Le parole del numero 23 degli Warriors riaccendono un dibattito che va avanti ormai da anni: è davvero meno competitivo l'Est rispetto all'Ovest? I numeri sembrano dire di sì
Il motivetto ricorrente che da anni accompagna le cavalcate vincenti nella Eastern Conference di LeBron James è sempre lo stesso: a Est la competizione è sempre meno agguerrita e attrezzata rispetto alla Western Conference. E Draymond Green prima di portare a casa l’ottavo successo consecutivo con i suoi Warriors in questi playoff ha rincarato la dose: “Penso che le squadre dovrebbero combattere un po’ di più contro di loro. Ho visto San Antonio-Houston, mi piace guardare del bel basket. Quando vedi una partita di Cleveland c’è solo una squadra di buon livello in campo. Il bello è godersi un match di pallacanestro piacevole che non per forza deve concludersi con una gara punto a punto. Guardare i Cavs vuol dire avere soltanto metà dello spettacolo mentre gli avversari provano a far qualcosa che non saprei neanche definire”. Quando i cronisti poi gli fanno notare che in realtà Golden State sta battendo i suoi avversari con 13.7 punti di media a differenza degli 8.3 di Cleveland, il numero 23 dei vice campioni NBA non casca nel tranello del sillogismo: “No, capisco il senso, ma Utah è una squadra che gioca del gran bel basket”, si difende senza specificare in realtà quale sia il metro di giudizio che permette di definire il perché le 51 vittorie degli Utah Jazz in regular season siano più “pesanti” di quelle dei Toronto Raptors (che guarda caso sono sempre 51).
Uno sguardo ai numeri
Come sottolineato da Nylon Calculus, l’oracolo a cui rivolgersi ogni volta si va a caccia di dati che provino a raccontare la realtà della lega, le parole di Draymond Green non sembrano essere così distanti dalla realtà raccontata dai numeri di questa stagione, l’ennesima in cui l’indicatore SRS (Simple Rating System, un differenziale di punti parametrato in base alla difficoltà del calendario affrontato, che indica quanto ogni squadra sia al di sopra o al di sotto della media rappresentata dallo zero) evidenzia che a Ovest il rendimento è molto più alto che lungo la costa atlantica. Le prime cinque in classifica infatti rispecchiano perfettamente l’ordine d’arrivo in regular season della Western Conference. Al sesto posto la prima dell’Est che a sorpresa non sono i Cavaliers, ma i Toronto Raptors già asfaltati da Cleveland in semifinale (a conferma di come i dati danno un’indicazione e non sono certo una verità assoluta). Di fronte a una differenza del genere però, difficile non notare come il differenziale raccolto da Boston (+2.25) e Washington (+1.36), sia di gran lunga inferiore rispetto a quello di San Antonio (+7.13) e Houston (+5.84), le possibili avversarie di Golden State in finale di Conference. Dati dal parziale valore, visto che ai playoff le cose possono cambiare (come dimostra la stessa Cleveland), ma certamente indicativi: giocare a Est può essere un vantaggio non da poco in una sfida così equilibrata come quella tra Warriors e Cavaliers.