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NBA Finals, intervista esclusiva con James Goldstein: “Durant MVP”

NBA

Mauro Bevacqua

Ama la moda, l'architettura, le belle donne ma, più di tutto, il basket NBA. Sempre a bordocampo a Los Angeles durante la stagione, presenza fissa a ogni partita di playoff o di finale NBA, James Goldstein ci racconta dal suo privilegiato punto di vista le finali NBA 2017

CLEVELAND — Viene considerato il tifoso n°1 della NBA, e lui gode in maniera neppure troppo nascosta del titolo ufficioso che si è guadagnato frequentando da anni le prime file di tutti i palazzetti d’America. James Goldstein è di casa allo Staples Center, sempre presente sia alle partite dei Clippers che a quelle dei Lakers — che però non ama molto… — avendo casa sulle colline di Beverly Hills (e che casa, un gioiello architettonico firmato da John Lautner che lui ha già scelto di donare al Los Angeles Contemporary Museum of Art); quando arrivano i playoff però, il suo diventa un tour degno delle più grandi rockstar d’America, in giro per tutto il Paese, sempre presente quando si alza una palla a due. Alle finali, poi, è ovviamente presenza fissa e dopo averlo incrociato già a Oakland — dove ci ha raccontato un po’ infastidito di essere stato scalzato dalla prima fila della Oracle Arena (“Mi chiedevano 17.000 dollari per un posto a bordocampo”) — lo abbiamo incontrato nuovamente a Cleveland, dove alla Quicken Loans Arena ha ripreso il posto che in fondo gli spetta, a pochi metri da quei grandi campioni che ormai conosce tutti personalmente (e viceversa — tutti i grandi campioni NBA vogliono fare due chiacchiere con James Goldstein). “Qui ho gli stessi posti che ho a L.A., dietro il canestro, verso l’angolo — ci dice — ma a Cleveland sono diversi, si vede peggio, perché il parquet è rialzato rispetto alle sedute”. 

“Kyrie Irving il migliore di sempre al ferro?”

Proprio al termine di un allenamento alla Quicken Loans Arena, Goldstein ha voluto raccontarci la sua esperienza di tifoso (n°1, ma sempre tifoso, dello sport più ancora che di una squadra o di un giocatore) al cospetto dello spettacolo di pallacanestro più bello del mondo: “Mi sto divertendo molto — ci ha detto — perché il livello di gioco è davvero altissimo e ha reso divertenti anche le due partite di Oakland finite con scarti elevati”. Da quei pochi metri che lo separano dai vari LeBron e Steph Curry Goldstein racconta di “rimanere sempre impressionato dalla velocità dell’azione e dalla capacità di continuare a segnare tiri sempre più difficili”. Ovvio allora che le prodezze del Durant stratosferico delle prime tre gare della serie abbiano lasciato il segno in un ammiratore del gioco come il milionario originario del Wisconsin — “Se si votasse oggi per il titolo di MVP di queste finali non c’è dubbio che vincerebbe sicuramente sarebbe un premio meritato” — ma Goldstein confessa di ammirare tantissimo anche la coppia di fenomeni in maglia Cavs: “Kyrie Irving ha segnato solo in gara-3 più canestri di difficoltà incredibile di quanti io riesca a ricordarmene, soprattutto in un contesto di finale NBA. Sono rimasto veramente impressionato dalle sue giocate. Oggi un giornalista di un quotidiano di Cleveland ha scritto che potrebbe essere il più grande realizzatore al ferro di tutti i tempi”. Ammirazione che si estendo ovviamente anche al Re, King James: “LeBron non smette mai di stupirmi per la velocità con cui corre per il campo per un uomo della sua stazza e la varietà delle posizione dal campo da cui può far male — coi passaggi, coi rimbalzi, coi canestri, che siano tiri da tre o penetrazioni al ferro. è davvero un giocatore incredibile”. E se lo dice James Goldstein, che di giocatori incredibili ne ha visti e ne vede tanti, meglio ascoltare.