Gianmarco Tamberi, ospite da Francesca Fagnani al programma Belve, si è aperto su diversi argomenti: dal rapporto complicato con il padre, ai problemi avuti durante le Olimpiadi di Parigi fino a parlare della passione per il basket: “Se avessi giocato ancora a basket sarei stato meno orgoglioso, ma più felice”.
Gianmarco Tamberi, ospite a Belve, ha parlato della delusione alle Olimpiadi '24; le forti coliche che hanno colpito Gimbo lo hanno privato della possibilità di vincere una medaglia olimpica anche a Parigi. "Ero tra i favoriti, mi sentivo forte. Quello che è successo è stato il momento più brutto, sia come dolore fisico che mentale e d'animo".
"Amo più il basket del salto in alto"
La passione di Tamberi per il basket non è una sorpresa, tant'è che ha partecipato anche a un All-Star Celebrity Game. Giocava a pallacanestro prima di passare definitivamente all'atletica. E, nel corso dell'intervista, Gimbo confessa a sorpresa di amare più il basket del salto in alto: "Ho giocato a basket fino a 17 anni. Se avessi giocato ancora a basket sarei stato meno orgoglioso, ma più felice. Fare quello che ami fa la differenza". E sul rapporto con il salto in alto: "Non è così bello saltare un'asticella. Mi piace tuttora molto di più il basket. Ho dovuto fare quella scelta ma non amo quello che faccio".
Il rapporto con il padre
Più personale il racconto del rapporto passato, intenso e complicato con la figura paterna: "Non avere rapporto con mio padre è il fallimento più grande della mia vita". E, parlando delle dure regole imposte dalla figura paterna: "Un conto è imporsele, un conto è scegliere, un conto è qualcuno che sceglie per te. Un genitore deve aiutarti a prendere la strada giusta ma non obbligarti a scegliere quella strada. Io mi sono sentito in quel momento tradito dalla figura genitoriale".