Playoff, Pesaro si arrende: la finale è Siena-Milano
BasketL'EA7 si aggiudica Gara-4 per 73 a 67 in casa della Scavolini Pesaro e chiude la serie sul 3-1. Lo scudetto verrà assegnato al meglio delle cinque partite contro il Montepaschi campione in carica
Sarà Siena-Milano la finale del massimo campionato di basket. Nella gara 4 l'EA7 Armani passa sul campo di Pesaro per 73-67 e chiude la serie sul 3-1. Pesaro gioca col cuore, ma questa volta non basta, perché Milano gioca con la testa e fa valere la sua qualità tecnica e la panchina lunga. Così la Scavolini finisce in riserva nel finale, proprio quando ci si attenderebbe una reazione.
La squadra di Scariolo costruisce il proprio successo sotto canestro, conquistando rimbalzi (39 contro i 28 di Pesaro) e segnando i canestri decisivi, cosa che non riesce a Pesaro che non trova in Cusin, White e Lydeka i terminali nell'area piccola. La gara, vissuta in un costante e fragile equilibrio, - squadre sempre incollate, con Milano avanti sul 12-7 al 4' e 27-23 al 12' - si è decisa nella seconda parte del terzo quarto quando l'Armani ha infilato un parziale di 10-2 portandosi dal 48-49 al 58-51 al 28', sfruttando le doti di un eccezionale Melli bravo a segnare e a difendere. La Scavolini, dal 25' in avanti ha avuto 5' di incredibile black out al tiro, andando a canestro solo dalla lunetta (appena 4 liberi) e collezionando errori a ripetizione, frutto di deconcentrazione, fretta e stanchezza. Ci ha pensato poi Gentile, sempre sul finire del terzo tempo ha siglare il massimo vantaggio della gara, quel +9 (62-54) che è stato il piccolo ma importante capitale che l'Armani ha poi difeso, senza neppure troppi patemi nell'ultima frazione. Già, perché la rimonta della Scavolini è avvenuta solo a metà. Il canestro convalidato a Hickman del 65-61 per Milano al 35' avrebbe potuto riaprire i conti, ma un errore dall'arco di White, lo 0/2 dalla lunetta di Hackett e un tiro sbagliato di Jones, tutti in successione per qualche disattenzione di Milano, hanno mostrato tutta la stanchezza fisica e mentale di Pesaro che non è riuscita più a vedere il canestro. L'ultimo sussulto sul 65-63 di Cusin al 37' è stato neutralizzato prontamente da una Armani impeccabile dalla lunetta con i vari Melli, Cook, Fotsis e Hairston. Pesaro tira meglio, ma paga pegno ai liberi (13/19) e soprattutto paga l'assenza delle rotazioni dalla panchina che nelle serie così lunghe e ravvicinate sono alla fine determinanti.
La squadra di Scariolo costruisce il proprio successo sotto canestro, conquistando rimbalzi (39 contro i 28 di Pesaro) e segnando i canestri decisivi, cosa che non riesce a Pesaro che non trova in Cusin, White e Lydeka i terminali nell'area piccola. La gara, vissuta in un costante e fragile equilibrio, - squadre sempre incollate, con Milano avanti sul 12-7 al 4' e 27-23 al 12' - si è decisa nella seconda parte del terzo quarto quando l'Armani ha infilato un parziale di 10-2 portandosi dal 48-49 al 58-51 al 28', sfruttando le doti di un eccezionale Melli bravo a segnare e a difendere. La Scavolini, dal 25' in avanti ha avuto 5' di incredibile black out al tiro, andando a canestro solo dalla lunetta (appena 4 liberi) e collezionando errori a ripetizione, frutto di deconcentrazione, fretta e stanchezza. Ci ha pensato poi Gentile, sempre sul finire del terzo tempo ha siglare il massimo vantaggio della gara, quel +9 (62-54) che è stato il piccolo ma importante capitale che l'Armani ha poi difeso, senza neppure troppi patemi nell'ultima frazione. Già, perché la rimonta della Scavolini è avvenuta solo a metà. Il canestro convalidato a Hickman del 65-61 per Milano al 35' avrebbe potuto riaprire i conti, ma un errore dall'arco di White, lo 0/2 dalla lunetta di Hackett e un tiro sbagliato di Jones, tutti in successione per qualche disattenzione di Milano, hanno mostrato tutta la stanchezza fisica e mentale di Pesaro che non è riuscita più a vedere il canestro. L'ultimo sussulto sul 65-63 di Cusin al 37' è stato neutralizzato prontamente da una Armani impeccabile dalla lunetta con i vari Melli, Cook, Fotsis e Hairston. Pesaro tira meglio, ma paga pegno ai liberi (13/19) e soprattutto paga l'assenza delle rotazioni dalla panchina che nelle serie così lunghe e ravvicinate sono alla fine determinanti.