Caso ginnaste, Maccarani sentita dal procuratore federale

CASO GINNASTE

La direttrice tecnica della Nazionale di ginnastica ritmica è stata sentita in mattinata dal procuratore federale in merito al caso di presunti abusi e vessazioni ai danni delle ginnaste azzurre: "Ora attendiamo che la giustizia sportiva compia le indagini dovute - ha detto Maccarani -. Non posso dire altro perché sono ancora in corso"

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"Sono appena stata sentita dal procuratore federale: sono molto serena. Le indagini sono in pieno svolgimento e non posso assolutamente dire altro". Così si è espressa Emanuela Maccarani, direttrice tecnica della Nazionale di ginnastica ritmica, dopo aver parlato con il procuratore federale Michele Rossetti sui casi di presunti abusi e vessazioni ai danni delle ginnaste. "Ora attendiamo che la giustizia sportiva compia le indagini dovute", ha aggiunto Maccarani a margine del primo giorno di audizioni.

Il caso: cosa era successo

Tutto nasce dalla denuncia presentata da due ex azzurre della ritmica, Nina Corradini e Anna Basta. Il motivo? Maltrattamenti psicologici negli anni in cui hanno frequentato l'Accademia di Desio, caratterizzati in particolare da offese e umiliazioni da parte delle allenatrici federali per soddisfare i parametri del peso della squadra azzurra di ritmica. La federginnastica, che per il caso si è costituita come parte civile, ha chiesto di andare a fondo nella vicenda e successivamente è arrivato anche il sostegno del Ministro dello Sport, Abodi ("non ci sarà mai una medaglia che coprirà comportamenti non adeguati"), e del presidente del Coni, Malagò: "Sento l'obbligo di chiedere scusa a tutte le atlete ed ex atlete che hanno sofferto a causa di comportamenti inappropriati - le sue parole -. È giusto fare chiarezza e verificare tutto, la salvaguardia degli atleti è al primo posto. Ma il movimento è sano, serio e rispettoso delle regole. Bisognerà capire, una volta accertati i fatti, la reale dimensione del fenomeno".