Il nostro Mario Cotelli, immenso "tennico" della Valanga Azzurra
SciUn punto di riferimento per lo sci e per gli sport invernali. Ma anche per tutti noi. Burbero e brontolone, ma poi sorridente e casinista. E’ stato precursore ed innovatore, avanti su tutta la linea
Lo dico subito e lo dichiaro, scrivere e raccontare di Mario Cotelli , mi fa commuovere. Parlare in prima persona non è da me, ma non posso farne a meno, perché per me Mario Cotelli o Cotellone o Bresaola come lo chiamavo era un caro amico. Grandissimo punto di riferimento per quello che ha fatto per lo sci e per gli sport invernali ed anche per tutti noi…con racconti e storie, aneddoti e narrazione per poi passare dal tecnico o tennico, come diceva lui ,alla pura goliardia con un bicchiere di vino in mano e gli immancabili pizzoccheri, quelli veri. Slinzega e bresaola facevano il resto nel conviviale ricordo.
Il Mario CT è presto fatto…immenso. Ha costruito con pazienza ed intelligenza quella macchina perfetta della Valanga Azzurra. Certo ha avuto fortuna con i Thoeni, Gros, Pietrogiovanna, Schmalzl, Stricker, Plank, De Chiesa, Radici e i tanti altri ma li ha plasmati, forgiati, fatti diventare campioni. Un perfetto padre padrone. Burbero e brontolone ma poi sorridente e casinista, primo in tutto. E i suoi ragazzi lo hanno ripagato con immensi trionfi e immani soddisfazioni. L’Italia è diventata una vera potenza dopo il passato dei Colò ha trovato, con Mario al comando, vittorie olimpiche, mondiali, coppe del mondo e mille altri successi che hanno dato alla nostra nazione sciatoria dignità e rispetto in campo internazionale.
E’ stato precursore ed innovatore, avanti su tutta la linea, una vero caterpillar anche nelle sedi federali dove portava scompiglio e in certi casi lotte intestine ed imbarazzo. Ma lui le risolveva con un sorriso ammiccante come a dire: “La so io …altrochè”. Poi il distacco ed una nuova vita da imprenditore, ma soprattutto da grande commentatore e personaggio televisivo nonché firma prestigiosa del Corriere della Sera.
Ecco ora viene il difficile e il personale, perché con Mario ne abbiamo fatte tante insieme: dai Giochi Olimpici di Calgary, raccontando un certo Tomba a quelli di Sochi discutendo in Olympic Rooom, inventando rubriche come Obiettivo Sci per Telecapodistria e Telepiù, oppure scomponendo le immagini per trovare il minimo dettaglio tecnico, pardon tennico. Posso dire che ci ha visto crescere, nell’essere amici ed allievi. Con me Stefano Vegliani, Guido Meda , Francesco Pierantozzi, Sandro Vidrih, Matteo Pacor e Carlo Vanzini; insieme abbiamo condiviso la sua stima, la grande amicizia. A noi rimane il suo esempio, i suoi ricordi e la sua memoria e il pensiero di aver incontrato una brava persona e tanti momenti che nessuno ci toglierà mai. Ehi bresaola, ti vogliamo bene, io tanto.