Formula 1, GP Austria: una gara che non ha mai cambiato posto

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Simone De Luca

Red Bull Ring, (GP Austria 2016) - Foto: Getty Images
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La storia di alcune delle 29 edizioni al Red Bull Ring che ha visto tre vittorie di Prost, sei della McLaren e cinque della Ferrari, ma anche alcuni indimenticabili successi italiani. Una sola, in extremis, a un passo dal secondo ritiro, per l’idolo di casa Niki Lauda

Zeltweg, Spielberg, Redbullring, Osterreichring, A1 Ring, chiamatelo pure come volete in sostanza è sempre lui: il circuito su cui si corre ancora oggi, con poche ma sostanziali modifiche sempre per discorsi di sicurezza. Un caso più unico che raro nella F1 Moderna, pari solo al GP d’Italia (sempre a Monza tranne nel 1980) e a quello di Monaco per ovvi motivi storico-logistici. Quindi al Redbullring, Osterreichring, Spielberg, Zeltweg, A1 Ring, chiamatelo “comevoletering”, è impossibile non affezionarsi. Perché è sempre lui, col suo carattere, le sue montagne verdi nel cuore della Stiria e le sue storie affascinanti.

1964 - Storie affascinanti che cominciano, per il mondiale di F1, nel 1964. In realtà il primo GP d’Austria della storia si corre si a Zeltweg ma sull’asfalto super abrasivo dell’aeroporto. In Austria, passata la guerra e le vecchie ruggini, decidono di imitare gli inglesi e Silverstone e quindi vanno a correre sulle piste da cui decollano e su cui atterrano abitualmente aerei militari. È un’unica edizione per una vittoria unica. La sola del talento Lorenzo Bandini che con la sua Ferrari chiude davanti a Richie Ginther e Bob Anderson. È anche l’edizione dell’esordio di Jochen Rindt, primo austriaco a correre nel mondiale di F1.

1975 - Adesso si che si corre sul circuito che ricalca quello attuale e la storia racconta di un’altra prima volta: quella di Vittorio Brambilla. In pole position parte l’idolo di casa Niki Lauda, le auto si posizionano sulla griglia ma in diverse parti del tracciato piove. Si torna ai box per montare le gomme da bagnato e la griglia viene composta di nuovo.
Al via Lauda prende la testa davanti ad Hunt, e Depailler, Andretti va in testacoda e dal nulla, nel buio dell’acqua vaporizzata dalle monoposto, compare Brambilla che si porta subito al terzo posto.
Lauda fatica sotto il diluvio con una macchina che non è stata assettata per il bagnato e viene passato da Hunt con la sua Hesketh. Ma il futuro campione del mondo ’76 ha problemi e viaggia con un cilindro in meno. Brambilla invece dietro i problemi non li ha o se li ha non li fa notare. Va a vincere con 27 secondi di vantaggio su Hunt, il futuro campione del mondo ’76 Hunt, e 34 su Tom Pryce. Appena tagliato il traguardo però alza le mani dal volante per festeggiare, la sua March-Ford parte sul bagnato e il monzese va a sbattere sulle barriere danneggiando il muso. Chiuderà il giro d’onore con la macchina accartocciata ma poco conta, la vittoria non può togliergliela nessuno.

1976 - Un anno più tardi e un’altra prima vittoria: John Watson, portatore di una barba che oggi sarebbe definita da Hipster ma che negli anni ’70 era pienamente nella norma, conquista la prima fila in qualifica. E poi la prima vittoria personale davanti a Laffite e Nilsson. Per Roger Penske è il primo ed unico successo in Formula 1. Una scommessa vinta. Soprattutto con Watson che, proprio per onorare una promessa fatta al suo capo, si raderà completamente barba e baffi.

1977 - La pista cambia rispetto ad un anno prima: una chicane sostituisce la prima velocissima e pericolosissima curva. In Pole, come già nel 1975 c’è Niki Lauda. Ma nel suo GP di casa l’austriaco sembra destinato ad avere scarse fortune. La gara, ancora una volta, parte con pista bagnata. Il gruppo si divide tra chi sceglie le slick e chi le gomme da bagnato. In testa nei primi giri va Mario Andretti che però si ritira per una rottura del motore. Con l’asfalto viscido va in testa James Hunt ma a mettersi in luce sono Alan Jones e Gunnar Nilsson. Lo svedese, partito 16esimo, si porta in seconda posizione mentre l’Australiano dalla 14esima si porta in quarta. Nilsson si ferma per sostituire le gomme da bagnato ormai consumate, mentre Jones passa Stuck e si porta in seconda posizione. La corsa sembra decisa ma un guasto costringe Hunt al ritiro e così Jones centra la prima vittoria in carriera, l’unica per la Shadow davanti ad un Lauda in rimonta con la pista che si stava asciugando.

