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NBA, Cavs: via il GM Griffin, LeBron "scioccato", arriva Billups?

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La mancata estensione contrattuale al GM di Cleveland getta un'ombra sul futuro dei Cavs e sembra indispettire LeBron James. Il proprietario Dan Gilbert inconterà nelle prossime ore Chauncey Billups: sarà lui l'erede di Griffin?

La notizia era nell’aria, ora è arrivata la conferma: i Cavs e David Griffin si sono detti addio, in maniera ufficialmente consensuale, anche se la frattura tra il proprietario di Cleveland Dan Gilbert e il proprio general manager per l’ultimo triennio era ormai conosciuta a tutti. Anche all’indomani dello storico titolo NBA vinto nel 2016 – preceduto e seguito da due apparizioni in finalissima – Griffin non aveva mai ottenuto il rinnovo contrattuale da parte del proprio proprietario, una scelta che già ad aprile aveva lasciato sorpreso e forse un po’ indispettito LeBron James: “Non ha senso che non si sia conquistato l’estensione contrattuale – la dichiarazione del n°23 a ESPN – perché Griff[in] è una parte importante di quello che stiamo facendo qui a Cleveland: non saremmo dove siamo se non per lui”. Parole che ora ritornano di attualità ancora più prepotentemente alla notizia della mancata comunicazione a James da parte della franchigia dell’addio al proprio GM, cui il giocatore avrebbe reagito definendosi “scioccato”. Una reazione poi affidata ai social, con un post di ringraziamento e ammirazione apparso sul suo account Twitter: "Se nessuno sembra apprezzare il tuo lavoro, io l'ho sempre fatto e sono sicuro anche tutta la gente di Cleveland. Grazie per quello che hai fatto per la squadra in questi tre anni. Ci hai portato un titolo".

Per il futuro arriva Chauncey Billups?

Una fonte apparentemente vicina al giocatore ha confessato al quotidiano locale di Cleveland una certa preoccupazione da parte dello stesso James sui destini futuri della franchigia: “Chi sarà il sostituto di Griffin è una decisione che conterà molto sulla permanenza di LeBron ai Cavs [dopo il prossimo anno, James è libero di poter uscire dal proprio contratto, ndr]: se la scelta è una scelta di stabilità, qualcuno col potere di far succedere cose, allora bene. Ma se siamo al dilettantismo, allora è una storia completamente diversa”. Il primo nome circolato negli ambienti è quello dell’ex campione NBA con i Detroit Pistons (e Dan Gilbert è uomo di Detroit) Chauncey Billups, rispettato da molti nei circoli NBA ma ovviamente senza nessuna esperienza dirigenziale. Gilbert e Billups – che da giocatore era stato già testimonial di un’azienda di Detroit di proprietà del primo – dovrebbero già incontrarsi oggi, riporta Brian Windhorst di ESPN, con l’ex point guard dei Pistons dato anche per molto vicino all’allenatore dei Cavs Tyronn Lue, con cui spesso si è ritrovato a cena nel corso delle recenti finali NBA. Sotto di lui, ad assisterlo in una posizione per lui completamente nuova, si fa il nome di Justin Zanik, in uscita da Milwaukee. 

Una decisione impopolare

Tra Gilbert e Griffin l’addio è stato sicuramente civile ma non per questo meno discusso: da un sondaggio condotto sul Plain-Dealer di Cleveland tra oltre 1.500 votanti, il 90% secco ha definito “sbagliata” la scelta del proprietario dei Cavs, che nei 12 anni e mezzo del suo regno non ha mai concesso l’estensione di contratto a nessuno dei suoi general manager. Non è successo neppure con Griffin, che pur ringraziando Gilbert per l’opportunità concessagli, nel comunicato ufficiale affidato alla stampa non ha nascosto le attuali divergenze di visioni: “Dan [Gilbert] sa che i Cavs sono una squadra costruita in gran parte sul fit [la capacità di adattarsi perfettamente uno all’altro] e oggi siamo arrivati a un punto dove tra me e lui questo fit non esiste più”. Come sempre per tutto ciò che accade in quella che i tifosi dei Cavs chiamano “the Land” le ripercussioni di qualsiasi decisione sono subito intrepretate in chiave LeBron James, ancor più oggi dopo che – all’indomani della sconfitta in finale contro Golden State – la superstar di Cleveland si era detto aperto sul proprio futuro: “L’unica cosa certa è che voglio competere ogni anno della mia carriera per il titolo – aveva dichiarato – e sono sicuro che l’organizzazione qui farà di tutto per mettermi nelle condizioni di farlo”. Ora, senza più Griffin al timone le cose potrebbero essere diverse anche perché l’ormai ex GM sembrava proprio in questi giorni attivissimo sul fronte della free agency (per arrivare a Paul George o Jimmy Butler) per soddisfare le possibili volontà di “King” James. Chi lo farà ora che lui non c’è più?