Nuoto, Elena Di Liddo tra allenamenti in mare e la laurea

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Lia Capizzi

Lia Capizzi

I campioni dello sport sono un esempio di adattamento, soprattutto al Sud. Lo dimostra Elena Di Liddo bronzo europeo nei 100 farfalla. Aspettando l’apertura della sua piscina si adatta allenandosi in mare. Durante la quarantena si è laureata con la discussione della tesi online. Caparbia, orgogliosa portabandiera della Puglia, con il sogno olimpico da raggiungere in memoria del fratello

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La fase due della ripresa presuppone un grande spirito di adattamento generale. A Bisceglie abita una regina del compromesso, tale è la 26enne Elena Di Liddo campionessa italiana dei 100 farfalla, bronzo europeo nel 2018 e quarta ai Mondiali di Gwangju 2019. La piscina dove abitualmente nuota a Giovinazzo è ancora chiusa in attesa della data di riapertura, 25 maggio, stabilita dal DPCM in materia di impianti sportivi. Pur di allenarsi l’azzurra ha scelto di chiedere aiuto al suo mare pugliese, nonostante il timore dell’acqua profonda e l’antipatia per l’acqua fredda. Dalla spiaggia la segue e consiglia l’allenatore storico Raffaele Girardi. “Era il momento giusto per ricominciare da dove sono nata. Mi sono fatta arrivare una muta e quindi riesco a sopportare le temperature basse. Mi intimorisce l’acqua scura, come a gran parte di noi pesci da cloro, per questo nuoto in orizzontale rispetto alla riva dove l’acqua è ancora chiara e poco profonda. Seguo una linea immaginaria che mi faccia andare dritta, senza sbandamenti”. Un adattamento necessario per sopperire alla lontananza di due mesi dall’elemento naturale dell’acqua. “Durante la quarantena non ho sofferto troppo, a me piace molto fare palestra, esercizi a secco, anche grazie all’aiuto di mio papà (Mauro, ex campione di salto triplo) che è il mio preparatore atletico. Il mio allenatore Raffaele sostiene che stare lontano un po’ dall’acqua abbia un risvolto positivo: aumenta la fame e la grinta quando poi si ricomincia”. Alla Di Liddo, tesserata per il Gruppo Sportivo dei Carabinieri e per il Circolo Canottieri Aniene, la fame non manca di certo. Negli ultimi due anni la sua farfalla ha spiccato il volo a livello internazionale, i mondiali di Gwangju ne hanno confermato il valore.  La vera svolta, da atleta di grandi prospettive a campionessa, è arrivata dopo la delusione per la mancata qualificazione ai Giochi di Rio 2016 quando forse non era ancora agonisticamente matura. “Ho imparato ormai a credere fortemente nel fato, nel 2016 fa mi sono detta: non è il tuo momento, devi ancora aspettare. Ho avuto molti episodi spiacevoli che hanno ritardato il mio ingresso nell’élite mondiale. Quest’anno invece lo vedevo come un momento di riscatto, credevo che il destino potesse restituire tutto ciò che in questi anni purtroppo mi ha tolto. Va bene comunque, so essere molto paziente e resiliente”. Caparbia Elena, pronta a rialzarsi dai momenti difficili che la vita le ha presentato come la morte del fratello Silvio avvenuta dieci anni fa a causa di una leucemia fulminante. Se lei nuota il merito è suo, se a 26 anni punta alle Olimpiadi, con la speranza non così impossibile di una medaglia, è perché c’è una ambizione da dividere con lui. “Io e mio fratello eravamo una cosa sola, Silvio era più grande di me di soli 15 mesi, io ho iniziato a frequentare la piscina perché volevo emularlo. Fino al giorno in cui purtroppo è venuto a mancare il nostro percorso era simbiotico, il nostro sogno era di riuscire ad andare insieme alle Olimpiadi. Se io continuo a perseverare, a fare tanti sacrifici, è perché quel nostro grande sogno lo voglio realizzare per noi. La cosa che mi renderà più orgogliosa sarà portare lui con me alle Olimpiadi l’anno prossimo a Tokyo”

La laurea di Elena Di Liddo

La Laurea in quarantena

Le ambizioni ma pure i traguardi, anche fuori dall’acqua. Carattere estroverso, considerata una capobanda nel gruppo della Nazionale Italiana, la Di Liddo è spesso presa come esempio di grande atleta ma anche di studentessa dal Ct Cesare Butini. Dallo scorso aprile la sua carriera di studentessa si è però conclusa, ha appena discusso la tesi in Farmacologia per la Laurea Magistrale in Scienze Motorie dell’Università di Foggia. “Lo studio è sempre stato importante, un piano B, un modo di rilassarmi dalla frenesia della routine sportiva che ad alto livello può anche stabilizzare. Durante le tante trasferte internazionali mi portavo i libri e gli appunti, approfittavo dei momenti liberi per studiare al posto magari di vedere un film. Non nascondo che avrei voluto presentarmi davanti alla Commissione con il pass olimpico, poter dire: io adesso sono qui per laurearmi ma tra tre mesi sarò ai Giochi di Tokyo…” Lockdown e Laurea: 110 e lode,  ça va sans dire. Tesi sul doping nel mondo dello sport, in particolare nel nuoto. Nessun velo di tristezza per dover vivere un momento così importante a casa, davanti al computer. “Due anni fa avevo già discusso la tesi per la Laurea Triennale in Facoltà, questa volta per la Magistrale ho sperimentato una situazione nuova con spirito positivo. Dietro di me c’erano i miei genitori, io ero preoccupata che la mia cagnolina potesse abbaiare durante la seduta invece è stata buonissima ai miei piedi, evidentemente aveva percepito che c’era qualcosa di importante in ballo. Tramite un gruppo su Zoom ho sentito tutto il calore dei miei parenti, del mio fidanzato e dei miei amici del cuore che sono sempre presenti. Alla fine hanno partecipato online alla mia Laurea molte più persone di quelle che sarebbero riuscite a venire in Facoltà, per cui sono contentissima.” Il destino da affrontare come una guerriera, il sorriso da dispensare per unire il gruppo, e pure l’orgoglio pugliese da sbandierare sempre. La Di Liddo  non manca mai di esporsi sui problemi dello sport del Sud. “Nel nuoto il movimento pugliese è in grandissima crescita, ci sono io ma anche Di Tullio e la Pilato, solo per citare i nomi più conosciuti. Ci stiamo prendendo spazio e soddisfazioni nel panorama internazionale. Ogni giorno combattiamo una piccola battaglia per il nostro Sud. Questa pandemia di Covid-19 rischia di fare molto male al nostro mondo. Si percepisce una forte difficoltà nel riaprire gli impianti, soprattutto quelli natatori. Non lo dico per noi atleti ma per tutti gli sportivi, dai bambini agli amatori. Lo sport è alla base della salute e del benessere, come si fa ad andare avanti senza sport? Io riesco ad adattarmi, piuttosto che lamentarmi preferisco trovare soluzioni, ma questa situazione di grande crisi mi fa pensare tanto al futuro e a quello che io nel mio piccolo magari potrei fare per il movimento sportivo pugliese. Chissà…".