Sospensione Settebello, una brutta pagina per lo sport italiano

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Fabio Tavelli

Fabio Tavelli

Una brutta pagina da voltare il più in fretta possibile per l'Italia della Pallanuoto. La sospensione di sei mesi del Settebello, dopo le aggressioni verbali e fisiche durante le Olimpiadi di Parigi, toglie alla squadra di Campagna la possibilità di partecipare alla prossima World Cup e lascia una serie di interrogativi che i diretti interessati potranno e dovranno spiegare al più presto

Nelle motivazioni della sentenza che sospende per sei mesi la Nazionale italiana di pallanuoto ci sono cose che abbiamo visto ed altre che invece non abbiamo visto. Partiamo dai fatti. Italia-Ungheria, gol di Condemi annullato all’azzurro con espulsione dello stesso e rigore per gli avversari. Dal 3-3 al 4-2 per l’Ungheria ed inferiorità numerica per il Settebello. Qualcosa di mai visto e onestamente di assurdo. Revisione Var, con telecamere non più grandi di un telefonino, che conferma la decisione, proteste azzurre veementi. Dopo la gara, vinta ai rigori dall’Ungheria, ricorsi e controricorsi. Addirittura la speranza, impossibile, che la partita potesse essere rigiocata. Fin qui il visto. Il non visto è qualcosa che pesa tantissimo nella decisione dell’Aquatic Sport Integrity Unit. Si parla di aggressioni, verbali e fisiche, da parte del nostro Commissario Tecnico, Sandro Campagna, e di alcuni giocatori nei confronti di arbitri e commissari dopo il termine della partita. Tutto questo si sarebbe svolto nella zona tra gli spogliatoi ed i pullman. Il giorno dopo, prima di Italia-Spagna la clamorosa protesta azzurra: spalle rivolte agli arbitri durante gli inni e inferiorità numerica decisa come ulteriore protesta visto che Condemi, espulso il giorno prima, non era stato squalificato. Che la Federazione internazionale volesse punire questi comportamenti, giudicati lesivi dello spirito olimpico, era evidentemente atteso. Ma la sentenza, che toglie il Settebello dalla prossima World Cup, diventa pesante per queste presunte aggressioni che solo i diretti interessati potranno e dovranno spiegare. Intanto però la Federazione italiana ha annunciato che non farà ricorso. Come a voler chiudere per sempre una brutta pagina, da qualunque parte la si guardi.

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