Un canestro al razzismo: basket in campo con la pelle nera
BasketL'iniziativa della Federbasket a seguito degli insulti razzisti contro l'ala nigeriana della Geas Sesto, Abiola Wabara. I giocatori dei campionati di pallacanestro, a partire dalla A, si tingeranno la pelle di nero. L'invito è esteso ai tifosi. I VIDEO
Il prossimo fine settimana i giocatori dei campionati di basket, a partire dalla A, si tingeranno la pelle di nero per manifestare la loro solidarietà a Abiola Wabara, cestista di colore colpita da insulti razzisti. Lo ha deciso della Federbasket lanciando la campagna "Vorrei la pelle nera". L'invito a colorarsi di nero è rivolto anche ai tifosi.
Sull'iniziativa ha espresso il suo parere favorevole Gianni Petrucci, presidente del Coni: "Il presidente Meneghin mi aveva già informato dell'iniziativa che richiama giustamente l'attenzione su un problema che purtroppo ancora si manifesta. Fa bene il basket a cercare di debellarlo".
Abiola Wabara, 29 anni, italiana di genitori nigeriani, gioca nella Bracco Geas di Sesto San Giovanni (Milano), squadra di A1 femminile. Mercoledì scorso, nel corso di gara 2 dei quarti di finale dei playoff a Como, è stata insultata da una quindicina di tifosi di casa, che alla fine del match le hanno anche sputato. Gli arbitri non hanno ritenuto di interrompere l'incontro e il giudice sportivo, sulla base del loro referto, non ha preso provvedimenti. Sull'episodio ha aperto un'inchiesta la procura federale, sollecitata dalla Federbasket.
La decisione ricalca quella che, a livello di squadra, presero i calciatori del Treviso nel giugno 2001, quando la squadra disputava la Serie B. Dopo che, nella settimana precedente, un loro compagno di squadra (il nigeriano Omolade) venne fatto oggetto di insulti razzisti dagli spalti, i ragazzi allenati allora da Sandreani scesero in campo nell’ultima giornata con il volto dipinto di nero. In quella sfida, contro il Genoa, Omolade peraltro segnò la sua prima rete con la maglia dei veneti.
Guarda anche:
L'intervista esclusiva a Abiola Wabara
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Sull'iniziativa ha espresso il suo parere favorevole Gianni Petrucci, presidente del Coni: "Il presidente Meneghin mi aveva già informato dell'iniziativa che richiama giustamente l'attenzione su un problema che purtroppo ancora si manifesta. Fa bene il basket a cercare di debellarlo".
Abiola Wabara, 29 anni, italiana di genitori nigeriani, gioca nella Bracco Geas di Sesto San Giovanni (Milano), squadra di A1 femminile. Mercoledì scorso, nel corso di gara 2 dei quarti di finale dei playoff a Como, è stata insultata da una quindicina di tifosi di casa, che alla fine del match le hanno anche sputato. Gli arbitri non hanno ritenuto di interrompere l'incontro e il giudice sportivo, sulla base del loro referto, non ha preso provvedimenti. Sull'episodio ha aperto un'inchiesta la procura federale, sollecitata dalla Federbasket.
La decisione ricalca quella che, a livello di squadra, presero i calciatori del Treviso nel giugno 2001, quando la squadra disputava la Serie B. Dopo che, nella settimana precedente, un loro compagno di squadra (il nigeriano Omolade) venne fatto oggetto di insulti razzisti dagli spalti, i ragazzi allenati allora da Sandreani scesero in campo nell’ultima giornata con il volto dipinto di nero. In quella sfida, contro il Genoa, Omolade peraltro segnò la sua prima rete con la maglia dei veneti.
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