La stella dei Dallas Mavericks è diventato il sesto giocatore a raggiungere quota 30.000 punti nella storia della NBA. Contro i Los Angeles Lakers è bastato poco più di un quarto per aggiungere un altro tassello alla sua leggendaria carriera
Qualche giorno fa, in un’intervista con Marc Stein di ESPN, Dirk Nowitzki era in vena di scherzi: “Come vorrei segnare il punto numero 30.000? Mi piacerebbe rubare il pallone e chiudere con una schiacciata in 360° e windmill, stile Vince Carter…”. Poi, facendosi più serio, ha aggiunto: “Ma visto che non mi riusciva neanche nei miei giorni migliori, temo che di questi tempi dovrò accontentarmi di un tiro in sospensione”. Detto, fatto: è bastato poco più di un quarto alla leggenda dei Dallas Mavericks per segnare i 20 punti che gli mancavano per raggiungere quota 30.000 in carriera (solo considerando la regular season), un risultato che solo altri cinque giocatori - tutti statunitensi - nella storia della NBA hanno conseguito: Kareem Abdul-Jabbar, Karl Malone, Kobe Bryant, Michael Jordan e Wilt Chamberlain. Curioso che quattro di loro abbiano giocato con la casacca gialloviola dei Los Angeles Lakers, una squadra evidentemente nel destino di Dirk: proprio contro di loro aveva già segnato il punto numero 20.000 (con un trentello il 13 gennaio del 2010) e di nuovo contro di loro ha raggiunto il suo record, guidando i Mavericks alla facile vittoria 122-111 con 25 punti finali (solo la quinta partita oltre quota 20 della sua stagione).
Primo quarto vintage — Nell’intervista con Stein Dirk aveva anche aggiunto che gli sarebbe piaciuto segnare il canestro dei 30.000 in un momento caldo di una partita tirata, ma gli avversari di serata — i Lakers, possessori della seconda peggior difesa della NBA — hanno fatto capire in fretta che la gara non sarebbe stata poi troppo competitiva. Perciò, meglio togliersi subito lo sfizio: Nowitzki ha segnato i primi sei canestri tentati nella serata (di cui 2/2 da tre) e ha chiuso con 18 punti nel solo primo quarto, realizzando anche quattro liberi. Un clinic di tiro che ha reso orgoglioso il suo storico allenatore Holger Geschwindner, presente e commosso sugli spalti quando il suo pupillo — dopo aver sbagliato con un air ball il primo tentativo per arrivare a quota 30.000 — ha mandato a segno il tiro in allontanamento che così tante volte ha realizzato sulle teste dei difensori NBA in 19 anni di onorata carriera. Non riuscendo però a chiamare timeout dopo il canestro che ha fatto impazzire gli oltre 20.000 tifosi presenti all’American Airlines Center, Nowitzki ha segnato anche la tripla del +17 non appena il pallone gli è tornato in mano, di fatto chiudendo lì la partita. "Ho segnato il primo da due e poi una tripla e ho pensato: 'Perché no?'" ha dichiarato Dirk nel post-partita. "Ne ho mandata per aria un'altra ed è entrata, poi subito dopo una tripla: da lì in poi ho cercato solo di cavalcare l'onda". "Per me, quei 13 minuti e 2 secondi sono un microcosmo di una delle più grandi carriere nella storia di questo gioco" ha detto coach Rick Carlisle sulla partita di Dirk. "Preparazione meticolosa, dedizione totale, incredibile spirito competitivo e un grande senso scenico".
Accademia — Dopo aver ricevuto l’ovazione del suo pubblico, Dirk ha segnato solamente altri due punti nella gara, lasciando che fossero gli altri sei giocatori in doppia cifra dei Mavs (Curry 18, Ferrell 16, Matthews 15, Barnes 14, Noel 11 e Quinn Cook 10) a costruire un vantaggio arrivato anche sul +31, prima che i Lakers cercassero di ridurre lo svantaggio vincendo l’ultimo quarto 37-19 con 11 dei 22 punti di D’Angelo Russell, il migliore dei suoi insieme a Jordan Clarkson. Si tratta della terza vittoria in fila per i Mavs, la quinta nelle ultime sei che hanno rilanciato la loro candidatura all’ottavo posto a ovest distante solo due partite — e con i prossimi impegni casalinghi contro Brooklyn e Phoenix, Dallas proverà a regalare a Dirk un’altro giro ai playoff, prima dell’annata conclusiva della sua carriera prevista nella prossima stagione per chiudere a quota 20 anni in NBA (“A meno di eventi catastrofici”, come sottolineato più volte da Nowitzki).
Leggenda — In quello che rimane di questa stagione e nella prossima, Dirk potrà provare a togliersi altre soddisfazioni: il quinto posto di Wilt Chamberlain nella classifica all-time è distante 1.151 punti, e per superarlo Dirk dovrà mantenere l’attuale media di 14 punti a partita in questo finale di stagione e nelle 82 partite della prossima. Difficile, considerando le condizioni fisiche da monitorare sempre più costantemente, ma non del tutto impossibile per uno che per 14 stagioni è stato il miglior realizzatore della sua squadra (solo Jabbar e Malone hanno fatto meglio) e lo stesso ha fatto per 712 partite, 540 in più di Michael Finley, secondo in classifica nella storia dei Mavs. ESPN Stats and Info ci ha fornito altri tre dati sulla sua carriera leggendaria: dal 2001/02 Nowitzki ha segnato 270 canestri in fade-away più del secondo in classifica (un certo Kobe Bryant) e addirittura 1.100 in più dalla media distanza rispetto al secondo, Kevin Garnett. Le sue 1.755 triple in carriera sono assolutamente uniche nella storia della lega: il secondo “sette piedi” (giocatore sopra i 213 centimetri d’altezza) in classifica è staccato di oltre 1.000 conclusioni da tre. Già solo questo dovrebbe rendere l’idea di quanto il nativo di Wurzburg abbia cambiato il gioco della pallacanestro, un punto alla volta fino ad arrivare a 30.000. "Ogni traguardo storico ti porta a riflettere" ha concluso Nowitzki. "È stato un viaggio fantastico e mancano ancora un paio di canestri prima di allontanarmi con il tramonto alle spalle".