
"Il Miracolo" dalla serie tv agli eventi nello sport senza spiegazione scientifica
Martedì 8 maggio (ore 21.15) parte su Sky Atlantic la serie tv "Il Miracolo", scritta da Niccolò Ammaniti. Anche lo sport, ogni tanto, è in grado di far gridare al miracolo: da quello "on ice" a "Bradbury", diventato in Australia sinonimo di impresa impossibile

"Un miracolo!". Capita, anche nello sport, di assistere a eventi che fatichiamo a spiegarci in modo razionale. Riuscite a dare una spiegazione "scientifica" a questi? -
Il miracolo del calcio: se Ammaniti raccontasse la Serie A
“Do you believe in miracles?”, “Credete ai miracoli?”, chiede Al Michaels al termine della telecronaca dell’incontro di hockey su ghiaccio tra Usa e Urss, alle Olimpiadi del 1980. Una squadra di dilettanti, quella americana, che vince l’oro contro i quotatissimi sovietici. “Miracle on ice”, titolò il New York Times, che il giorno prima della finale scriveva “A meno che il ghiaccio non si sciolga o a meno che la squadra americana non compia un miracolo ci si attende che i russi vincano la medaglia d’oro”. Ci fecero anche due film: gli americani, naturalmente -
Il miracolo del calcio: se Ammaniti raccontasse la Serie A
Ancora Usa-Urss, stavolta nel basket. Olimpiadi del 1972, siamo in piena Guerra Fredda: gli americani vengono da 7 ori olimpici di fila nella pallacanestro e non contemplano nemmeno l’ipotesi di perdere. I tre secondi finali durano in realtà tre minuti: una rimessa ripetuta tre volte, l’esultanza degli americani convinti di aver vinto, i tre secondi fatti rigiocare e il canestro decisivo di Aleksandr Belov. Miracolo Urss -
Il miracolo del calcio: se Ammaniti raccontasse la Serie A
Gridarono di certo al miracolo quelli che alle Olimpiadi del 1968 videro Bob Beamon volare, letteralmente. 8,90 m di salto in lungo, un “salto sulla Luna” all’ultimo tentativo che gli valse l’oro e il record del mondo rimasto imbattuto per 23 anni -
Il miracolo del calcio: se Ammaniti raccontasse la Serie A
Un vero e proprio miracolo fu quello che fece cadere tutti gli avversari davanti a Steven Bradbury, l’australiano che vinse l’oro alle Olimpiadi invernali del 2002 nello short track. Tra squalifiche e ritiri degli avversari più quotati accede alla finale, già un mezzo miracolo per lui. Lo completa in finale, quando tutti crollano all’ultima curva e lui, ultimo e indisturbato, può tagliare il traguardo da solo. Certi miracoli sanno anche far sorridere -
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L’ultimo vero “miracolo” a cui abbiamo assistito nel mondo del calcio. Una squadra che l’anno prima si era salvata per il rotto della cuffia che vince il campionato nella stagione seguente (2015/16), al termine di una cavalcata da sogno. Era quotato 5000 a 1, il Leicester di Ranieri. Come a dire: servirebbe un miracolo… -
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Miracoli del genere sono rari ma non impossibili. Gli Europei ce ne hanno regalati un paio: 1992, vince la Danimarca (di Schmeichel padre), nazionale che non avrebbe neanche dovuto partecipare al torneo. Richiamati all’ultimo dopo l’estromissione della Jugoslavia per la guerra dei Balcani, i danesi che erano già in vacanza trionfano -
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Euro-miracolo numero 2 nel 2004, quando trionfa la Grecia, vincendo in finale contro il Portogallo padrone di casa. Il vero miracolo è esserci riuscita segnando appena 7 gol in tutta la manifestazione -
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Abituata ai miracoli la famiglia Schmeichel, se consideriamo come tale la pazza finale di Champions del 1999 tra il Bayern Monaco e il Manchester United di Sir Alex Ferguson, con il portiere danese tra i pali. Rimonta leggendaria degli inglesi, da 0-1 a 2-1 nei minuti di recupero. Ne vedremo tante altre, di rimonte incredibili nel calcio: ma quelle hanno più il sapore dell’impresa, mentre questa è l’unica che somigli davvero a un miracolo -
Il miracolo del calcio: se Ammaniti raccontasse la Serie A
In Giappone il rugby è tutto fuorché sport nazionale. Inimmaginabile anche solo la possibilità di impensierire una nazionale come quella sudafricana; fu addirittura vittoria, 34 a 32 per il Giappone nella Coppa del Mondo 2015. Forse la partita più incredibile nella storia del rugby -
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A metà tra il miracolo e l’impresa, la favola di Goran Ivanisevic, che nel 2001 si presenta a Wimbledon grazie a una wild card e vince il torneo. Era il numero 125 del ranking -
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Anche la Formula1 ha conosciuto i suoi “miracoli”. In stile “Steven Bradbury” fu la rimonta di Olivier Panis al GP di Monaco del 1996: solo 4 vetture all’arrivo, con il francese della Ligier che era partito 14° e taglia per primo il traguardo -
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