Federica Pellegrini: "Il traguardo di Tokyo è chiaro, resta da capire che viaggio sarà…"
NuotoLe riflessioni sul futuro da parte della fuoriclasse del nuoto. Dalle speranze per le prossime Olimpiadi ai dubbi per l’assenza di gare: “Ci hanno detto che riusciremo a gareggiare solo nel 2021”. Il ruolo di portabandiera di tutti gli sport: “Non ho criticato il calcio! Ma non bisogna dimenticarsi che esistono anche gli altri sport"
C’è un nuovo viaggio da intraprendere, pur con tutte le incertezze legate alla ripresa. Per Federica Pellegrini il traguardo è già fissato, Tokyo 2021, ma da qui al prossimo luglio c’è la necessita di capire la tipologia del percorso, scegliere le tappe, serviranno spirito di adattamento e molta tenuta mentale.
In aiuto alla Divina del nuoto azzurro arriva la partnership con la Michelin. L’azienda di pneumatici l’ha scelta come ambasciatrice di una campagna promozionale online dallo slogan “Performance fatte per durare”.
Federica strizza l’occhio a Bibendum, in tutto il mondo noto semplicemente come “omino Michelin”, la celebre mascotte che rappresenta una pila di gomme disposte a figura umana.
“Spero che le mie gomme reggano fino a Tokyo 2021”, sorride la Pellegrini dopo il consueto allenamento mattutino nella piscina del Centro Federale di Verona.
“Il traguardo ce l’ho ben chiaro, arrivare alla mia quinta Olimpiade, ma in questo momento la parte più difficile per noi atleti è la programmazione. Per ora c’è una sola data certa, Tokyo appunto, ma mancano tutte le date intermedie, sono state cancellate tutte le gare del 2020. Ci hanno detto che torneremo a gareggiare solo nel 2021. Noi atleti aspettiamo di capire se si possano programmare alcuni eventi magari in autunno, sarebbero test importanti in base ai quali fissare i successivi cicli di lavoro”.
Tornata a nuotare dopo sei settimane di stop per via della quarantena, ristabilito il feeling con l’acqua, in che cosa il lockdown ha cambiato il modo di essere di Federica?
“E stato un periodo traumatico, per me come per tutti. A parte la varia propaganda politica che da metà in poi l'ha fatta da padrona, l’aspetto positivo è che proprio questa fase di grande difficoltà per l’intero Paese noi italiani ci siamo ritrovati molto più uniti come nazione, soprattutto all’inizio del lockdown. A livello personale non mi sono riscoperta una Fede diversa, io per carattere sono già molto introspettiva e quindi direi che mi conosco bene. Certo, sono cambiate molte abitudini, alcuni progetti sono stati messi per forza in stand-by o rimandati, il mio delle Olimpiadi ma pure i programmi di chi fa altri lavori. A livello pratico io avevo comprato i biglietti aerei e prenotato l’albergo per i miei genitori a Tokyo, magari si faranno un viaggetto in Giappone quest’estate da soli…se si potrà partire!”
Pellegrini è sinonimo di longevità e determinazione, è una forza che parte dalla testa. Nei giorni scorsi Michael Phelps ha lanciato un allarme proprio sull’aspetto mentale degli atleti dicendo: complice il lockdown e l’assenza di gare molti di loro potrebbero avere un contraccolpo psicologico che rischia di passare inosservato, dobbiamo tutelarli.
“Psicologicamente è difficile allenarsi senza avere un obiettivo a breve termine. Pensare ad un anno e mezzo di soli allenamenti rischia di diventare un periodo davvero lungo, macinare chilometri su chilometri senza avere scadenze nel mezzo. Per noi è troppo importante gareggiare, sentire l’adrenalina addosso, ascoltare il boato del pubblico. Anche solo la presentazione ufficiale prima di andare sul blocco di partenza è uno stimolo enorme che viene a mancare. Chiariamo bene, la mancanza di gare non è assolutamente un lamento, è un dato di fatto. Era fondamentale tornare in acqua e meno male che siamo riusciti a farlo. Sarebbe stato peggio non nuotare per 5 mesi!”
Nessuna paura dunque di perdere la cattiveria agonistica?
“Non credo proprio. Il mio punto di forza è la determinazione, il voler alzare l’asticella sempre più in alto, spingersi oltre i propri limiti ogni volta che si entra in acqua, non solo in gara ma in ogni singolo allenamento quotidiano. Nel mio sport quello che fa la differenza è la costanza”.
C’è un futuro nell’acqua anche dopo Tokyo 2021? O magari il pensiero corre ad un ruolo istituzionale, il pensiero è alle battaglie che hai condotto per la parificazione del ruolo delle donne?
“Il ruolo delle donne è un tema che ho affrontato da sempre, non ho paura di espormi ma di certo non ho alcuna ambizione politica. Nel nuoto devo pure dire che le donne sono al pari degli uomini, non ci sono differenze di salari o premi. In quanto al mio futuro, lo scoprirò dopo le Olimpiadi. Ho sempre detto che Tokyo resta il mio obiettivo finale ma devo pure tenere conto di avere 32 anni quando le mie avversarie ne hanno 17 e sono nel pieno della loro forza fisica. Non lascerò le gare perché non sopporto più il nuoto, anzi. L’acqua resterà sempre una parte importante per me ma vorrei fare anche altro nella vita, fa parte del normale processo di evoluzione umana”.
È già scattato l’invito ad assistere in pista alle gare di MotoGp di cui la Michelin è fornitore unico ufficiale?
“Si si, non vedo l’ora, la velocità è una mia passione A patto che non mi propongano un test, io non ho la patente della moto, al limite sceglierei le quattro ruote e la Formula Uno”.
Quindi le quattro ruote come scelta. E la ruota di scorta della Pellegrini qual è?
“Diciamo che ho quattro ruote, due braccia e due gambe, ed una quinta ruota che me la sono sempre portata appresso: la mia determinazione”.
La tua frase di qualche settimana fa (“La ripresa è importante per tutti non solo per il calcio”) è passata polemicamente come una crociata contro il calcio
“Io non ho criticato il calcio! La mia era una provocazione bella e buona: non dimenticatevi che esistono anche gli altri sport. Ci hanno ascoltato, quindi posso dire che è stata un po’ come una nostra vittoria, ma non era un discorso a discapito del calcio, so quanto sia importante come traino economico. A livello sociale per i tifosi è importante che il campionato riprenda come magari i tifosi della pallavolo pensano lo stesso del loro sport. Diciamo che la difficoltà del calcio in questo momento è comune a tutti gli sport di squadra, è un dato di fatto purtroppo”.