Nuoto: Greg di bronzo, Fede chiude da Divina. Mondiale record per l'Italia

Nuoto

Lia Capizzi

Si chiude un Mondiale memorabile per la spedizione azzurra, il migliore nella storia del nuoto. E’ la fotografia di un’Italia che non si poggia più su pochi fuoriclasse ma è capace di esprimere una forza di gruppo notevole. Paltrinieri costretto a cedere la corona dei 1500 stile medita la vendetta per Tokyo. Federica Pellegrini chiude da Divina: la sua frazione in staffetta più veloce di sempre. 

BENDETTA PILATO, È NATA UNA STELLA: ARGENTO NEI 50 RANA

MONDIALI NUOTO, PALTRINIERI ORO NEGLI 800

LEGGENDA PELLEGRINI: QUARTO ORO MONDIALE NEI 200 STILE

FEDERICA PELLEGRINI, LA VITTORIA INATTESA

Il re costretto ad abdicare. Greg cede lo scettro del suo regno al più forte. Greg fuoriclasse ma pure signore, rende merito con rispetto a chi lo ha battuto. In questo momento Florian Wellbrock è il più forte di tutti. Il tedesco si merita la corona e gli applausi, autore di una doppietta storica che avrebbe voluto tanto ottenere Gregorio. Entrambi hanno deciso di affrontare la doppia sfida, in mare e in piscina, e il 21enne di Brema ha fatto il botto:  medaglia d’oro nella 10 Km di fondo e vittoria pure in piscina nei 1500 stile. La finale è stata un combattimento estenuante, per tutte e trenta le vasche si sono studiati spalla a spalla Paltrinieri, Wellbrock e l’ucraino Romanchuck. Non si era mai vista una gara simile nel mezzofondo in nessuna piscina al mondo.  Pensare che un tempo i 1500 erano considerati la gara più noiosa, quella dove c’era il tempo per alzarsi dal divano e distrarsi. Ci ha pensato proprio Paltrinieri, negli ultimi anni, a rendere emozionante questa competizione. E se adesso la competizione è aumentata la colpa è sempre sua, ha fatto da apripista, i più giovani sono stati attratti dal suo carisma, lo hanno studiato, hanno guardato al video ogni singolo passaggio delle sue gare. Gli allievi ora superano il maestro, corsi e ricorsi della vita. Era già capitato nell’agosto del 2018 agli Europei di Glasgow, con Wellbrock oro continentale e l’azzurro relagato al bronzo. A Gwangiu il campione olimpico di Carpi ha provato a scappare, voleva lasciarsi dietro i rivali per evitare un arrivo in volata, è risaputo che lo sprint dell’ultima vasca resta il suo tallone d’Achille. E così è stato, purtroppo per Greg. Ai 1400 metri Wellbrock cambia marcia e saluta tutti, chiude in 14”36”54 portando a termine il suo bis mondiale. L’ucraino è argento (14”37”63). Paltrinieri deve accontentarsi del bronzo in 14’38”75, ben lontano dal personale 14’34”04 con il quale aveva conquistato l’oro alle Olimpiadi di Rio del 2016. Da signore l’azzurro rende onore al vincitore. Paltrinieri sconfitto, dispiaciuto ma non deluso. Consapevole del tanto lavoro alle spalle, della corsa a recuperare dall’infortunio al gomito a maggio, del debutto faticoso nel nuoto di fondo (sesto nella 10 Km, argento nella 4x5Km). Un fuoriclasse ferito che, c’è da scommetterci, passerà il prossimo anno a meditare vendetta.: mai sottovalutare l’animo competitivo di Paltrinieri. Ci si vede a Tokyo, Florian, sembra dire al rivale mentre si stringono la mano sul podio. Tra un anno in Giappone sarà tutto diverso, a partire dal calendario: ci saranno prima le gare in piscina e poi in mare. Paltrinieri ha ancora voglia di faticare e di divertirsi. Per tornare a vincere.

Federica, il suo addio mondiale è da Divina

Finisce sotto il podio, quarta, la staffetta mista femminile. Le medaglie erano oggettivamente troppo lontane per il quartetto azzurro in una gara dominata dagli USA con due record mondiali, quello assoluto (3’50”40) e quello impressionante della 17enne Regna Smith nella prima frazione dei 100 dorso (57”57), suo secondo primato personale dopo il record pure nei 200 dorso. Anche per l’Italia è il nuovo record italiano (3”56”50), per una staffetta che continua a migliorarsi, già in finale a Rio nel 2016 la 4x100 mista può puntare dritta a Tokyo. Si rivede il miglior dorso di Margherita Panziera (59”77), dopo aver gettato al vento l’occasione da medaglia nella sua gara dei 200 dorso, la 22enne di Montebelluna dimostra almeno di saper reagire alle batoste. Martina Carraro nuota in seconda frazione a rana in 1’06”87, protagonista di un gran Mondiale la genovese. Elena Di Liddo a delfino conferma il suo status mondiale in 57”33. E poi c’è lei, in ultima frazione. Non ci sono più aggettivi per descrivere Federica Pellegrini. Era la sua ultima gara in un Mondiale, l’addio dopo 16 anni di gare iridate, con un bottino die undici medaglie, sei d’oro. E la quasi 31enne leggenda del nostro nuoto cosa fa? Sfreccia con la sua frazione (lanciata) più veloce mai nuotata prima in carriera (52”53). Un addio mondiale da Divina. Unica Fede: "Mi vedrete ancora nuotare - sorride la campionessa - mi fa strano pensare che non farò altri mondiali. Ma tra un anno ci sono le Olimpiadi e lavoreremo per queste”.

Per l’Italia del nuoto è il Mondiale più vincente di sempre

Si chiude un Mondiale memorabile per la spedizione azzurra, il migliore di sempre nella storia del nuoto. Il bottino di medaglie raccolte nella vasca di Gwangju è di 3 ori (Pellegrini 200sl, Paltrinieri 800sl, Quadarella 1500sl), 2 argenti (Quadarella 800sl, Pilato 50 rana) e 3 bronzi (Detti 400sl, Carraro 100 rana, Paltrinieri 1500sl). Ci sono le medaglie da contare ma ci sono pure altre prestazioni da pesare. Hanno un grande valore i sei quarti posti ottenuti (4x100sl maschile, 4x200sl maschile, Burdisso 200 farfalla, Di Liddo 100 farfalla, Panziera 200 dorso, 4x100 mista donne), alcuni di questi hanno un peso specifico notevole con il podio sfuggito per una manciata di centesimi. Senza considerare i 19 nuovi record italiani. E’ la fotografia di un’Italia che non si poggia più su pochi fuoriclasse ma è capace di esprimere una forza di gruppo notevole. Gli azzurri sono competitivi in quasi tutte le specialità, è questa la novità che emerge dalla vasca di Gwangju. Ci sono state alcune – poche- controprestazioni, ci sono stati alcuni errori, e su questi bisognerà lavorare e migliorare Ad un anno esatto dalle Olimpiadi di Tokyo la nazionale azzurra rappresenta un movimento natatorio che può competere con le superpotenze. Il presidente FIN Paolo Barelli e il CT Cesare Butini possono essere orgogliosi, il Mondiale coreano ha portato i frutti di un progetto capillare iniziato tempo fa. Avanti così, questo nuoto italiano è proprio una grande bellezza.