The eagle propone un combattimento al pugile statunitense: "Siamo entrambi imbattuti, ma nella giungla c'è solo un re". Poi rivela un retroscena sul match contro McGregor: "Prima di lottare con lui ho avuto delle convulsioni"
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La grande contesa tra Khabib Nurmagomedov e Conor McGregor ha regalato un'altra puntata. Questa volta, però, ha fatto tutto il daghestano, sostenendo con forza ancora la sua imbattibilità e arrivando a sfidare addirittura Floyd Mayweather. "Nella giungla c'è un solo re - ha dichiarato The Eagle davanti alle telecamere e abbracciato a Leonard Ellerbe, amministratore delegato della Meyweather Promotions -. Andiamo Floyd, dobbiamo farlo. Combattiamo perché siamo entrambi imbattuti - 50-0 il record di Money, 27-0 quello di Khabib -. Dai, perché non dovremmo farlo? Nella giungla ci può essere un solo re. Ed è ovvio che sia io perché Mayweather non riesce a buttare al tappeto McGregor, io invece ci riesco facilmente". Sicurezza nei propri mezzi, dunque, che Ellerbe ha provato comunque a contenere: "Dovrai lavorare duramente". Il pugile raccoglierà il guanto di sfida? L'americano, in teoria, si è ritirato ufficialmente lo scorso anno dopo il trionfo su Notorious e al momento è in vacanza in Grecia, ma entro la fine dell'anno tornerà sul ring per affrontare il filippino Manny Pacquiao. Non è escluso, quindi, che i due possano dar vita a un super match, sebbene Mayweather sia stato piuttosto critico verso Khabib per l'atteggiamento avuto contro l'irlandese: "Conosco Conor, so che è un avversario difficile, ma il russo è uscito fuori dall'ottagono ed è andato ad aggredire alcune persone tra la folla, quindi si è comportato in modo poco professionale - ha dichiarato Pretty Boy -. Ora riceverà una bella multa. Ne sono abbastanza sicuro perché quando dopo il mio combattimento contro Zab Judah si è scatenata una rissa, ben 7 persone sono state punite. Non io, ma altri come lo stesso Judah o mio zio Roger o anche Ellerbe, quindi che arriverà un pesante provvedimento".
Khabib: "Ho avuto convulsioni due giorni prima del match"
Khabib Nurmagomedov, nel frattempo, ha rilasciato la prima intervista ufficiale a una tv russa dopo aver difeso il titolo dei pesi leggeri contro McGregor. "Non sapevo se avrei vinto o meno, ma ero fiducioso nelle mie capacità - ha dichiarato il daghestano a Perviy Kanal -. Non mi aspettavo però una tale provocazione da parte sua. Quando ho vinto volevo fargli capire che non si possono dire cose del genere. Troppe chiacchiere e discorsi trash hanno cambiato questo gioco, ma noi lo porteremo al livello di prima. Ogni avversario mi ha stretto la mano tranne lui, è stato Conor a voler scatenare questa guerra". Il 30enne ha rivelato, poi, alcuni problemi sorti a poche ore dal match contro l'irlandese: "La notte della vigilia ho dormito bene perché 24 ore prima non avevo dormito affatto - ha spiegato -. Avevo perso peso e mi ero sentito molto male, avevo le convulsioni. Se avessi perso, però, non avrei detto nulla di tutto questo altrimenti sarebbe stata una scusa. La cosa più importante era il mio atteggiamento psicologico. Se non sei pronto a livello mentale, il tuo fisico non ti aiuterà. Mi preoccupo come qualsiasi altro combattente, ma non perché qualcuno possa battermi ma solo per ciò che potrei perdere. Ho 30 anni e gli anni sono passati molto velocemente. Una vittoria o una sconfitta non conta quanto le cose belle della vita". Khabib è anche tornato sull'agguato subito da Notorious qualche mese fa: "Mi sento come se l'incidente del bus fosse organizzato con l'aiuto della UFC - ha aggiunto -. Non posso accusarli, ma al 70% sono convinto sia andata così. Volevo scendere dall'autobus e tutti gli altri combattenti presenti lo hanno confermato nelle loro interviste. È successo tutto in un minuto e mezzo, due al massimo. Un punto importante: il Barclays Center è un'arena molto grande, contenente circa 20.000 persone, ma lui sapeva esattamente dove eravamo. Come è possibile? E come è entrato nell'arena con un gruppo di 20-30 persone? Sono un atleta, ma sono anche educato. Non ho preso molti colpi alla testa, quindi ho un cervello che funziona ancora bene dopo anni di combattimenti. Cosa mi ha detto mio padre? Mi ha rimproverato perché non è così che ci si comporta. Sono d'accordo con lui, ma lo rifarei di nuovo".