Nuoto, Europei vasca corta: Pilato regina nei 50 rana a soli 14 anni

Nuoto
Lia Capizzi

Lia Capizzi

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Agli Europei in vasca corta di Glasgow l'exploit della pugliese medaglia d'oro nei 50 rana con record italiano e mondiale juniores. "Mi fa un certo effetto. Ma non devo dimostrare niente a nessuno, io rimango con i piedi per terra, sono una ragazza normalissima". Una doppietta al femminile, Martina Carraro è d'argento in attesa sabato della sfida nei 100

Ride, piange, poi ride ancora la piccola Benedetta, per tutti semplicemente Benny, al suo primo oro europeo assoluto. Emotiva e un po' sbadata solo quando si confonde, non sa quale sia il suo blocco di partenza, ci pensa Martina Carraro a indirizzarla su quello giusto. L'allegria del siparietto iniziale svanisce e dopo il tuffo si trasforma in determinazione. Le unghie affilate sono laccate di un colore azzurro come l'acqua sopra la quale riesce a scivolare in progressione. La rana di Benedetta è moderna, simile a quella del fuoriclasse britannico Peaty, è tutta potenza, un ritmo altissimo con le braccia fuori dall'acqua. Ha 14 anni perché lo dice la carta di identità, perché è un'adolescente che studia e si diverte tra i banchi del suo liceo a Taranto, perché adora scrivere e postare sui social senza comunque esserne dipendente. In gara, invece, Benny sfodera una maturità impressionante. Lo dimostra il modo in cui ha gestito le tre gare in meno di 9 ore, tensione annessa, migliorandosi ogni volta: la batteria in 29"63, la semifinale in 29"48 e, a distanza di 70 minuti, la finale vinta in 29"32 che è il nuovo record Italiano e pure il nuovo record mondiale juniores.

L'inno di Mameli lo canta ma senza esagerare, quasi con riservatezza. Lo ha sentito suonare molte volte in suo onore, perché a livello giovanile ha vinto tanto, ma questa volta è diverso, è ancora più bello. La ragazza allenata da Vito D'Onghia, neo acquisto della società Canottieri Aniene, sul gradino più alto del podio sembra voler portare rispetto, sente tutto l'orgoglio ma pure l’enormità di questo suo primo titolo europeo assoluto in tenera età. Certo, la vasca corta ha una importanza minore rispetto a quella da 50 metri dove la Pilato ha conquistato l'argento mondiale lo scorso luglio a Gwangju (Corea del Sud), rivelazione assoluta. Negli ultimi cinque mesi il mondo intorno a lei è cambiato, sono aumentate le pressioni, ingigantite le aspettative. Lei fa una linguaccia e alza le spalle, dice di essere la ragazza di prima, normalissima e con i piedi per terra. Benedetta è solare, chiacchierona, delicata nei dubbi di qualsiasi teenager ma pure determinata nel difendere la sua leggerezza. Uffa quando le chiedono di Tokyo! Non vuole pensarci troppo, sa che le Olimpiadi sono un traguardo lontano, nei 100 metri in vasca lunga non ha ancora la stessa confidenza - o le certezze tecniche- della vasca corta, dovrebbe limare oltre un secondo rispetto al suo crono personale, deve fare i conti con la concorrenza interna di Martina Carraro e Arianna Castiglioni e tante altre cose ancora. I cinque cerchi restano per il momento un sogno.

A questa Pilato nulla è vietato, nemmeno sognare. La sua medaglia d'oro non oscura quella d'argento di Martina Carraro che, proprio come Benedetta, era piccola quando esplose nel nuoto dei grandi, sedicenne ai Mondiali del 2009. Non è gelosa, la genovese non è il tipo di donna che prova invidia, a maggior ragione perché conosce tutte le sfumature e le insidie di una carriera precoce. Da quando si è trasferita ad Imola, due anni fa, per allenarsi con il fidanzato Fabio Scozzoli (bronzo nei 50 rana a Glasgow, campione eterno) insieme al tecnico Cesare Casella, Martina ha acquisito una sicurezza da leader, il bronzo mondiale di Gwangju nei 100 rana l’ha proiettata in una nuova dimensione. Sabato  agli Europei in corta c’è la finale sulla distanza doppia e lei punta a fare il colpaccio. L'oro è alla sua portata. Sarebbe un'altra cosa in comune tra Benedetta e Martina.

Il bacio tra Benedetta Pilato e Martina Carraro sul podio dei 50 rana