Dopo l’impresa di Kipchoge a Vienna, il Kenya conferma il suo strapotere anche al femminile. Brigid Kosgei stabilisce il nuovo record del mondo della maratona a Chicago: 2h 14’ 04”, battuto il record della Radcliffe di 16 anni fa. Successo keniano anche al maschile, vince Cherono. In difficoltà Mo Farah, ottavo, e continuamente inseguito dalle ombre di doping dopo la squalifica del suo allenatore.
RECORD KIPCHOGE: MARATONA SOTTO LE DUE ORE
Un week end da pazzi per la maratona, da libri di storia. A distanza di 24 ore dall’impresa storica compiuta a Vienna da Eliud Kipchoge (Ken), primo uomo a far cadere il muro delle 2 ore (1h 59’ 40”) seppur correndo in condizioni particolari, ideali, un’altra prestazione eccezionale scuote il mondo della corsa, questa volta al femminile. Nella città del vento, Chicago, Brigid Kosgei diventa la prima donna a correre sotto la barriera delle 2 ore e 15 minuti. La 25enne keniana vince la maratona stabilendo il nuovo record del mondo: 2h 14’ 04”. Sbriciolato di 1’ 21” il precedente limite che resisteva da ben 16 anni, stabilito da Paula Radcliffe. La stessa britannica, che nel 2003 a Londra aveva corso in 2h 15’ 25”, era presente a Chicago nel ruolo di commentatrice televisiva ed è stata tra le prime a congratularsi con la Kosgei al traguardo. La keniana ha costruito la sua impresa con l’ausilio di due lepri a dettarle il ritmo. Va chiarita subito la questione lepri e conseguente omologazione. Perché Kipchoge no e la Kosgei si? Kipchoge è stato scortato da 35 atleti diversi, che si sono intervallati a gruppi di 7 ogni 4-5 Km, la Kosgei è stata accompagnata da due uomini, sempre gli stessi due, che si sono poi sfilati dalla corsa quando mancavano 3 Km al traguardo. Nessun rischio di mancata omologazione, il record del mondo di Brigid è regolarissimo. La keniana, che fa parte della scuderia del manager italiano Federico Rosa, è partita subito velocissima con i primi 5 Km in 15’28”, per poi assestarsi su ritmi regolari intorno ai 16’. Ha sempre corso sotto il record del mondo della Radcliffe, alla mezza maratona ha fermato il cronometro in 1h 06’ 59” con la proiezione di poter concludere la gara in 2h 14” al netto di eventuali possibili crisi. La Kosgei non ha avuto alcun cedimento, ha aumentato il suo vantaggio con un 15’45” tra il 25esimo e il 30esimo Km arrivando poi da sola sul rettilineo finale con il volto disteso e un grande sorriso, consapevole della grandezza della sua prestazione. Ha tagliato il traguardo in 2h 14’ 04, migliorando di ben 81 secondi quello che era il più antico record della maratona del dopoguerra. Da spellarsi le mani. Siamo in presenza di un’atleta che negli ultimi tre anni ha avuto una stupenda progressione, in Italia ce la ricordiamo perché ha dominato la Maratona di Milano nel 2016 (2h 27’ 45) per poi esplodere negli ultimi 12 mesi. Nel 2018 ha vinto la Maratona di Chicago in 2’18”35 e lo scorso aprile ha migliorato il suo personale trionfando alla Maratona di Londra in 2h 18’ 20”, che allora valeva il settimo miglior tempo all-time. Qui a Chicago, al suo secondo successo consecutivo, ha siglato l’appuntamento con la Storia con la S maiuscola, rifilando un distacco di 6 minuti alla seconda l’etiope Ababel Yeshaneh (2h 20’ 51”). “Sono felice, mi sono sentita bene per tutta la gara. Avendo vinto l’anno scorso conoscevo bene il percorso qui a Chicago. In gara ho trovato un po’ di vento ma non mi ha creato problemi. La gente lungo tutto il percorso ha continuato a sostenermi, sentire tutte quelle voci che tifavano e urlavano mi ha dato ancor più energia”, il commento della neo primatista del mondo.
La peggior maratona di Mo Farah
A Chicago il Kenya ha calato una doppietta grazie alla vittoria tra gli uomini di Lawrence Cherono, già dominatore quest’anno a Boston, in 2h 05’ 45”. La delusione maggiore arriva dal britannico Mo Farah, il più atteso ma soprattutto il più braccato dai media con continue domande in merito al doping. Era la prima gara ufficiale di Sir Mo dopo la squalifica di 4 anni di Alberto Salazar, suo ex allenatore e guru. Il quattro volte campione olimpico dei 5000 e 10000 ha corso la sua peggior maratona in carriera, cioè da quando ha deciso di lasciare la pista per dedicarsi alle corse in strada. Ha chiuso all’ottavo posto (2h 09’ 58”) mentre l’altro famoso allievo di Salazar, lo statunitense Galen Rupp, si è dovuto ritirare a metà gara. Il famigerato Nike Oregon Projetc, ambizioso progetto creato da Salazar con l’obiettivo di rendere competitivi i runner USA contro l’egemonia africana, è stato ufficialmente smantellato la scorsa settimana ma il colosso dell’abbigliamento sportivo continua a supportare (cioè a pagare) la difesa di Salazar, che ha presentato ricorso. Tempi sempre più duri per Mo Farah e le sue ombre.
CLASSIFICA MARATONA DI CHICAGO
UOMINI
1 Lawrence Cherono (KEN) 2:05:45
2 Dejene Debela (ETH) 2:05:46
3 Asefa Mengstu (ETH) 2:05:48
8 Mo Farah (GBR) 2:09:58
DONNE
1 Brigid Kosgei (KEN) 2:14:04
2 Ababel Yeshaneh (ETH) 2:20:51
3 Gelete Burka (ETH) 2:20:55