Le pietre miliari del curling azzurro: Mosaner e Costantini sul tetto del mondo

Come dicevano i latini? ‘Gutta cavat lapidem’, la goccia perfora la pietra. Ovvero, con la ferrea volontà si possono conseguire obiettivi apparentemente impossibili. E magari, con la ferrea volontà e la perseveranza la pietra la si può talvolta persino assoggettare ai propri desideri. C’è voluto un secolo, ma alla fine anche la terribile ‘stone’ proveniente dalla mitica Ailsa Craig, un’isola del Mare del Nord al largo della costa scozzese dell’Ayrshire, ha ceduto. E l’Italia è entrata a far parte delle grandi potenze del curling, pressoché in pianta stabile, mentre la stone scivolava docile attraverso cento anni di tentativi, di frustrazioni, di crescita, di limiti. Perché il curling in Italia ha una diffusione geograficamente modesta, trattandosi di uno sport prettamente invernale, e anche il numero dei praticanti è estremamente contenuto. Dunque, il portafoglio dal quale attingere non è particolarmente gonfio. Ma per fortuna contiene dei talenti di grandissimo valore. Il curling italiano, nato e sviluppatosi a Cortina d’Ampezzo a metà degli anni Venti, è diventato una disciplina praticata con una certa continuità soltanto dopo il 1950, estendendo l’area di influenza lungo le regioni dell’intero arco alpino. Ad oggi ci sono in Italia cinque strutture esclusivamente dedicate ai curler e altre quattro condivise con altri sport del ghiaccio . I praticanti tesserati sono un mezzo migliaio e all’incirca una cinquantina fanno parte della categoria paralimpica. E’ evidente che il piatto piange e che le opportunità di sviluppare una crescita pianificata siano fortemente condizionate anche da finanziamenti non sempre corrispondenti alle effettive necessità delle società . Ciononostante gli appassionati non hanno mai mollato. Il miglior risultato degli azzurri, per lungo tempo rimase l’incredibile terzo posto agli Europei del 1979, che si disputarono a Varese. Quattro anni prima, nella rassegna continentale di Megève -in Francia- aveva però esordito anche la nazionale femminile, la cui rappresentativa azzurra centrò un confortante secondo posto prima nel 1982 agli Europei di Kirkaldy, in Scozia, e poi ancora nel 2006 a Basilea, in Svizzera. Pochi ma buoni, gli atleti italiani diedero ottime risposte anche nelle corrispondenti manifestazioni juniores che di stagione in stagione proponevano all’attenzione generale i ricambi per le nazionali maggiori. Molte attese ci furono per i Giochi Olimpici del 2006 in programma a Torino, dove debuttò anche il curling paralimpico. In campo maschile l’Italia chiuse solo settima, mentre le azzurre non andarono oltre il decimo posto. Il club azzurro, che oggi conta otto squadre nazionali nel circuito della federazione mondiale, non si è scoraggiato e ha tuttavia continuato a lavorare in silenzio e con grande determinazione, non senza problemi. Dopo un comprensibile momento di appannamento e di disorientamento, l’ambiente si è ricompattato e ha iniziato a spingere sull’acceleratore e in capo ai tre lustri successivi si sono raccolti i primi incoraggianti risultati del nuovo lavoro di semina. In campo maschile con i tre bronzi agli Europei conquistati nel 2018, nel 2021 e nel 2022 dalla nazionale costruita attorno ai fantastici quattro Joel Retornaz, Amos Mosaner, Simone Gonin e Sebastiano Arman, cui poi si è aggiunto Mattia Giovanella. Nazionale che sempre nel 2022 e nel 2024 è salita sul terzo gradino del podio dei campionati mondiali. Risultato impensabile solo sedici anni prima. Ma i progressi sono stati fatti anche in campo femminile. Nel 2017 è arrivato un bronzo agli Europei, risultato migliorato nel 2023 con una medaglia d’argento grazie alla nazionale costruita sull’asse di ferro Stefania Costantini-Angela Romei, e nel 2024 un quarto posto ai mondiali. Poi nel 2025 il mondiale non è stato esaltante per la squadra, ma perché le scelte hanno preso altre direzioni. E in realtà le avevano prese molto prima. Più o meno quando il curling era diventato anche un piccolo fenomeno di costume. Sky nel 2010 aveva dato tantissimo spazio e risalto ai Giochi Invernali di Vancouver e le notti olimpiche e paralimpiche di curling avevano fatto registrare picchi d’ascolti inattesi. Tanto che nel 2013 Claudio Amendola debuttò come regista proprio con un film ambientato sulla pista di ghiaccio. La pellicola era ‘La mossa del pinguino’, con Edoardo Leo, Ricky Memphis, Antonello Fassari, Stefano Fresi, Sergio Fiorentini, Ennio Fantastichini, Francesca Inaudi e raccontava di un giovane sotto sfratto e con un lavoro da addetto alle pulizie che, scoperte queste ‘bocce su ghiaccio’, decide di formare una squadra per provare a partecipare alle Olimpiadi di Torino. Ovviamente non ci riuscirà, ma la squadra rabberciata e senza pretese che avrà messo insieme esulterà come se avesse vinto un mondiale solo per aver ottenuto un punto nell’ultima partita di qualificazione, dopo aver perso tutte le altre a ero, celebrando il senso del gruppo e l’unità di intenti che il curling trasmette