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NBA, Gordon Hayward al centro della nuova Guerra delle Emoji

NBA
I tweet di Rudy Gobert, Isaiah Thomas e Hassan Whiteside
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Come due anni fa per DeAndre Jordan, le stelle delle squadre che si contendono il free agent più ambito sul mercato hanno utilizzato i social network per convincerlo a firmare con loro. Protagonisti Rudy Gobert, Isaiah Thomas e Hassan Whiteside

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Ormai è una tradizione quasi annuale: la guerra per contendersi un free agent non si gioca solamente nelle stanze segrete degli incontri tra le dirigenze e i giocatori, ma anche sui social network. Il precursore, come spesso accade, fu LeBron James, che fece partire il suo corteggiamento a Ray Allen già sui social network. Nell’estate del 2015, poi, si è passati al livello successivo, dando vita alla Prima Grande Guerra delle Emoji: dopo aver dato la sua parola ai Dallas Mavericks, il free agent DeAndre Jordan tornò sui suoi passi e per convincerlo tutti i membri più importanti dei Los Angeles Clippers – da Blake Griffin a Chris Paul, da J.J. Redick a Paul Pierce fino anche all’assistente allenatore Mike Woodson e un ex come Corey Maggette – twittarono una emoji del mezzo di locomozione utilizzato per raggiungere casa Jordan a Houston. La presa dei social era una risposta collettiva al tweet fatto da Chandler Parsons, principale reclutatore dei Mavs al tempo, che fece scatenare tutto con l’emoji di un aereo. Alla Guerra delle Emoji si iscrissero altri protagonisti, da Kobe Bryant al profilo ufficiale di Jordan Brand, regalando a Twitter una giornata memorabile. Ebbene, attorno a un altro free agent ambitissimo come Gordon Hayward si sta sviluppando la Seconda Grande Guerra delle Emoji, e sono coinvolti i tre giocatori più importanti che se lo contendono: Rudy Gobert per gli Utah Jazz, Isaiah Thomas per i Boston Celtics e Hassan Whiteside per i Miami Heat, la prima squadra a incontrare l’All-Star.

Dapprima è stato il compagno di squadra ai Jazz ad accendere la miccia, utilizzando quasi un messaggio in codice: una palma (i Miami Heat) vicina a un cestino (come a dire: sono spazzatura); un trifoglio (i Boston Celtics) accostati all’emoji delle feci (non c’è bisogno di spiegazione); una tromba (gli Utah Jazz) vicini al trofeo (significato: con noi si vince). Il termometro dei social ha decretato il gradimento di questo tweet: 10.424 retweet e 22.052 mi piace.

Dopo meno di due ore è arrivata piccata la risposta di Isaiah Thomas, un maestro del recruiting sui social network: palma = tre trofei; trifoglio = 17 trofei (quelli conquistati dai Celtics nella loro storia); e la tromba… una emoji con le braccia incrociate, a ricordare che non ne hanno vinto neanche uno. Successo sui social: 15.602 retweet e 27.272 mi piace. Vantaggio Isaiah.

Per ultimo, ecco arrivare anche il centro titolare degli Heat, uno che lo scorso anno ha annunciato la sua firma su Snapchat. Whiteside ha introdotto nella guerra gli anelli invece dei trofei, sottolineando come dal 2000 al 2017 i Celtics ne abbiano vinto solamente uno mentre gli Heat ne han conquistati tre, mentre vicino all’emoji dei Jazz sono state associate tre persone di etnie diverse che fanno spallucce. I social però non gli hanno dato grande successo: 7.954 retweet e 11.462 mi piace, decisamente meno dei suoi rivali. Eppure la sua squadra – che ha lanciato un corteggiamento a tutto campo realizzando anche dei cartelloni con la sua immagine in maglia Heat fuori dall’AmericanAirlines Arena – è stata la prima a incontrare GH20, uscendone a quanto pare soddisfatta. Domenica toccherà ai Boston Celtics e lunedì infine agli Utah Jazz, quindi Gordon Hayward farà la sua decisione: chi l’avrà vinta alla fine?