente calmo, imperturbabile. In un’intervista di qualche anno fa l’ex pilota Ferrari aveva dichiarato infatti di non essere nemmeno andato ai funerali dei suoi nonni, morti mentre lui correva in Formula Uno, per rimanere concentrato sul lavoro.

Una mentalità perfetta per chi vuole vincere in uno sport in cui mantenere il sangue freddo diventa fondamentale. Non è un caso, infatti, che l’ultimo finlandese a festeggiare il titolo mondiale sia stato un ragazzo soprannominato “the ice man”, l’uomo di ghiaccio: Kimi Räikkönen, un campione in grado di eguagliare il record di dieci giri veloci firmati in una singola stagione ottenuto da Michael Schumacher.

Una peculiarità, quella della calma, che era parte anche dell’animo di Mika Hakkinen, due volte campione del mondo (1998 e 1999), unico pilota della storia insieme a Fernando Alonso a battere per due stagioni Schumacher nella corsa al titolo mondiale. E infine di Keke Rosberg, campione nel 1982, che ha trasmesso la sua passione e il suo DNA a suo figlio Nico. Carta d’identità tutta tedesca, ma sangue finnico per metà. E stessa sorte del padre, 24 anni dopo.

Ma non c’è solo il carattere dei finlandesi a fare la differenza, ma è anche la terra stessa dove nascono a dar loro una marcia in più. Nel corso degli anni sono stati in tanti a raccontarlo, da Heikki Kovalainen a JJ Lehto: per i ragazzi finlandesi, guidare è un hobby che si coltiva sin da piccoli. Non una passione legale né sicura, certamente, ma è comune salire a bordo di automobili vecchie e sconquassate e imboccare strade di campagna e vie secondarie per provare le prime volte a sfrecciare ad alta velocità. In condizioni naturali e atmosferiche che metterebbero a dura prova anche automobilisti esperti. Strade di ghiaia coperte di neve per gran parte dell’anno, dove l’aderenza è di gran lunga inferiore rispetto a quella che genera l’asfalto. Un’abilità che poteva vantare anche un’altra icona di questo sport come Gilles Villeneuve. E anche i sei campioni finlandesi di Rally, altra specialità in cui questo Paese eccelle. Capacità, queste, che sono richieste anche agli automobilisti comuni, che per ottenere la patente di guida devono affrontare più prove pratiche in diverse condizioni metereologiche.

Vallteri Bottas si inserisce proprio in questo contesto, ultimo testimone di una lunga storia di successi. E a giudicare dagli ultimi GP, il futuro, o meglio, la strada, sembra essere bella e prosperosa.