
Il 18 luglio si celebra in tutto il mondo il Nelson Mandela International day. L'ex presidente sudafricano, che ha combattuto contro l’apartheid, ha legato il suo nome al rugby e al calcio. Senza però mai dimenticare il suo vero amore: il pugilato

Oggi in tutto il mondo si celebra il Nelson Mandela International day. La ricorrenza cade nel giorno di nascita dell’ex presidente del Sudafrica. Madiba, come veniva chiamato, è stato per decenni un simbolo. Che ha amato lo sport e lo ha usato per far progredire la propria nazione -
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Per parlare di Mandela e lo sport non si può far a meno di partire da questa immagine. Era il 1995. Il Sudafrica si sta lentamente mettendo alle spalle le scorie dell’apartheid. E questo momento ha in sé una forte carica simbolica. Gli Springboks vincono il mondiale organizzato in casa e Mandela, con tanto di maglia e cappellino della nazionale, consegna il trofeo nelle mani del capitano della squadra François Pienaar. La cavalcata vincente del Sudafrica nel 1995, con tutti i suoi significati extrasportivi, è diventata un film, "Invictus", grazie al regista Clint Eastwood. Protagonisti: i premi Oscar Matt Damon e Morgan Freeman –
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Il dialogo tra Mandela e Pienaar al momento della consegna della coppa è un autentico pezzo di storia del Sudafrica. Madiba: “Grazie per quello che avete fatto per il Sudafrica”. Il capitano: “Presidente, è niente rispetto a quello che ha fatto lei per il Sudafrica”. Mandela aveva capito prima di tutti che lo sport, e in questo caso il rugby, era un modo per unire e pacificare una nazione lacerata dopo decenni di segregazione razziale. E infatti tutti in Sudafrica, nel 1995, tifarono per gli Springboks: bianchi e neri -
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Mandela in visita alla nazionale sudafricana di rugby prima dei mondiali del 1995. Il rugby ha legato con un cordone rosso le vicende di Madiba, del Sudafrica e di una trasformazione epocale che ha lasciato il segno sulla storia come pochi altri nel corso del secondo Novecento -
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La carica simbolica della vittoria degli Springboks nei mondiali di rugby del 1995 è ancora viva. Soprattutto in Sudafrica. Come dimostra questa immagine del 2007 in cui Jake White e John Smit, allora allenatore e capitano degli Springboks , posano con Madiba dopo aver vinto la coppa del mondo in Francia. Ovviamente, Mandela, pur non avendo seguito la squadra, non aveva fatto mancare il suo supporto -
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Ma Mandela non è stato solo rugby. Madiba ha legato il suo nome anche al calcio. Era il 1996, un anno dopo l’impresa degli Springboks, e il Sudafrica sportivo, assieme al suo leader, si prende un’altra soddisfazione: organizzare e, per la prima volta, vincere la Coppa d’Africa –
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Mandela sorridente mentre non si sottrae alla festa e alle foto di rito dopo che il suo Sudafrica ha appena vinto la coppa d’Africa. Era il 1996, due anni dopo la sua elezione a Presidente della Repubblica -
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Mandela ha lasciato tante massime e frasi che esprimono il suo pensiero. Questa è molto significativa: “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo, di unire la gente. Parla una lingua che tutti capiscono” -
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Mandela con Neil Tovey, capitano della nazionale di calcio del Sudafrica, mentre alza al cielo la Coppa d’Africa 1996. I Bafana Bafana sconfissero nella finale di Johannesburg la Tunisia per 2-0. Madiba, ovviamente, ora in tribuna a tifare per i suoi ragazzi -
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Mandela con la coppa del mondo di calcio. Non c’è dubbio che tra le imprese politico-sportive di Madiba ci sia l’aver portato l’organizzazione del mondiali del 2010 in Sudafrica. È stata la prima volta che la manifestazione si sia organizzata nel continente africano. E Mandela ha speso tutto il suo carisma per raggiungere l'obiettivo -
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Nelson Mandela con Sepp Blatter, ex numero 1 della Fifa, nel giorno dell’assegnazione al Sudafrica dell’organizzazione dei mondiali di calcio del 2010 -
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Mandela tiene stretta a sé la coppa del mondo dopo la cerimonia che ha assegnato al Sudafrica l’organizzazione dei mondiali di calcio del 2010, poi vinti dalla Spagna -
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Una foto del 2004 in cui Mandela alza la coppa del mondo. L'organizzazione dei mondiali di calcio in Sudafrica sono stati il segno che la nazione, dopo l'apartheid, aveva fatto grossi passi avanti. E questo grazie a Mandela -
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Quando c’è stata la cerimonia di inaugurazione dei mondiali in Sudafrica, nel 2010, Mandela era già malato. Per giorni la sua presenza all’atto d’inizio della manifestazione era in dubbio. Ma alla fine Madiba non è voluto mancare a quell’appuntamento per cui si era tanto speso. Ed eccolo qui, infatti, mentre fa un giro di campo a bordo di una caddy. Questa sarà ricordata come l’ultima apparizione pubblica di Mandela, che morirà 3 anni dopo -
