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NBA, Ovest sempre più forte, Est sempre meno: equilibrio a rischio?

NBA
Gli All-Star dell'Ovest nel 2016 (foto da Twitter, concept di @wiilyweezy)
ovest

La cessione di Paul George da Indiana a Oklahoma City e quella precedente di Jimmy Butler da Chicago a Minnesota sembra sbilanciare gli equilibri tra le due conference. Un trend non certo passato inosservato tra i giocatori

“The west is the best”, cantava un ex studente di UCLA come Jim Morrison nella sua celebre “The End” e mezzo secolo dopo le parole del leader dei Doors sembrano apparire sinistramente profetiche se applicate ai nuovi equilibri della NBA, ridisegnati dalle prime firme di mercato. Dopo il passaggio di Jimmy Butler da Chicago (Est) a Minnesota (Ovest) e quello di Paul George da Indiana (Est) a Oklahoma City (Ovest) la bilancia di potere della lega sembra essere tornata a sbilanciarsi pericolosamente verso la Western Conference, che oggi ad esempio conta 13 dei primi 14 giocatori (l’unica eccezione, ovviamente, LeBron James alla n°1) del ranking redatto da ESPN prima del via dell’ultima stagione. Accanto al superteam campione NBA (Curry, Durant e Green in classifica), le nuove coppie di Houston (Paul e Harden) e Oklahoma City (George e Westbrook), quella formatasi l’anno scorso a New Orleans (Cousins e Davis) e la presenza tutti a Ovest di Leonard (Spurs), Towns (Timberwolves), Griffin (Clippers) e Lillard (Blazers) vanno a formare quella che in termini economici assomiglia a un abuso di posizione dominante che richiama solitamente l’intervento di un organo antitrust. La lega di Adam Silver, però, è ben consapevole che le dinamiche del mercato NBA sono il risultato proprio della libertà dello stesso, e per questo motivo si guarda bene da ogni tipo di intervento. 

Sui social i commenti dei giocatori

Chi invece non ha mancato di far sentire la propria voce, attraverso i social, sono gli stessi attori protagonisti del panorama NBA. C’è chi ha riconosciuto il dominio della Western Conference (“L’Ovest è pazzesco, la miglior conference al mondo”, ha twittato Patrick Beverley che la conosce bene), chi non ha mascherato una certa preoccupazione (“OK, conviene andare verso una fusione tra Est e Ovest perché l’equilibrio sta diventando troppo sbilanciato”, l’opinione di Rudy Gobert, non a caso membro di una squadra della Western Conference) e chi si è già divertito a immaginare la delusione di molti giocatori che resteranno snobbati dalle convocazioni per l’All-Star Game (Lou Williams). Alla categoria divertimento, però, come sempre sembra spassarsela più di tutti il solito Joel Embiid, che dalla sua posizione (a questo punto si può dire privilegiata) a Est, come membro dei Philadelphia 76ers, ha twittato uno speranzoso “si aprono un bel po’ di posti ai playoff”, con il solito hashtag #TheProcess. Un "processo" che già a partire dalla prossima stagione potrebbe completarsi permettendo ai Sixers di centrare la loro prima postseason dal 2012.