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NBA, back-to-back amaro: italiani ancora ko

NBA

I Golden State Warriors travolgono Charlotte e condanno gli Hornets alla sesta sconfitta consecutiva. Gallinari ne segna 14 prima di infortunarsi all'inguine nella sconfitta dei Nuggets contro i Grizzlies. Conquistare i playoff diventa più difficile per entrambi gli azzurri

Golden State Warriors-Charlotte Hornets 126-111 - 23 secondi di gioco dall’inizio della partita: Steph Curry su assist di Klay Thompson spara la tripla da quasi otto metri, solo rete. Da lì in poi Charlotte non riuscirà più a essere a contatto nel punteggio in una partita oggettivamente senza storia, soprattutto considerata la serata di grazia degli Splash Brothers. Dopo essere stato fuori per la prima volta in stagione nella partita vinta contro Portland, la point guard numero 30 degli Warriors parte subito fortissimo, tirando 6/8 da tre nel primo quarot e realizzando 26 punti nel solo primo tempo. Gli stessi messi a referto da Klay Thompson: è soltanto la terza volta nella storia NBA che due compagni di squadra segnano almeno 25 punti a testa dopo i primi 24 minuti di gioco. Cinquantadue sui 77 totali, con la partita poi definitivamente andata, senza avere più realmente un senso agonistico. A fine serata sono 39 punti per Curry con 11 triple a bersaglio; 29 con sei triple invece per Thompson, sceso in campo per qualche minuti anche nel quarto periodo a differenza di Steph. Golden State segna così per la quarta volta in stagione più di 75 punti nel solo primo tempo, eguagliando inoltre il record di franchigia con 15 triple realizzate in un tempo. Tanti, troppi traguardi statistici che in parte ormai non impressionano più, come i 35 assist messi a referto. I Golden State Warriors, l’eccezionalità che diventa la norma.

Sedici punti per Belinelli - Per Charlotte arriva invece la sesta sconfitta consecutiva, in quella che di certo era la gara più complessa da pensare di poter vincere (nel filotto di ko c’è anche la partita d’andata, in cui Curry e Durant hanno dato spettacolo allo Spectrum Center). Il fatto che sia stata una lunga resa potrebbe far preoccupare coach Steve Clifford, preoccupato per una squadra che sembra essere sulle gambe quando mancano da giocare ancora due mesi abbondanti di regular season. Frank KaminskY realizza 24 punti, massimo in carriera, mentre Marco Belinelli, sempre in uscita dalla panchina, è di certo tra i più positivi degli Hornets con i suoi 16 punti in 30 minuti, il giocatore più utilizzato dagli ospiti assieme a Marvin Williams. La franchigia del North Carolina ormai è tallonata all’ottavo posto dai Pistons e da Milwaukee. Occorre ricominciare a vincere, e farlo il prima possibile.

Denver Nuggets-Memphis Grizzlies 99-119 — Difficile trovare uno scenario peggiore per i Denver Nuggets: non solo hanno perso contro i Grizzlies senza mai rimanere davvero in partita (nessun vantaggio da metà primo quarto in poi), ma con la seconda sconfitta in due sere sono scivolati fuori dalle prime otto a ovest, affiancati dai Portland Trail Blazers. Come se non bastasse, all’infortunio di Nikola Jokic si sono aggiunti quello di Danilo Gallinari (che abbiamo trattato più approfonditamente qui) e il problema alla caviglia che ha ricominciato a tormentare Will Barton, che ha già saltato 13 partite in questa stagione per quello stesso infortunio. “Sono le giornate più difficili”, ha commentato coach Malone. “Mancano otto partite alla pausa per l’All-Star Game: stiamo cercando di arrivarci tutti d’un pezzo, ma abbiamo Will, Nikola e Gallo fuori. Speriamo di ritrovarli tutti il prima possibile”. In più, anche un veterano come Jameer Nelson si è fatto espellere dopo soli quattro minuti di partita per doppio tecnico, costringendo Malone a tenere in campo Emmanuel Mudiay per più dei 20 minuti previsti dalla sua tabella di rientro dopo i problemi alla schiena. “È stata una delle partite più difficili che io abbia allenato quest’anno. Eravamo già corti per gli infortuni e Jameer è stato espulso dopo poco tempo. Ho più restrizioni sui minuti di qualsiasi altro allenatore della NBA. Era già complicato cercare di gestire le rotazioni quando poi Gallo si è fatto male. È stata una partita difficile sotto ogni aspetto, ma ci troviamo in questa situazione e dobbiamo affrontarla”.

Nessuna risposta — Memphis ad ogni modo non si è fatta alcun problema a dominare Denver per tutta la partita, trascinata come sempre da Marc Gasol (24 punti in 24 minuti) e Mike Conley (18), andando all’intervallo sul +16 e toccando il +25 a metà ultimo quarto per vincere la terza partita in fila. “Non abbiamo difeso granché nel primo tempo: hanno tirato col 55% e noi abbiamo comunicato e chiuso male sui loro tiratori”, ha commentato coach Malone. “Quando affronti una buona squadra e non difendi, la serata si fa difficile come lo è stata la nostra stasera”. E le cose non miglioreranno per Denver, attesa a tre partite sulla costa ovest (in casa con Milwaukee, fuori casa a San Antonio e di nuovo in Colorado contro Dallas) e poi a un mini-tour a Est di tre partite in cui faranno visita ad Atlanta, New York e Cleveland, per poi chiudere contro Golden State e Minnesota prima della pausa per l’All-Star Weekend. Non il calendario più agevole per una squadra piena di infortuni.