Il nostro supereroe Gregorio Paltrinieri

Nel 2012 vince il suo primo titolo Europeo Assoluto nei 1500m a Debrecen, poi il titolo Mondiale nel 2015 e l’anno successivo vince l’oro Olimpico a Rio de Janeiro. È il 2016, Greg non ha ancora 22 anni ed ha già vinto tutto quello che si possa vincere in piscina ma non si ferma, vuole di più. È un campione. Una nuova sfida: il nuoto in acque libere. Decide che vuole eccellere in due discipline diverse come il tunisino Mellouli che alle Olimpiadi di Londra 2012 vinse la 10km e toccò terzo nel 1500. Greg trova quasi subito la sua dimensione: il nuoto di fondo gli piace ma manca ancora un po’ di esperienza, l’esordio Mondiale nella disciplina arriva nel 2019 a Gwangju in Corea del Sud dove tocca sesto nella 10km e strappa il pass per l’Olimpiade di Tokyo. Tre giorni dopo argento con la prova a squadre e successivamente oro e bronzo in piscina nella stessa manifestazione. Il primo ed unico italiano a salire sul podio iridato in due discipline diverse. Il 2020 sarebbe dovuto essere l’anno Olimpico ma una pandemia mondiale ferma tutto. Greg però non si ferma, e prende una decisione importantissima. Cambia guida tecnica. La scelta ricade su Fabrizio Antonelli, tecnico che ha moltissima esperienza con il nuoto in acque libere, tanto da aver già portato una sua atleta sul podio Olimpico della specialità, in lui vede la chiave per migliorare nella disciplina in cui è meno esperto. Sono i primi giorni di maggio 2020, il lockdown severo è terminato, si può tornare in vasca. Prendo lo zaino, tutta l’attrezzatura e vado in piscina. Sono quasi sempre la prima ad arrivare e mentre inizio gli esercizi sento una voce dire “ciao”. Mi volto vedo un viso familiare, Greg mi sorride “da oggi saremo compagni di allenamento”. Da oggi il mio supereroe nuoterà la corsia accanto alla mia. Sono sulla Luna. Lo osservo, lo studio: è un po’ disordinato ma pone molta attenzione a tutto quello che fa. È curioso, fa domande e non smette di chiedere finché non gli è tutto chiaro. Si fida subito di Fabrizio e vuole essere coinvolto nelle sue decisioni, due ingranaggi che si incastrano perfettamente. E poi lo vedo, la chiave di tutto è nei suoi occhi: uno sguardo innamorato, profondo, nel quale si legge l’entusiasmo per questo Sport, la bellezza della determinazione. Io credo di provare le stesse cose ma sono un po’ soffocate dentro di me. Il suo entusiasmo è contagioso e decido di lasciarmi ubriacare completamente dalla sua energia. Lo sfido in allenamento, scherziamo, giochiamo e mi rendo conto che per la prima volta dopo anni non mi sto solo allenando, mi sto divertendo. Poche settimane di allenamento e iniziano le gare. Nel giro di 10 giorni si prende il record Europeo dei 1500m stile libero e 5 titoli italiani assoluti . Il suo piano funziona. È l’anno Olimpico, quei Giochi posticipati per il Covid-19. Prima di partire per il Giappone ci sono i Campionati Europei a Budapest. Mancano pochi giorni al collegiale pre-Europeo e ricevo una chiamata. Devo sospendere l’attività agonistica. Non posso partire. Le nostre strade si dividono. SuperGreg vince cinque medaglie di cui tre d’oro in acque libre e due argenti in piscina. Rientra in Italia. Uno dei superpoteri di Greg è la sensibilità. Gli bastano poche bracciate per capire che qualcosa non va. Analisi immediate. Diagnosi: mononucleosi. Olimpiadi andate in fumo hanno pensato tutti. Tutti ma non lui e Fabrizio. Gli allenamenti procedono con un’attenzione maniacale. Ogni singola bracciata conta più del solito, ogni pasto è misurato, il sonno, gli spostamenti. Greg decide di gareggiare. Io ero a casa. La notte del 28 luglio accendo la televisione e guardo la sua finale degli 800m. Una gara folle, all’attacco dal primo metro. Tocca al secondo posto. Nessuno ci poteva credere. Nonostante tutto argento Olimpico. È un’impresa mai vista. Quella notte la mia vita è cambiata. Quella