1978 - Il pubblico è sempre per l’idolo locale Niki Lauda che però, vinto il mondiale 1977, è passato alla Brabham-Alfa Romeo e non ha ancora mai vinto nel GP di casa. Il 12esimo posto in griglia non fa ben sperare. In pole c’è il talentuoso svedese Ronnie Peterson con la Lotus-Ford. In partenza Peterson passa primo alla prima curva con Reutemann che passa Andretti e si prende la seconda posizione. Piedone prova il sorpasso ma i due si toccano. Andretti finisce nelle barriere mentre Reutemann perde due posizioni. Durante il quarto giro si scatena il diluvio e la gara viene sospesa anche a causa delle uscite di Reutemann e Scheckter.
Come la pioggia allenta un po’ la presa la gara riprende con Peterson davanti a Depailler e a un sorprendente Lauda. Con la pista che si asciuga Peterson allunga sul gruppo, Reutemann prende una bandiera nera per essere stato rimesso in pista dai commissari causando bandiera rossa e Lauda va a sbattere consegnando il terzo posto a Gilles Villeneuve. Nonostante i pit stop per passare alle gomme da asciutto la classifica non cambia: arriva la decima vittoria di Peterson in carriera. L’ultima prima del fatale incidente di Monza.

1982 - È la gara che vede il primo pit stop con rifornimento della storia della Formula 1, è la gara dell’incidente in partenza tra le due Alfa Romeo di Giacomelli e De Cesaris, è la gara della prima vittoria in carriera per Elio De Angelis. In pole c’è Nelson Piquet davanti al compagno Riccardo Patrese con una Brabham che a serbatoi vuoti vola. I due al via scattano bene e cominciano a scavare un divario importante con gli altri. A metà gara l’evento: Piquet si ferma per il primo pit stop con cambio gomme e rifornimento della storia della F1 moderna. Rientra al quarto posto alle spalle di Keke Rosberg che seguiva Prost e De Angelis. Pochi giri dopo è la volta di Patrese che entra ai box per la sua sosta ma torna in pista ancora al comando con pochi secondi di margine su Prost prima di essere costretto al ritiro per un problema al motore.
In testa c’è quindi il francese della Renault davanti a De Angelis e Rosberg che nel frattempo comincia la sua rimonta non dovendosi più guardare le spalle da Piquet, costretto al ritiro. Prost sembra avviato ad una facile vittoria ma a 5 giri dalla fine un problema meccanico lo toglie dalla corsa. De Angelis è primo ma Rosberg è tutt’altro che battuto. Recupera secondi su secondi complice anche il calo di ritmo del romano che vuole evitare errori e problemi. Nell’ultimo giro Rosberg è nei suoi specchietti e sembra poter vincere ma De Angelis è in controllo: all’ultima curva tiene una traiettoria interna e tanto basta. La vittoria, la prima in carriera, è sua per appena 50 millesimi di secondo.

1984 - Il pubblico è sempre sugli spalti per Niki Lauda. Nessun austriaco ha finora mai vinto il GP di casa. Niki dopo il ritiro è tornato a correre con un solo obbiettivo: il terzo mondiale. Anzi con un due obbiettivi: il terzo mondiale e la vittoria in casa. Dopo anni in cui ha fatto pole position e in cui ha sfiorato il successo, l’84 è finalmente l’anno buono anche se una doppia partenza, per un malfunzionamento dei semafori, aggiunge un pizzico di tensione. In pole c’è Nelson Piquet che al via mantiene la testa seguito da Prost e da Lauda. Il Francese ha problemi al cambio ed è costretto a tenere una mano sulla leva per evitare che la marcia salti. Così, quando il leader del mondiale con la sua McLaren arriva su una macchia d’olio, ironia della sorte, alla curva Rindt, non riesce a mantenere il controllo e si ritira. Lauda, che in cuor suo ringrazia il suo connazionale che lo guarda da lassù, si porta in seconda posizione all’inseguimento di Piquet che nel frattempo ha problemi di gomme. L’idolo di casa passa in testa ma pochi giri dopo rallenta visibilmente: anche la sua McLaren ha problemi al cambio che non riesce ad innestare i rapporti. Sulle tribune la folla comincia già a pensare che sul due volte campione del mondo incomba una maledizione. Ma il problema, in tempi di scarsa elettronica, si sistema e Lauda centra la prima vittoria nel suo Gran Premio. E come ciliegina sulla torta anche la testa della classifica mondiale.

