Stasera alle 21 su Sky Sport Uno l’ultimo film del ciclo: un Oscar, una valanga di premi e critiche entusiastiche per la biografia della controversa pattinatrice americana Tonya Harding
Il peso della famiglia in una carriera sportiva è molto più grande di quanto normalmente si pensi, in positivo e in negativo. Come svelato dal best seller Open, la biografia di Agassi di qualche anno fa, anche Tonya (titolo originale I, Tonya) racconta quanto il talento innato di un bambino/a per una disciplina sportiva possa essere amplificato o plasmato da una relazione familiare, anche distorta e malata, con un genitore. Il rapporto può spingersi fino alla crudeltà, come tra una vittima e il suo aguzzino, ma sortisce un effetto sul piano agonistico che forse non sarebbe stato raggiunto.
Lo si apprezza chiaramente (e dolorosamente) nelle scene del film in cui la giovanissima Tonya viene sobillata da insulti e minacce poco prima di affrontare la performance con la giusta grinta. E tornano alla mente le massacranti sessioni di allenamento sotto il sole imposte al piccolo André da un padre inflessibile e dittatoriale. In entrambi i casi è storia vera, è biografia autentica di veri spostivi che hanno poi raggiunto la fama mondiale, ma solo la letteratura e il cinema sanno raccontarci la vicenda umana che resta spesso celata dietro il momento del trionfo e delle foto-ricordo.
Proprio la interprete della madre terribile di Tonya, l’attrice americana Allison Janney, ha vinto un Oscar per il film candidato a tre statuette e premiatissimo in tutto il mondo. La vita e la carriera della Harding restarono legate anche ad un evento molto controverso, il cosiddetto “incidente” (doloso) occorso ad una sua rivale, per il quale fu responsabile ancora una volta la sua famiglia, evento che decretò la fine prematura della sua carriera sportiva per sentenza legale.
Tonya non è solo una storia drammatica vista dalla prospettiva della cattiva (Tonya Harding) e non della vittima (Nancy Kerrigan) – commenta Danilo Freri, esperto di pattinaggio di Sky Sport – ma è uno spaccato del mondo del pattinaggio. Tonya ha talento ma è di origini umili, ha doti fisiche in anticipo rispetto ai tempi, ha una madre per nulla politically correct e un marito violento. Diventa una campionessa in un modo dove la sua diversità viene mal sopportata e dove grazia, eleganza e apparenza sono elementi più graditi. E sono i punti di forza della sua rivale, Nancy Kerrigan. Quanto Tonya inizia la sua discesa verso l’inferno, per colpe proprie o per un destino inevitabile, nessuno la trattiene. Ma accade nel pattinaggio, perché dopotutto accade nel mondo.
Il film punta molto su una splendida protagonista, che ne è anche la produttrice principale, di origine australiana, che si è dovuta lungamente allenare come sempre è necessario a chi interpreta uno sportivo. Commenta ancora Freri: "Bravissima Margot Robbie, ha preso lezioni di pattinaggio per mesi arrivando a livello quasi agonistico. Per il famoso triplo Axel, il salto più difficile nel pattinaggio che era il plus di Tonya, nel film ci sono voluti ovviamente gli effetti speciali in post produzione perché nessuna controfigura era in grado di eseguirlo. Un salto che poche pattinatrici al mondo sanno fare. Anche oggi".
Curiosità sportive del film
Una coincidenza curiosa riguarda l’attrice premio Oscar che interpreta la madre: Allison Janney si era allenata realmente per diventare una pattinatrice durante la sua infanzia e adolescenza. Tuttavia, quando aveva 17 anni, ebbe un incidente con una porta a vetri scorrevole e si ferì gravemente la gamba destra, rischiando l'amputazione. Perse tre quarti del suo sangue, rimanendo poi ricoverata in ospedale per circa otto settimane. Ma il pattinaggio restò la sua passione.
Invece la protagonista Margot Robbie non aveva nessuna esperienza di pattinaggio Ha raccontato in un'intervista di aver incontrato la vera Tonya Harding prima dell'inizio delle riprese di questo film. Insieme hanno parlato delle difficoltà che Margot Robbie ha avuto con le sue sessioni di allenamento sul pattinaggio su ghiaccio. Tonya è stata davvero gentile nel cercare di aiutarla, mostrandole alcune tecniche sulla pista di pattinaggio sul ghiaccio vicino a casa di Tonya
La vera Nancy Kerrigan (vittima del famoso “incidente”) ha dichiarato di non volere vedere questo film, dicendo: "l'ho già vissuto". Invece la vera madre terribile di Tonya Harding, Lavona Golden, non è stata mai rintracciata dalla produzione del film.
La pattinatrice e coreografa canadese Sarah Kawahara ha creato le coreografie per il film e fatto da coach alla Robbie per il suo ruolo.
Appuntamento dunque con l'ultimo film del ciclo sportivo di Sky Sport Uno, stasera alle 21. Secondo passaggio, giovedì 4 giugno alle 18.15, sempre su Sky Sport Uno.