Pallanuoto, Len Champions League: Tempesti come Buffon, storia e numeri di un fenomeno

Nuoto

Dario Massara

La final eight di Champions League di pallanuoto a Genova (dal 7 al 9 giugno su Sky Sport) si avvicina: scopriamo, o meglio, riviviamo, i numeri e la storia di uno dei più vincenti portieri di water polo. Stefano Tempesti, numero uno della Pro Recco: è il Buffon della vasca?

PRO RECCO-OLYMPIACOS IN LIVE STREAMING

FINAL 8 CHAMPIONS LEAGUE: LO SPECIALE

Un mito. Una leggenda. Un fenomeno. Scegliete l’aggettivo che preferite, unito al nome di Stefano Tempesti andrà comunque bene. Basterebbe il suo curriculum a definirlo, in bacheca ha qualcosa come 37 Coppe e 8 medaglie, compresa quella d’oro vinta ai Mondiali di Shangai nel 2011. Ha vinto tutto quello che c’era da vincere, in Italia e con l’Italia. E giovedì si tufferà nella piscina di Genova per provare ad alzare al cielo la sua sesta Coppa dei Campioni. Solo in due, nella storia della pallanuoto, sono riusciti a vincerne tante: Perisic con il Partizan Belgrado e Felugo con Posillipo e Pro Recco (di cui oggi è presidente).

La sua storia

Tempesti nasce a Prato nel giugno del 1979, inizia a giocare nella Futura Nuoto Prato fino a quando si trasferisce alla Florentia con cui vince il primo trofeo: la Coppa delle Coppe nel 2001. Nel 2003 il trasferimento a Recco con cui vince 13 Scudetti consecutivi, 12 Coppe Italia (nelle ultime 13 edizioni) e 5 Champions League. Con il Settebello fa l’esordio nel 1999, al Mondiale di Sidney, conquistando la medaglia d’argento. È solo il primo di un lungo elenco di successi che lo fa diventare il degno successore di Francesco Attolico, campione Olimpico nel 1992 a Barcellona. Dopo l’Olimpiade di Rio decide di dare l’addio alla calottina azzurra ma senza fare i conti con il destino…

L’aneddoto

Mondiale di Budapest 2017. Il Ct dell’Italia Sandro Campagna convoca l’erede designato dell’Airone di Prato, Marco del Lungo. Prima della partenza per l’Ungheria un’epidemia di morbillo colpisce il ritiro della nazionale. De Lungo è uno di quelli che rimane affetto dal virus e deve così lasciare il gruppo. Al suo posto viene chiamato in emergenza Stefano Tempesti, in vacanza da 45 giorni. Il “Capitano” risponde presente. Campagna lo butta in acqua nella seconda sfida del girone, contro i padroni di casa dell’Ungheria, e gli avversari cominciano evidentemente ad aver “paura” a tirare in porta per la sola presenza del muro azzurro. E così la storia di Tempesti con l’Italia continua. Con l’obiettivo di arrivare alla prossima Olimpiade per entrare ancor di più nella storia della pallanuoto. Azzurra e non solo.

Il Buffon della pallanuoto

Il paragone calza perfettamente. Per il ruolo, per il valore tecnico e morale. Ma c’è tanto altro. Intanto perché entrambi sono dei vincenti e perché entrambi, ancora in attività, sono già considerati nel loro ruolo tra i più forti della storia. Tutti e due, con Recco e Juventus, negli ultimi anni hanno letteralmente dominato in Italia. Così come tutti e due non sempre hanno avuto la stessa facilità nell’imporsi in Europa così come in patria. Due capitani della Nazionale che hanno avuto l’onore di vincere un Mondiale. Due quarentenni ancora perfettamente in grado di fare la differenza e senza alcuna certezza di cosa riserverà loro il futuro.

La mentalità

Lo scorso 27 maggio, a Siracusa, dopo la finale Scudetto vinta contro il Brescia, Tempesti dichiara “Festeggiamo perché è giusto farlo, ma in realtà abbiamo già la testa alla final eight di Genova”. Ecco la mentalità di chi ha vinto tutto ma non si è ancora stancato. Anche perché il Triplete (Scudetto, Coppa Italia e Champions) al Recco non riesce dal 2015. E per Stefano Tempesti è passato davvero troppo tempo…