F1, GP Azerbaigian: l'analisi tecnica della gara

Formula 1

Cristiano Sponton

Daniel Ricciardo, Red Bull (GP Azerbaigian 2017) - Foto: Getty Images
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Tra i due (e più) litiganti, Ricciardo gode. E’ il responso del caotico GP di Baku che ha visto trionfare, per la prima volta in questo 2017, il pilota australiano della Red Bull. Una RB13 che, seppur competitiva, non è stata sicuramente la vettura più veloce ma Daniel ha approfittato dei problemi e degli errori/orrori dei piloti Ferrari e Mercedes 

La Mercedes ha letteralmente buttato nel cestino una vittoria che avrebbe permesso ad Hamilton di accorciare in classifica piloti su Sebastian Vettel. Vittoria lasciata per strada perché in un mondo ipertecnologico come quello della Formula 1, è veramente strano (forse non è mai successo) vedere un pilota fermarsi ai box per la sostituzione della struttura di protezione del casco che era stata mal fissata sulla W08. Hamilton è stato costretto alla sosta perché rischiava la bandiera nera con disco arancio, che viene utilizzata dal direttore di gara per informare il pilota di problemi meccanici che possono mettere in pericolo lui stesso e gli altri e chi la riceve deve fermarsi al suo box al giro successivo.

A Bottas le cose sono andate decisamente meglio visto che un contatto con Raikkonen lo aveva relegato in ultima posizione con un giro di ritardo ma, grazie alle numerose Safety Car, è riuscito a rientrare in gara e terminare in seconda posizione con un sorpasso avvenuto pochi metri prima della linea del traguardo su Stroll.
Mentre, possiamo considerare positiva la gara di Vettel, in un fine settimana che non prometteva bene il pilota della Ferrari è riuscito a guadagnare punti su Hamilton.

In qualifica, il team italiano ha faticato come non si era mai visto in questo inizio di mondiale 2017, a portare nella giusta finestra di funzionamento le gomme anteriori. La causa potrebbe essere dovuta all’assetto aerodinamico scarico che, accoppiato a quello meccanico, certamente più rigido rispetto ad altri Gran Premi, non ha permesso ai due piloti in Rosso di sfruttare appieno l'enorme potenziale del compound SuperSoft nella giornata di sabato. La SF70H, rispetto alla Mercedes W08 è una vettura meno efficiente aerodinamicamente che riesce a generare un minor carico dal corpo vettura ed è per questo che, nonostante l’ala a cucchiaio”, pagava qualche decimo di troppo nell’ ultimo settore. Gli ingegneri di Maranello hanno dovuto optare per un assetto aerodinamico più carico rispetto a Mercedes che, abbinato all’utilizzo del motore endotermico specifica 1, montato su entrambe le vetture, non gli ha permesso di avere il giusto livello di competitività sul lungo rettifilo di oltre 2 km.

Per quanto riguarda i passi gara, come possiamo notare dal grafico in basso, Hamilton nella prima parte aveva un ritmo migliore rispetto a quello di Vettel ma il distacco era piuttosto contenuto. Questo dimostra che il gap rimediato in qualifica dalla Ferrari era da imputare principalmente alle gomme. Nel secondo stint il ritmo di Hamilton e Vettel è stato similare, mentre, nell’ultima parte di gara il pilota tedesco è stato più rapido dell’inglese di un decimo. Questo calo di prestazione di Hamilton è imputabile ad un surriscaldamento della Power Unit Mercedes (parte ibrida) che, succede molto spesso ai piloti Mercedes quando sono costretti a viaggiare nel traffico.

Red Bull, su una pista non congeniale, è riuscita a cogliere un’insperata vittoria sfruttando al massimo gli errori altrui. La RB13 ha dimostrato un’eccellente capacità di generare grip meccanico nonostante un’ala posteriore molto scarica, necessaria per contrastare i tanti cavalli che la Power Unit Renault paga ancora da quella Mercedes e Ferrari. Il team di Milton Keynes, per tutto il weekend è riuscito a far segnare ottimi parziali nel secondo tratto di pista che è quello più guidato pagando decimi preziosi nel primo e terzo settore che sono quelli in cui è fondamentale la velocità massima. Nonostante i passi avanti fatti dopo la Spagna, l’analisi dei passi, dimostra quanto ancora sia distante la RB13 da Ferrari e Mercedes.

Visti i valori in campo la Ferrari può ritenersi soddisfatta del risultato ma, considerando il problema accusato da Hamilton, Vettel, se non avesse commesso l’errore di “reagire” malamente alla manovra dell’inglese, ritenuta perfettamente regolare dai commissari, avrebbe potuto allungare decisamente nella classifica del mondiale.
Nelle prossime gare ci sarà da capire se le prestazioni offerte dalla Mercedes su piste da basso carico aerodinamico, siano replicabili su quelle da medio-alto carico dove, la SF70H, ha dominato in questo 2017.