notte ho capito che non c’è ostacolo che non possa essere superato se si fa leva sulla propria determinazione. Quella notte ho deciso che sarei tornata in acqua e avrei gareggiato ancora. Pochi giorni dopo sfiora il podio nei 1500m per poi spostarsi nelle acque libere. Le condizioni di gara sono proibitive. L’acqua è caldissima e i colpi che si possono ricevere in gara potrebbero essere pericolosi per un fegato debilitato dalla mononucleosi. La paura e Greg non si sono mai conosciuti. Entra in acqua come se fosse una gara qualsiasi, si scorda di non essere nelle condizioni ottimali e lotta come un leone. È bronzo. Nessuno riesce a crederci. Dopo quello che ha passato è riuscito comunque a portare a casa due medaglie Olimpiche. Greg è leggenda. L’anno successivo domina i Mondiali di Budapest: è oro nella 10km e nel 1500m, argento nella 5km e trascina la staffetta 4x1500m al bronzo. Europeo di Roma: tre ori e un argento. Otto medaglie internazionali nello stesso anno. Incredibile. Passano i mesi e torno a nuotare: come una ladra continuo ad osservare Greg dalla corsia vicina alla sua con la speranza di rubare la ricetta del suo talento. “Greg ho un progetto di scrittura avviato e vorrei che tu ne facessi parte, posso farti un’intervista?”. Siamo a Livigno in collegiale, in un momento tranquillo prendo carta, penna e coraggio e faccio qualche domanda a Greg. Sarei rimasta tutto il giorno ad ascoltare le sue storie, i suoi ragionamenti. Cerco ogni modo per codificare la sua anima, per mettere nero su bianco quello che avevo visto nei suoi occhi quel primo allenamento insieme. “Non lo faccio per avere una medaglia in più al collo. Lo faccio perché cercare di migliorare me stesso ogni giorno mi fa sentire vivo e mi rende felice. È il viaggio che mi nutre, non la medaglia.”. In queste poche parole c’è racchiuso tutto. Mondiale di Fukuoka 2023, ennesima sfida da affrontare. Oltre che gli avversari Greg deve fare i conti con un problema gastrointestinale che ha influenzato l’intera preparazione e lo stesso campionato. L’ennesima sfida. Ma è proprio davanti a questi ostacoli che tira fuori il meglio di sé stesso. Perché è nelle difficoltà che si vede il carattere del fuoriclasse. Dover affrontare delle sfide complesse come questa, come l’Olimpiade con la mononucleosi, lo esalta, lo obbliga a tirare fuori il meglio di sé stesso. Gareggia senza riserve, mettendo in acqua tutta la determinazione che lo contraddistingue e conquista altre due medaglie in acque libere. Il 2024 parte con un campionato del Mondo a Doha. La forma non è ottimale perché la preparazione si focalizza sull’Olimpiade. Vince comunque una medaglia di bronzo in piscina ed un argento in staffetta. Proprio quella staffetta sarà la mia ultima gara. La mia carriera agonistica termina dando il cambio in staffetta proprio a Greg. Parigi è la sua quarta Olimpiade e compie l’ennesima impresa con due medaglie in piscina è il primo nuotatore italiano della storia a salire sul podio in tre edizioni diverse dei Giochi. Arriviamo agli ultimi giorni. Greg scende in acqua per la 10km e dopo 5 minuti si rompe un dito della mano. Il dolore è tanto, ma è proprio nello squarcio che questo dolore crea dentro di lui che trova l’ennesima motivazione per spingersi oltre il proprio limite. È argento oltre il dolore. E così vince anche la sua seconda medaglia individuale due giorni dopo con l’anulare della mano sinistra che pulsa e fa male anche più di prima ed ancora non si ferma. È proprio lui l’ultimo a scendere in acqua per la staffetta. Tocca ancora secondo trascinando l’Italia in testa alla classifica a squadre nel mondiale che ci ha visto collezionare più medaglie nella storia di questa disciplina. Ormai siamo talmente abituati a vederlo compiere imprese straordinarie che facciamo fatica a capirne la reale dimensione.

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Arianna Bridi