Con l'Hapoel sognando l'Europa: riecco Pianigiani
BasketL'Hapoel Gerusalemme guidato dall'allenatore senese si è qualificato per le semifinali di Eurocup ed in prospettiva è una delle squadre più ambiziose della pallacanestro europea
Simone Pianigiani e il suo Hapoel Gerusalemme hanno conquistato le semifinali di Eurocup, vincendo in trasferta (85-79) Gara-2 contro l’Herbalife Gran Canaria. Un grosso risultato, nella seconda coppa europea, che ai quarti di finale ha squadre che sarebbero tranquillamente da Eurolega e comunque di livello molto superiore a quelle che si stanno contendendo l’improvvisata Champions della FIBA.
Per l'ex allenatore di Siena (sei scudetti consecutivi in sei stagioni da capo sulla panchina della Mens Sana) e della Nazionale dal 2010 fino all’Europeo 2015 una bella rivincita, alla guida di una squadra comunque di alto profilo. Da vecchie conoscenze italiane come Jerome Dyson (scudetto a Sassari), Malik Hairston (scudetto a Siena) e Curtis Jerrells (scudetto a Milano) a una pattuglia di israeliani da corsa, Halperin e Eliyahu su tutti, passando per un grande mestierante in mezza Europa, ma anche in NBA, come Tarence Kinsey e uno che qualche anno fa nella NBA spostava gli equilibri, come Amar'e Stoudemire.
Fra gli assistenti Pianigiani ha poi anche l'ex trevigiano Marcelo Nicola. Non esattamente una formazione di poveretti e di sicuro una realtà paragonabile a quella del più famoso Maccabi Tel Aviv (nel 2015 è arrivato il primo titolo nazionale) sia dal punto di vista sportivo sia da quello organizzativo: da quasi tre anni l’Hapoel ha abbandonato il vecchio impianto e gioca nella Jerusalem Arena, che ha poco da invidiare a situazioni NBA, inoltre è di proprietà di un gruppo di grossi investitori nel settore tech e media.
In altre parole, una realtà che quando l’Eurolega si allargherà a 20 squadre, probabilmente fra due stagioni, avrà titolo per reclamare un posto. In ogni caso un’esperienza positiva per Pianigiani, che sulla panchina azzurra non ha certo fatto bene (il preolimpico di Torino ha poi dimostrato che non abbiamo fenomeni, né in campo né in panchina) ma che rimane uno degli allenatori più importanti d’Europa.