LeBron James risponde piccato ai commenti dell'ex stella NBA Charles Barkley che lo aveva accusato di frignare e lamentarsi troppo. "Non ho più voglia di rimanere zitto davanti alle sue provocazioni"
Potrebbe quasi diventare un appuntamento settimanale: ogni mercoledì dopo una partita in trasferta, LeBron James prende da parte un giornalista e gli regala una sfuriata contro qualcuno. Settimana scorsa è andato contro la dirigenza dei Cavs, oggi il suo bersaglio è invece al di fuori di Cleveland, e risponde al nome di Charles Barkley. Il volto televisivo di TNT settimana scorsa ha definito le parole di James come “inopportune e piagnucolanti”. “I Cavs gli hanno dato tutto quello che voleva: hanno il monte salari più alto della storia della NBA, voleva J.R. Smith e lo hanno pagato, voleva Iman Shumpert un anno fa e glielo hanno dato, gli hanno dato anche Kyle Korver. È il miglior giocatore del mondo. Vuole tutti i giocatori forti possibili? Non vuole competere? Sono loro i campioni in carica”. Barkley aveva punzecchiato James anche in passato in un’intervista con Bill Simmons di HBO (che giusto ieri non ha mancato di andare contro la stella dei Cavs, definendolo "un bambino") dicendo che LeBron non sarebbe mai asceso nella top 5 del gioco davanti a Jordan, Robertson, Russell, Jabbar e Chamberlain.
Il discorso del Re — “È soltanto un ‘hater’” ha detto LeBron James a Dave McMenamin, giornalista di riferimento dei Cavaliers per ESPN. “Cos’è che lo rende credibile, il fatto che sia in TV? Non gli permetto di mancare di rispetto a quello che ho fatto in carriera”. James in passato il più delle volte ha scelto di non rispondere direttamente a Barkley, definendo le sue parole come “ottime per gli ascolti” ma senza addentrarsi nello specifico. Questa volta invece non si è risparmiato anche degli attacchi personali. “Non sono io quello che ha lanciato un uomo in una vetrata [facendo riferimento a questo episodio del 1997, ndr]. Non ho mai sputato a un ragazzino [episodio del 1991, ndr]. Non ho mai avuto un debito non pagato a Las Vegas [2008, ndr]. Non ho mai detto: ‘Non sono un modello di comportamento’ [spot televisivo del 1993, ndr]. Non mi sono mai presentato di domenica a un All-Star Weekend perché ero a Vegas a fare serata. Per tutta la mia carriera non ho fatto altro che rappresentare la NBA nel modo giusto. Quattordici anni e mai un problema. Ho sempre rispettato il gioco. Potete metterlo per iscritto”.
Amici di chi? — James non ha mancato di andare contro un cliché degli anni ’90, ovverosia che le stelle di quei tempi non fossero amici mentre quelle di oggi fanno “comunella” come spesso è stato accusato di fare con Chris Paul, Dwyane Wade e Carmelo Anthony. “Andate a riguardarvi le Finali del 1993, quando John Paxson segnò quel tiro. Barkley e Jordan ridevano e scherzavano durante la partita mentre qualcuno era in lunetta per tirare i liberi. Nelle Finali NBA. Ma oh, nessuno a quei tempi era amico degli altri”. Nel pieno di uno sfogo liberatorio, James ha anche associato ‘Melo a Phil Jackson, un altro personaggio degli anni ’90 con cui ha avuto diversi screzi ultimamente. “Sono andato al Garden a vedere Melo due anni fa quando eravamo a New York. Giocavano contro Portland. Sono andato su in una suite all’intervallo e Phil Jackson non mi ha nemmeno rivolto la parola. Ma io sono qui per vincere partite di pallacanestro prendendomi cura dei miei compagni e della mia — com’era la parola? — ah sì, la mia ‘posse’”.
Le ultime parole contro Barkley — LeBron non ha mancato di chiudere con un ultimo pensiero per la stella degli anni ’90. “So che voleva ritirarsi molto tempo fa, ma non può. È intrappolato su quel set televisivo ogni settimana”, sottintendendo che Sir Charles ha troppi problemi finanziari per poter rinunciare al suo ruolo su TNT. Poi ha aggiunto: “Se le mie parole gli fanno venire voglia di parlarmi, il mio calendario è a disposizione di tutti. Sa perfettamente in quale città giocherò da qui alla fine della stagione. Solo, non venire da me all’All-Star Weekend a stringermi la mano con un sorriso”. E riguardo all’idea che sia di fatto il padre e padrone dei Cleveland Cavaliers, ha concluso con una frase molto dura: “Io ricevo un solo stipendio da questo lavoro. C’è un proprietario, David Griffin è il GM, e io sono il giocatore. Fan***o Charles Barkley”. E un avvertimento: “Sono stanco di stare in silenzio: ora c’è un nuovo sceriffo in città”.
La risposta di Barkley - La replica di "Chuck" non si è fatta attendere ed è arrivata tramite uno show radiofonico di ESPN, ma invece di rendere pan per focaccia ha scelto per la risposta diplomatica, pur non rimangiandosi niente: "Confermo quello che ho detto, settimana scorsa ha piagnucolato tutto il tempo. Ma non la renderò una faccenda personale, sono semplicemente diretto in quello che dico". La sua reazione iniziale? "Mi sono messo a ridere, chiaramente si è messo a fare i compiti a casa... Mi ha cercato su Google e ha trovato alcune cose. Era ancora giovane quando giocavo perciò lo apprezzo, non me la sono presa. Alcune delle cose che ha detto su di me sono corrette, ma questo non rende ciò che ho detto io non corretto... Le mie critiche erano oneste e per me è finita lì. Alcuni sono intimiditi da LeBron: io non lo sono per nulla".