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NBA, crolla Houston, San Antonio in finale a Ovest con 34 di Aldridge

NBA

La peggior partita stagionale di James Harden (2/11 al tiro per 10 punti e 6 perse) condanna i Rockets all'eliminazione contro una San Antonio priva oltre che di Tony Parker anche di Kawhi Leonard. MVP della gara LaMarcus Aldridge (34 con 12 rimbalzi) ma a trionfare ancora una volta è il collettivo degli Spurs, che passano a Houston 114-75

Già senza Tony Parker (fuori per tutti i playoff per un infortunio al quadricipite) e ora anche senza il loro leader Kawhi Leonard (alle prese con la distorsione alla caviglia sinistra), i San Antonio Spurs scendono sul parquet del Toyota Center di Houston e vincono da Spurs, con la miglior prestazione stagionale di LaMarcus Aldridge (34 punti e 12 rimbalzi, il primo a riuscirci nei playoff dai tempi di Tim Duncan nel 2008) e con un grandissimo sforzo del collettivo, che ha 18 punti con 8/12 al tiro da Jonathon Simmons (il rimpiazzo di Leonard, ottimo anche in difesa), doppie doppie dal rookie Dejounte Murray (11 punti e 10 rimbalzi, ma anche 5 assist) e dal veterano Pau Gasol (10 punti, 11 rimbalzi) e vede tutto il quintetto andare in doppia cifra. Ma la serata appartiene di diritto a Aldridge, che guidando gli Spurs alla vittoria si regala anche la prima apparizione personale in una finale di conference (gara-1 contro gli Warriors è prevista per domenica): “Ha chiesto palla di più, l’ha ottenuta nelle zone di campo che preferisce, è stato meraviglioso a rimbalzo e ottimo come passatore”, i complimenti di Gregg Popovich nel dopo gara. Autore di 10 punti già nel primo quarto, chiuso avanti da San Antonio 31-24, Aldridge ne mette altri 6 nell’8-1 di parziale in apertura del terzo quarto, anche se è nel secondo che gli ospiti spaccano la partita in due, tenendo Houston a soli 18 punti con 6/17 dal campo tirando a loro volta un ottimo 13/22. Avanti di 19 punti all’intervallo, San Antonio chiude la terza frazione sul +23 e apre gli ultimi dodici minuti con un ulteriore parziale di 7-0 che manda i Rockets sotto di 30 e tanti tifosi a casa delusi, ben prima della sirena finale. L’ottima gara-6 degli Spurs parte come al solito prima ancora dalla difesa che dall’attacco, una difesa capace di tenere Houston per la terza volta in sei incontri sotto i 100 punti, evenienza occorsa solo 5 volte in tutta la stagione regolare alla squadra di Mike D’Antoni, i cui 75 punti sono il minimo fatto registrare nei playoff dal 2009. 

Delusione Harden: “Mi prendo tutte le responsabilità”

Sul banco degli imputati tra i padroni di casa ci sale prima di tutti James Harden. Dopo una regular season straordinaria, il n°13 di Houston incappa nella peggior partita stagionale proprio in gara-6. Il suo primo tiro arriva soltanto nel secondo quarto (sul 50-29 Spurs), mentre a 3’15” dalla sirena finale il sesto fallo che lo spedisce in panchina chiude una disastrosa prestazione da 2/11 al tiro per soli 10 punti (minimo stagionale), aggravata anche da 6 palle perse a fronte di 7 assist. “Le responsabilità di questa sconfitta cadono sulle mie spalle e me le assumo – le sue parole in conferenza stampa – ma per quanto sia duro perdere così gara-6, in casa, davanti al nostro pubblico, dobbiamo andare avanti”. “A volte la vita ti rifila un colpo dritto in faccia – le parole di Mike D’Antoni – e così è stato per noi stasera; forse la squadra ha risentito psicologicamente di una gara-5 che potevamo vincere e che invece ci è sfuggita ai supplementari”. Houston – per tutta la stagione molto efficiente dall’arco – ha visto i suoi tiratori con le polveri bagnate proprio nella gara più importante della stagione (13/40 dall’arco, ma ancora peggio nelle restanti zone del campo, con solo 9 canestri da due punti per un orrendo 22/77 totale), facendo registrare 13 palle perse a fronte delle solo 7 degli Spurs. Si salvano Trevor Ariza, autore di 20 punti con 5/8 da tre, e Clint Capela, in doppia doppia con 15 punti e 12 rimbalzi: troppo poco per evitare sconfitta ed eliminazione.