Knicksmania, Gallinari-D'Antoni: che gioia giocare a Milano

Basket
L'allenamento dei Knicks oggi al Palalido in vista del match con l'Armani di domenica
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Il coach dei New York Knicks riceve una maglia del Milan da Adriano Galliani: "Faccio il tifo anch'io per i rossoneri". Il Gallo emozionato: "Domenica contro Armani sarà una partita vera, ci tengo molto a vincere". GUARDA LE FOTO E I VIDEO

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Non nasconde la propria soddisfazione di tornare in quella che per tanti anni è stata la sua casa: "Sono felice di essere qui e di giocare davanti a milanesi - ha detto l'allenatore dei New York Knicks, Mike D'Antoni -. Il Palalido, dove ci stiamo allenando, è sempre bello. Anzi, è più bello di prima". L'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani (grande appassionato di basket), ha intanto consegnato la maglia rossonera a Danilo Gallinari e al tecnico D'Antoni, durante l'allenamento dei Knicks . "Il Milan è la mia squadra - ha commentato D'Antoni -. Anche se conosco poco il calcio italiano, so che comunque c'è una grande rivalità tra Inter, Milan e Juventus. Ma la squadra rossonera resta quella per la quale faccio il tifo".

"Gallinari, l'arma in più" - La partita di domenica contro l'Armani Jeans, per D'Antoni, sarà qualcosa di più di un semplice amarcord: "Sono qui per vedere - ha spiegato - quali sono le condizioni della mia squadra. E' ancora presto per parlare di obiettivi, stiamo iniziando bene e la squadra mostra impegno". Gallinari potrebbe essere l'arma in più per i Knicks: "Lui sta diventando veramente forte - ha detto D'Antoni -, sta maturando e può ancora migliorare. Per lui, come anche per me, sarà una grande emozione giocare domenica". Nella squadra americana, i punti di riferimento sono Stoudemire e Felton: "Non so chi ha più talento tra i due", ha spiegato il tecnico. Che poi non ha voluto commentare il mancato arrivo di LeBron James: "Non so neanche chi sia", ha detto, sorridendo, ai cronisti.



Il Gallo: una giornata speciale - Danilo Gallinari torna a Milano con i New York Knicks e neanche per lui domenica contro l'Armani Jeans sarà una partita come tutte le altre. "Sarà una giornata speciale - ha detto il Gallo -, importante non solo per me e per la mia carriera e anche per Milano e per il basket italiano".

All'appuntamento di domenica Gallinari confessa di averci pensato "molto" negli ultimi giorni. "Sarà una partita vera - ha spiegato Gallinari - ci tengo molto a vincere. Questa è la prima partita di pre-season, non vedo l'ora di giocare". Nella squadra di New York un ruolo da protagonista spetterà senz'altro a Stoudemire. "Sa giocare bene - ha detto Gallinari - e con chi sa giocare bene è facile trovare l'intesa. La chimica all'interno della squadra è buona. Stiamo lavorando soltanto da una settimana, non è facile ma siamo a buon punto. I giocatori hanno capito cosa vuole Mike".

Sul mancato arrivo di LeBron James, Gallinari non sembra essere deluso: "Non credo che verrà, ha fatto altre scelte". Stesso atteggiamento in merito allo scambio, poi sfumato, tra Gallinari e Carmelo Anthony: "Il nome di Carmelo è passato sui giornali per tutte le 30 squadre, non mi sono preoccupato". Se per New York l'obiettivo saranno i play-off, per Milano questa volta potrebbe essere lo scudetto: "Ha la squadra più forte, Siena ha cambiato giocatori e ossatura e si tratterà di una scommessa".

Quel campetto a Quarto Oggiaro - In serata c'è ancora tempo per un bel gesto del Gallo. Su un campetto di basket vicino a casa lui è cresciuto come giocatore e non solo. Ora, dopo essere diventato il più forte cestista italiano e una stella Nba con i New York Knicks, Danilo ha tagliato il nastro di un playground nel cuore di Quarto Oggiaro, uno dei quartieri più difficili di Milano. "Il campetto è stata un'esperienza fondamentale per la mia crescita anche come uomo, perché lì ho imparato a stare in mezzo alle altre persone e a conoscere me stesso - racconta Gallinari, interrompendo l'allenamento con i ragazzi del quartiere -, la Nba ha capito di avere il potere per cambiare le cose, lo sta facendo in America ma anche in altri Paesi perché ormai il basket è un gioco globale".