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Calcio e politica. I tifosi del Sudafrica ai mondiali casalinghi del 2010 non hanno mai dimenticato di ringraziare Mandela. Un “thank you” per aver portato la manifestazione in Sudafrica, certo. Ma, in generale, per quel che ha fatto da politico e per quel che ha rappresentato come leader -
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Un ritratto gigante di Mandela all'interno dello stadio di Johannesburg in occasione dei mondiali di calcio del 2010 -
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Tifosi del Sudafrica allo stadio per tifare i Bafana Bafana nel 2010 con in mano un immancabile quadro di Mandela -
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Calcio e rugby. Due sport simbolo uniti per Mandela. Qui i Bafana Bafana e gli Springboks posano insieme con l’anziano leader -
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La vera passione di Mandela, però, è sempre stata la boxe, praticata sin da piccolo e poi negli anni di prigionia. In carcere a Robben Island, il pugilato ha aiutato Madiba a mantenersi in forma. “La boxe è un modo per perdermi in qualcosa di diverso dalla lotta politica”, diceva parlando degli anni passati in cella. E ancora: “Amo la scienza del pugilato, la strategia di attaccare e indietreggiare allo stesso tempo. La boxe significa uguaglianza. Sul ring il colore, l'età e la ricchezza non contano nulla. Ma più che il combattimento, a me piace l'allenamento regolare e costante, l'esercizio fisico che la mattina dopo ti fa sentire fresco e rinvigorito” -
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La passione di Mandela per il pugilato ha spesso portato i grandi di questo sport ad omaggiarlo. Ecco qui Madiba con Muhammed Ali, il più grande -
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Una foto simpatica: Mandela che, per scherzo e ad uso di fotografi e telecamere, colpisce Ali con il suo sinistro -
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Al di là dell'amicizia con Ali, il pugile preferito di Mandela è sempre stato Joe Frazier (in questa foto a destra). Madiba ha incontrato per la prima volta Frazier a New York negli anni Novanta ad una cena di gala. Quando lo ha riconosciuto gli ha puntato il dito contro e gli ha detto: “Tu eri il mio idolo quando ero in prigione”. Smoking Joe si commosse e gli appoggiò la testa sulla spalla come un bambino -
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Mandela, in una foto del 2003, ride e scherza con il campione di boxe sudafricano, Phillip N'dou -
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Mandela in vita ha avuto molti amici sportivi. Tra questi, Pelè. Tanti gli incontri tra i due. E quando Madiba è morto, nel 2013, O’Ray così lo ha salutato: “Oggi sono molto triste. Nelson Mandela e' stata una delle persone più influenti nella mia vita. Era il mio eroe, il mio amico, e anche un compagno per me nella nostra lotta per il popolo e per la pace nel mondo” -
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La vicinanza di Mandela al mondo dello sport è evidente anche in questi scatti. Ogni squadra o campione che metteva piede in Sudafrica era salutato con entusiasmo da Madiba. Qui l’ex leader sudafricano con il Manchester United in una foto del 1993, quando gli inglesi erano andati a Johannesburg per una partita amichevole. Si riconoscono il portiere Peter Schmeichel, a sinistra in piedi e, in alto a destra, un giovanissimo David Backham -
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Sir Alex Ferguson e Nelson Mandela nel 1993, un anno prima che Madiba fosse eletto Presidente del Sudafrica. Il rapporto tra l'ex allenatore del Manchester United e il premio Nobel è sempre stato molto stretto -
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Mandela con un giovanissimo Ryan Giggs a Johannesburg nel 1993 -
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Quanto sia stato popolare Mandela nello sport è testimoniato, tra le altre cose, dal tributo che gli è stato riconosciuto in tanti stadi al momento della morte, avvenuta il 5 dicembre 2013. Eccone qualche esempio. Qui un mega striscione commemorativo da parte dei tifosi dell’Olympique Marsiglia -
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Il messaggio di San Siro in onore di Mandela. L’Inter, padrona di casa, ha voluto commemorare Madiba con una sua frase apparsa sul tabellone luminoso dello stadio Meazza: “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo, di unire la gente. Parla una lingua che tutti capiscono” -
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Lo stadio Olimpico di Roma in onore di Mandela -
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Anche la Bundesliga, dopo la morte di Mandela il 5 dicembre 2013, ha omaggiato su tutti i campi il leader anti-apartheid sudafricano. Il messaggio: “Madiba, il mondo non dimenticherà mai” -
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"Grazie Madiba". Firmato: Didier Drogba, che nel 2013 giocava in Turchia nel Galatasaray -
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Anche l'ivoriano, Emmanuel Eboue, non si è sottratto dal manifestare il suo pensiero dopo la morte di Madiba: "Rest in peace Nelson Mandela", aveva scritto sotto la maglia da gioco -
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