ai suoi interpreti, insegnando che nulla è impossibile. In questo scenario anche temporale, le due ‘stelline’ nascenti in campo maschile e femminile, ovvero Amos Mosaner e Stefania Costantini cominciano ad accarezzare un sogno. Formare coppia per un doppio misto. Del resto, annualmente, la coppia di giocatori vincitrice del campionato italiano poi finisce in nazionale e partecipa alle varie competizioni internazionali, quindi vale la pena di provarci. La Federazione vede di buon occhio anche l’iniziativa, i due ragazzi sono oramai due punti fermi delle rispettive nazionali e sono ben assortiti. Mosaner è sempre molto lucido ed è un ottimo tattico, Costantini ha il colpo magico e il guizzo della fantasia. Alle Olimpiadi invernali di Pechino, nel 2022, la coppia si presenta con buone prospettive di fare bene. Sul campo C gli azzurri si sbarazzano 8-4 della coppia statunitense Persinger-Plys al debutto, poi con un combattuto 8-7 mettono a tacere le velleità degli svizzeri Perret-Rios. Con il vento in poppa fissano sull’11-8 il finale contro i norvegesi Skaslien-Nedregotten. E non danno chances ai cechi Paulova-Paul, abbattuti 10-2. Ai loro piedi cadono 7-3 anche gli australiani Gill-Hewitt. E’ un cammino trionfale per la coppia azzurra. I britannici Dodds-Mouat si arrendono 7-4. Poi tocca ai cinesi Suyuan-Ling, battuti 8-4. Nella dodicesima sessione cedono anche gli svedesi deVal-Eriksson, 12-8. Quindi i canadesi Homan-Morris. Nella fase finale, deVal-Eriksson cedono di schianto 8-1. E Skaslien-Nedregotten, i norvegesi, 8-5, ancora si arrendono nella finale. E’ un trionfo. Amos Mosaner e Stefania Costantini salgono sul più alto gradino del podio olimpico e conquistano la medaglia d’oro vincendo undici partite su undici. E’ la prima medaglia d’oro conquistata dal curling italiano ai Giochi Olimpici. E’ il 2022. E’ anche l’esordio di una coppia italiana ai Giochi e non si poteva incominciare meglio. Stefania Costantini, bellunese di Pieve di Cadore, curler da quando aveva otto anni è raggiante. Amos Mosaner, trentino doc di Cembra, ex ciclista su strada e argento nella squadra mista a Innsbruck 2012 ai Giochi Giovanili, non sta più nella pelle. Dopo il trionfo insieme, le strade dei due sembrano doversi separare, ognuno riprende i propri allenamenti, riprende i propri ritmi, riprende a seguire i propri programmi con le rispettive rappresentative nazionali. Ma alla viglia della competizione iridata del 2025, in programma in Canada, a Fredericton, nel New Brunswick, ecco che un campanellino trilla nella mente dei due campioni. La coppia deve ricomporsi per l’occasione. Il momento è importante, l’oro di Pechino è ancora fresco e le condizioni per fare bene ci sono tutte. Il coach Marco Mariani, veneziano di origine ma per anni curler a Cortina, ex componente della nazionale olimpica di Torino 2006 e già coach della nazionale femminile cinese, è convinto che ci sia lo spazio per andare a medaglia e puntare in alto. L’atmosfera che si respira alla ‘Willie O’Ree Place Arena’ è quella della grandi occasioni e delle date da non dimenticare. Bisogna sfruttarla tutta. E’ il 26 aprile quando inizia il contest. Sono previsti otto giorni di evento. In campo le coppie di venti Paesi in rappresentanza dell’intero pianeta. Quella italiana e gli olandesi sono le uniche due coppie a non avere un ranking. Nel Round Robin ci toccano Scozia, Canada, Svezia, Finlandia, Corea del Sud, Germania, Danimarca, Cina e Olanda. Gli azzurri sono inseriti nel Gruppo A. Al debutto Amos Mosaner e Stefania Costantini liquidano i finnici Immonen-Sipilä per 10-3. Poi fanno fuori i tedeschi Schöll-Sutor con lo stesso punteggio. Nel terzo incontro si sbarazzano dei sudcoreani Kim-Seong per 9-4. Poi dei danesi J. e H. Holtermann 8-5. Gli italiani sono un rullo compressore. E’ la volta del Canada: Peterman-Gallant cedono 7-5. Quindi i temibili scozzesi Dodds-Mouat, schiacciati 7-4. Nella tredicesima sessione si arrendono i cinesi Han-Wang, 8-2. Pure gli svedesi Hasselborg-Eriksson devono alzare bandiera bianca, 6-4. L’ultimo sforzo del draw è superare l’Olanda di Bomas-Gösgens: operazione conclusa con successo sull’8-5. In semifinale Amos Mosaner e Stefania Costantini regolano gli estoni Kaldvee-Lill per 7-6. E tre anni dopo Pechino, rieccoli protagonisti di una finale, ma questa volta è quella dei mondiali. E contro i maestri scozzesi Jennifer Dodds e Bruce Mouat, assetati di rivincita. Ma finisce 9-4 per gli italiani. Ed è un trionfo assoluto. La coppia formata da Amos Mosaner e Stefania Costantini ottiene la prima storica vittoria iridata dell'Italia nel curling. Gli azzurri, come già alle Olimpiadi di Pechino, sono rimasti imbattuti per tutta la competizione e sono saliti sul tetto del mondo per la prima volta nella storia. Ancora con 11 successi su 11 gare. Nei grandi tornei Mosaner e Costantini hanno una striscia di imbattibilità che adesso dura da 22 gare consecutive. Un successo straordinario con vista panoramica sulle Olimpiadi Milano Cortina.

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