1986 - Partiamo dalle qualifiche e dalla prima storica pole position per la Benetton con Teo Fabi davanti al compagno di squadra e idolo locale Gerhard Berger. I piloti che lottano per il mondiale sono tutti tra la quinta e l’ottava posizione con Prost davanti a Mansell, Piquet e Senna. In partenza Fabi si fa passare da Berger mentre Rosberg e Patrese perdono posizioni e vengono superati da Prost, Mansell e Piquet. Ma Fabi non vuole arrendersi: passa Berger e si porta in seconda posizione ma poco dopo è il suo motore e dire stop e a costringerlo al ritiro. Durante le soste ai box Berger è costretto ad una lungo stop per un problema alla batteria e Prost passa in testa superando Mansell che poi sarà costretto al ritiro. Per il professore, con il ritiro del compagno di squadra Rosberg alle sue spalle, arriva una vittoria tranquilla, l’ultima delle tre conquistate in Austria.

1997 - È l’anno di Jacques Villeneuve e di una sfida che finirà solo all’ultima gara ma si arriva in Austria con il canadese a dieci punti di distacco da Michael Schumacher in classifica. In qualifica le gomme Bridgestone si dimostrano molto competitive ma la pole la centra ugualmente Villeneuve davanti ad Hakkinen e a un sorprendente Jarno Trulli con la Prost. Schumacher ed Irvine sono indietro con il nordirlandese addirittura davanti al suo capitano. Al via Hakkinen si porta in prima posizione ma il suo motore cede già nel corso del primo giro e lo costringe al ritiro. Al comando va Jarno Trulli per la prima volta in carriera in testa ad un GP. L’abruzzese condurrà per 37 giri ma sarà costretto poi al ritiro, dopo la sosta ai box, per la rottura del motore. Dalla confusione riemerge Jacques Villeneuve che vince la gara davanti a David Coulthard. Michael Schumacher, che era terzo, è costretto a scontare uno Stop and Go per aver superato Frentzen in bandiere gialle. Chiude nono e il mondiale si riapre: Villeneuve e la sua Williams sono ora ad un solo punto dal tedesco della Ferrari.

1999 - L’Austria è la prima gara senza Michael Schumacher che si è rotto la gamba nell’incidente di Silverstone. La Ferrari però è competitiva e Eddie Irvine deve dimostrare di potersi giocare il mondiale con il campione in carica Mika Hakkinen. Al via il finlandese, partito dalla pole, viene toccato dal compagno di squadra Coulthard e perde posizioni. Dopo i pit stop riemerge in testa Eddie Irvine che centra la seconda vittoria in carriera e si porta a soli due punti in classifica da Mika Hakkinen. Il mondiale, con Schumi fuori, sarà una questione tra loro due.

2003 - In testa al campionato, prima del GP d’Austria, c’è Kimi Raikkonen con quattro punti di vantaggio su Schumacher che però al sabato centra la pole nonostante un traversone incredibile nel suo giro di qualifica. Schumi è in rimonta nel mondiale, viene da due vittorie consecutive e sembra quello più in forma anche in gara dove prende subito il comando. Al primo pit stop però il bocchettone della benzina difettoso fa uscire del carburante che si incendia. I meccanici spengono le fiamme mentre il tedesco resta impassibile nella sua monoposto in attesa di riprendere il via. La sosta però dura 12 secondi e Schumi torna in pista in terza posizione dietro a Montoya e Raikkonen. Ma il finlandese ha problemi al motore e viene passato dalla Ferrari mentre il colombiano è costretto al ritiro dalla rottura del suo propulsore. Schumi si prende la vittoria davanti a Raikkonen e Barrichello.

2014 - Dopo una pausa il GP d’Austria torna in calendario nel nuovo RedBullring. Con qualche modifica estetica e di sicurezza che magari ha tolto un po’ di fascino però è sempre lui. Vince Nico Rosberg ma la gara verrà ricordata anche per l’incredibile pole di Felipe Massa. La sedicesima e ultima, finora, per il brasiliano ma anche l’ultima per la Williams.

2016 - Cronaca più che storia, non fosse altro per quell’ultimo folle giro: il contatto tra Rosberg e Hamilton e le scintille vere e metaforiche tra i due. A vincere è l’inglese, Rosberg chiude quarto dietro Verstappen e Raikkonen con l’ala danneggiata per un contatto che, in qualche modo, ha cercato e voluto. Tra i due la rivalità, ormai sfociata in feroce lotta dopo la Spagna, è ad un punto di non ritorno. I vecchi amici di una volta sono i peggior nemici. Il mondiale si chiuderà ad Abu Dhabi con il più incredibile degli epiloghi: la vittoria di Nico e poi il suo ritiro dalla F1. Ma questo, come detto, è più cronaca che storia.