Mondiali nuoto: Quadarella guerriera d’argento, Panziera delusione sotto il podio

Nuoto

Lia Capizzi

Prova magistrale della 20enne romana che lotta alla pari contro la fuoriclasse Ledecky. Cede solo negli ultimi 50 metri ma con la consapevolezza di aspettare una rivincita tra un anno a Tokyo. Sfuma il sogno di podio per la Panziera, quarta a cinque centesimi dal bronzo, senza mai far vedere il dorso con cui aveva conquistato l'oro europeo lo scorso agosto. Nell'ultima giornata dei Mondiali l'attesa è per Gregorio Paltrinieri e i suoi 1500, la 14enne da record Benedetta Pilato e Martina Carraro in finale nei 50 rana e le due staffette miste

SETTEBELLO CAMPIONE DEL MONDO

PILATO: NUOVO RECORD ITALIANO NEI 50 RANA

QUADARELLA VINCE L'ORO NEI 1500 STILE LIBERO

Un argento da baciare per Simona Quadarella che sul podio sfoggia il suo sorriso migliore anche se al traguardo ha rosicato, molto. Perché l'aveva annusato il profumo dell'oro e ci aveva sperato. Protagonista la 21enne romana di una gara bellissima, un testa a testa tra pathos e sportellate. La Ledecky a Gwangju è stata debilitata da un virus che l'ha costretta a saltare i 1500 e i 200, è stata battuta nei 400 dalla 19enne australiana Titmus, un'altra sconfitta non l'avrebbe sopportata. Anche se non in grandissima forma, la Ledecky rimane sempre l'aliena che ha riscritto la storia dello stile libero femminile, negli 800 stile è imbattuta dalle Olimpiadi del 2012. Simona non ha alcun timore reverenziale, figuriamoci, la timidezza la riserva nella vita di tutti i giorni, non certo in acqua dove dai talloni sprigiona il suo veleno e dalla sua testa lo spirito di guerriera. L'allieva di Christian Minotti appaia la Ledecky, riesce a superarla, le sta davanti fino agli ultimi 100 metri quando la Ledecky tira fuori l'orgoglio, raddoppia la potenza della gambata e dopo l'ultima virata prende il largo: nell'ultimo 50 metri l'americana nuota in 29''19 contro il 30''78 della Quadarella. L'abbraccio finale tra Katie e Simona è di rispetto vero, la Ledecky (8'13''58) resta la regina degli 800 ma il discorso è rimandato a Tokyo. E già ci immaginiamo i prossimi 12 mesi di Simona, in vibrante attesa della rivincita a cinque cerchi.
Sicuramente tra un anno la Ledecky tornerà la vera Ledecky, sarà in forma, le Olimpiadi sono l'obiettivo primario della 22enne che è già nella leggenda del nuoto. Ma nel 2020 pure la Quadarella sarà un'altra Simona, con ulteriori miglioramenti. Guai sottovalutare la fame e la cattiveria agonistica della 21enne tesserata per Fiamme Rosse e il Circolo Canottieri Aniene. Vale il confronto degli ultimi mesi per comprendere i continui progressi, nei 1500 stile è passata dal personale di 15'48''84, nuotato al Settecolli di fine giugno, al 15'40''89'' che le è valso l'oro mondiale a Gwangju. Negli 800 stile ad agosto 2018 vinceva l'oro agli Europei di Glasgow in 8'16''45, in Corea del Sud si mette al collo l'argento mondiale con il crono di 8'14''99. Un miglioramento enorme che è il frutto di un duro lavoro, l'aumento dei carichi di lavoro non l'hanno spaventata nell'ultimo anno, dopo le meritate vacanze sarà quindi pronta a tuffarsi nella nuova stagione con la stessa dedizione e determinazione. Senza trascurare i 400, la gara che la diverte molto, e i 200 stile. Lascia i Mondiali di Gwangju con al collo un oro e un argento che la proiettano nella storia del nuoto, con la consapevolezza che la Ledecky sia una aliena non più irraggiungibile. Daje Simona.

La delusione di Margherita fuori dal podio

È una grande delusione il quarto posto di Margherita Panziera nei 200 dorso. Inutile girarci attorno, cercando magari parole ad hoc per addolcire la pillola. La 22enne di Montebelluna, allenata da Gianluca Belfiore, ha buttato al vento la grande occasione di salire sul podio mondiale. Da regina d'Europa, titolo conquistato un anno fa a Glasgow, era arrivata in Corea con il miglior tempo mondiale stagionale (2'05"72). Non aveva fatto i conti con l'esplosione del nuovo fenomeno a pancia in su, Regan Smith. La 17enne americana è stata una sorpresa per Margherita ma pure per noi. È di un'altra categoria, il suo record del mondo in semifinale (2'03''35) è stato impressionante, prima nella storia sotto la barriera dei 2'04''. In finale la Smith domina nuotando ancora sotto i 2'04 (2'03''69), l'oro non è mai stato in discussione. Il podio però era alla portata di Margherita che però parte lenta, nuota contratta, sbanda in corsia. Chiude in 2'06''67 a soli cinque centesimi dal bronzo della canadese Kylie Masse (2'06''62). Potremmo maledire ancora una volta i famosi benedetti centesimi. La verità è che purtroppo in questi Mondiali la poliziotta laureata in marketing non ha mai fatto vedere la sua classe. Sia nei 100 sia nei 200, la sua gara, non ha mai espresso il suo dorso leggero ed elegante. Forse ha pagato la tensione, la pressione di dover essere al livello delle migliori, o forse sono tornati a galla i vecchi fantasmi legati all'ansia. Un Mondiale da dimenticare, anche se non è ancora finito. Anzi, prima di lasciare Gwangju ha la possibilità di ritrovare un sorriso di gruppo nella staffetta mista. La 4x100 mista femminile è una realtà consolidata da ormai qualche anno, era pure in finale alle ultime Olimpiadi di Rio 2016, ma la sensazione è che non sia mai stata così competitiva come ora. Il delfino di Elena di Liddo, la rana di Martina Carraro e ovviamente lo stile di Federica Pellegrini. C'è bisogno del dorso della Panziera, di quella vera.